La Nuova Sardegna

Nuoro

Il caso

I trapiantati di Nuoro: «Siamo ancora in attesa di un ambulatorio. Affrontiamo trasferte pericolose»

di Francesco Pirisi

	Una foto di repertorio dell'associazione di trapiantati
Una foto di repertorio dell'associazione di trapiantati

L’associazione regionale lancia un disperato appello alla giunta Todde: «Costretti a fare la spola con il “Brotzu” per le visite di controllo»

27 aprile 2024
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Nuoro I trapiantati di fegato della provincia continuano la spola con Cagliari per i controlli programmati. Non è stato attivato l’ambulatorio che era previsto all’ospedale “San Francesco”. Un’apertura già qualche anno fa data per certa dall’Associazione regionale dei trapiantati, che ha sede a Nuoro.

«Nonostante le assicurazioni – spiega il presidente Graziano Verachi – non se n’è fatto nulla. I controlli sono concentrati all’ospedale “Brotzu”, di Cagliari, con tutti i disagi che lo spostamento comporta per i trapiantati». Trasferte previste due volte all’anno. Maggiormente costose, anche in termini finanziari, per chi parte dalle aree della Baronia o della Gallura. «Per questo – aggiunge Verachi – rinnoveremo la richiesta alla nuova amministrazione regionale».

L’impegno rientra, dunque, nel novero degli obiettivi più importanti dell’associazione. Sodalizio che riunisce 300 soci, fra trapiantati, loro familiari, e volontari. I referenti, oltre che a Nuoro, operano a Olbia, Oristano e Cagliari. Lo scopo sociale è promuovere la cultura della donazione, in particolare tra i giovani. Da qui i seminari nelle scuole, gli ultimi dei quali a Oliena, Siniscola e Seui. Quale sia la condizione dell’attività è stato ricordato due settimane fa a Nuoro, nella giornata nazionale per le donazioni. Presenti i soci e tanti cittadini interessati a conoscere l’associazione.

«I numeri in provincia e nella regione tutta – spiega ancora il presidente Verachi – sono incoraggianti. Siamo ai primi posti nel consenso alle donazioni. Ciò conferma il tratto solidaristico e umanitario delle nostre popolazioni». I numeri ai quali si riferisce Verachi. La Sardegna è accreditata di un 88 per cento di “sì” alla donazione, nel momento in cui gli uffici dell’anagrafe chiedono l’adesione dei cittadini. Si tratta del terzo posto assoluto, dopo la Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Trento. Le migliori performance nella provincia nuorese. La città capoluogo ha una percentuale dell’85 per cento di consensi, che nel 2023 l’hanno posta al secondo posto nazionale tra i comuni dai 30 ai 100mila abitanti. Ha fatto ancora meglio la provincia intera, prima in assoluto (dati del 2022).

Tra i suoi comuni da segnalare, l’anno scorso, Atzara, dove il 97 per cento tra coloro che si sono espressi si è detto favorevole alla donazione. Sempre per la provincia c’è l’88 per cento di consenso a Dorgali (tra i comuni con popolazione dai 5 ai 10mila) e dell’89 di Cardedu, paese sotto i 3mila abitanti. In Italia, nel 2023 sono stati trapiantati 4462 organi, provenienti da 2042 donatori. In lista di attesa 8mila, per avere un fegato o un cuore, o ancora il pancreas o i reni. Una forbice che in Sardegna si cerca di restringere grazie all’attività del centro prelievi e trapianti, attivo all’ospedale “Brotzu”. E della cui rete fa parte il presidio del “San Francesco”.

«Va potenziata l’attività – è il pensiero di Verachi – con maggiori risorse finanziarie, rispetto ai 700mila attuali. In altre zone dell’Italia s’investono alcuni milioni». Da tradurre in più medici e infermieri, in quello che è nell’isola l’unico centro attrezzato per i trapianti. Per Nuoro viene ribadita la richiesta dell’ambulatorio per i controlli periodici.

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