Sposi in catene: si rinnova l'antico rito del matrimonio selargino
Addobbata a festa con fiori e tappeti sardi la chiesa di Maria Vergine Assunta
CAGLIARI. Con gli sposi in catene e la cerimonia in sardo-campidanese è stata celebrata nella chiesa parrocchiale di Selargius la tradizionale Coja antiga (matrimonio antico). Fede, tradizione e bagno di folla per l'edizione 2017: gli sposi, Pier Paolo Randaccio e Silvia Melis, hanno detto sì vestiti in costume sardo.
Lui camicia bianca, corpetto viola e mantellina nera. Lei con vestito porpora con ricami dorati e velo bianco impreziosito dai gioielli. A unirli non solo il sacerdote, ma anche la catena tenuta dalla sposa e ancorata al mignolo della mano destra dello sposo. La chiesa della Maria Vergine Assunta è stata addobbata a festa: con fiori e tappeti sardi. In «limba» anche canti e molte parti della messa. La celebrazione è stata l'ultimo atto di una festa iniziata da alcuni giorni per rievocare la tradizione della cerimonia campidanese. Lo Sposalizio Selargino è culminato con i due sposi uniti con la catena, segno dell'indissolubilità.
La giornata nuziale è iniziata alle 8 con la vestizione degli sposi. Poi corteo con 60 gruppi folk fra i pi rappresentativi della Sardegna con i carri a buoi che hanno trasportato le masserizie e il corredo degli sposi. Dopo la messa nuziale gli sposi hanno raggiunto il tempio romanico di San Giuliano per la «promessa d'amore».
La tradizione prevede, infatti, lo scambio della promessa, con una pergamena dove gli sposi hanno scritto i loro 'desiderì, plico che verrà consegnato ai loro figli tra un quarto di secolo. Fra 25 anni la pergamena svelerà così i pensieri d'amore dei loro genitori. Tutta la cittadina oggi in festa: banchetti e balli sardi sino a tarda sera.