La Nuova Sardegna

Nuoro

Carcere di Macomer, un anno tra degrado insetti e abbandono

di Tito Giuseppe Tola
Carcere di Macomer, un anno tra degrado insetti e abbandono

Il ministero non ha accolto le varie proposte di riutilizzo I sindacati continuano a chiederne la riapertura

13 febbraio 2016
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MACOMER. Dalla chiusura è già passato un anno e nel carcere vuoto da mesi sono visibili i segni del degrado. Che la struttura è in abbandono lo si capisce già dall’esterno. Le erbacce sono cresciute un po dovunque, attorno si notano dei rifiuti e la catena con lucchetto che chiude il cancello presenta segni di ruggine, segno che non viene tolta da mesi e che da tempo nell’ex carcere non entra nessuno. La scorsa primavera era stata segnalata un’infestazione da insetti richiamati da avanzi di cibo abbandonati dai detenuti e mai ripuliti. Ora ci sono i topi, che hanno trovato un ambiente tranquillo per prolificare. Delle proposte avanzate dall’amministrazione comunale di Macomer per un riuso dei locali, che non possono avere altra destinazione se non quella carceraria, il ministero della Giustizia non ne ha accolto neppure una, o quanto meno non sono mai arrivate risposte. Trascorso un anno è difficile che ne arrivino. L’ultima proposta era quella di creare a Macomer una struttura per detenuti tossicodipendenti.

Al degrado ancora recuperabile, intanto, subentrerà presto quello irreversibile creato dall’abbandono e dal vandalismo. Una struttura abbandonata, infatti, non può che finire in preda ai vandali. In pratica sta accadendo ciò che si temeva. Il carcere non è un edificio riciclabile se non demolendo tutto per costruire qualcosa di diverso, per cui non è ipotizzabile un impiego con destinazione molto diversa da quella per il quale era è costruito. Impensabile trasformarlo in un asilo, una scuola o altro. Ancora non si segnalano atti di vandalismo, ma con la partenza dei detenuti e del personale di custodia è rimasto il degrado. «Abbiamo avanzato proposte di riutilizzo fattibili e utili – dice il sindaco, Antonio Succu, – ma evidentemente non interessano. Dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non è arrivato un solo cenno di risposta. I sindacati hanno auspicato in più occasioni la riapertura del carcere di Macomer per far fronte alle situazioni ingestibili presenti e segnalate in altre parti d’Italia che derivano dalla detenzione di persone legate al terrorismo islamico, ma anche questa ipotesi è rimasta sulla carta».

Per ristrutturare il carcere di Macomer negli anni scorsi è stato fatto un investimento di oltre un milione di euro. «Soldi buttati alle ortiche, un vero spreco – dice il sindaco Succu –, ma non sono solo questi. Per realizzare la struttura destinata al nucleo cinofili, trasferito altrove, sono stati spesi negli anni scorsi 200 mila euro. Soldi bruciati. Si è chiuso il carcere di Macomer con l’obiettivo di ridurre la spesa, mi chiedo dove è stato il risparmio. Io non l’ho ancora capito».

Intanto il degrado avanza. La possibilità di riutilizzare il carcere è legata a una delle proposte avanzate dal comune di Macomer. «L’idea sarebbe quella di utilizzarlo per detenuti tossicodipendenti – conclude il sindaco di Macomer. Presso il Distretto sanitario di Macomer opera un servizio per il trattamento delle dipendenze che potrebbe fornire un supporto sanitario importante. Anche su questo non è mai arrivata risposta».

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