La Nuova Sardegna

Nuoro

Barbagia Flores, assolti anche in appello

di Valeria Gianoglio
Barbagia Flores, assolti anche in appello

Confermata per Marcello Ladu e Daniela Depau l’assoluzione per gli omicidi di Rosanna Fiori e di Francesco Giamattei

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NUORO. Tutti assolti. A quindici anni dagli omicidi contestati, e a due dalla conclusione del giudizio di primo grado che aveva scagionato i nove imputati da ogni accusa, anche per la corte d’assise d’appello presieduta da Grazia Corradini, gli ultimi due imputati rimasti a giudizio nella vicenda Barbagia Flores, Daniela Depau e Marcello Ladu, meritano la conferma della piena assoluzione, come del resto ieri mattina aveva chiesto pure l’accusa. Anche secondo i giudici d’appello, dunque, Daniela Depau non ha commissionato l’omicidio del suo ex datore di lavoro alla Barbagia Flores, Rosanna Fiori, il 3 ottobre del 2001, né Marcello Ladu è stato il killer che ha ucciso il cacciatore beneventano Francesco Giamattei, ammazzato il 30 settembre del 2001 nelle campagne di Villagrande Strisaili.

La stessa pubblica accusa, nel processo di secondo grado, era convinta della loro innocenza. «Le argomentazioni contenute nel ricorso del pm di primo grado sono del tutto destituite di fondamento», si legge, infatti, nelle 29 pagine di requisitoria scritta depositate dal pg Maria Alessandra Pelagatti, sostituita ieri in aula dal pg Michele Incani.

E così, poco dopo 16.10 di ieri, la presidente della corte d’assise d’appello Grazia Corradini, legge il dispositivo che mette, di fatto, una pietra tombale sull’intera vicenda. Con la richiesta di assoluzione sollecitata dalla stessa accusa, infatti, non si prevede alcun ricorso in Cassazione. In teoria, ma solo per l’eventuale risarcimento, potrebbero ricorrere le parti civili, ma non è una pratica che in genere viene seguita.

A quindici anni dai fatti contestati, e a sette anni dalla riapertura dell’inchiesta da parte dell’allora procuratore Domenico Fiordalisi, l’inchiesta Barbagia Flores subisce un nuovo, e in sostanza definitivo, colpo di grazia. Dopo la bocciatura ricevuta in primo grado, l’intero impianto accusatorio , riceve una seconda stroncatura anche nel secondo grado di giudizio. Gli argomenti presentati dal pm Nicola Giua Marassi nel suo ricorso in appello contro le assoluzioni di primo grado sono stati definiti «destituiti di fondamento» dallo stesso procuratore generale nel processo di appello.

Un argomento su tutti. Secondo il pm che ha presentato l’appello, spiega il pg Pelagatti, «la prova del mandato omicidiario conferito dalla Depau dovrebbe rinvenirsi nella lettera scritta da Daniela Depau al fidanzato il 2 ottobre del 2001, il giorno prima dell’assassinio della Fiori, nella quale testualmente scrive “tanto per iniziare devo sbrigarmela con la tua padrona”».

Per il pg, tuttavia, «la Depau manifesta l’intenzione di sbrigarsela non solo con la Fiori ma con molte altre persone; non è pensabile che la Depau pensasse ad eliminare fisicamente tutti questi soggetti». Ma questo è solo uno degli argomenti che il pg Pelagatti definisce incosistenti e privi di fondamento, nel ricorso contro le assoluzioni presentato dal pm di primo grado. Tutti argomenti, sui quali, sin dall’inizio della vicenda, l’avvocato di Daniela Depau, Riccardo Floris, si era opposto con forza dimostrandone l’incosistenza.

Ma anche per quanto riguarda la posizione di Marcello Ladu, sostiene ieri il pg, «si impone la conferma dell’assoluzione per non avere commesso il fatto pronunziata in primo grado». Ma a dare il colpo di grazia all’impianto accusatorio costruito attorno a Ladu era stata, nella precedente udienza, la deposizione del perito balistico Pietro Benedetti, L’esperto aveva escluso che il revolver 357 Magnum, marca Zastava, trovato addosso a Ladu quando era stato arrestato a Nuoro, fosse l’arma che aveva esploso un colpo sul luogo del delitto Giamattei. Fin qui, dunque, le richieste dell’accusa, che ieri ha concordato anche con quelle della difesa. La corte d’assise d’appello entro sessanta giorni depositerà le motivazioni della sentenza.

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