Segregata all’Ortobene: le motivazioni
Il giudice Mariano Arca: «La Chiesa di Scientology del tutto estranea a quanto si era verificato»
2 MINUTI DI LETTURA
NUORO. «Seppur a notevole distanza di tempo, il tribunale penale di Nuoro ha reso giustizia ai tre cittadini francesi arrestati con l’accusa di sequestro di persona, nonché alla Chiesa di Scientology, all’epoca tirata in ballo senza motivo». Scrive così Nicola Oi, presidente della Chiesa di Scientology della Sardegna nel far riferimento alle motivazioni della sentenza, che attesta chiaramente e definitivamente che non c’è stato nessun sequestro e nessuna segregazione sul monte Ortobene e, ancora, che «La Chiesa di Scientology è del tutto estranea a quanto si è verificato». Il 5 luglio scorso il giudice Mariano Arca aveva assolto quattro imputati: un medico francese, Claude Boublil (difeso dall’avvocato Pasquale Ramazzotti), esponente di Scientology, accusato, insieme ad altre tre persone: Marie Claude Decouduh, Rachid Hassereldith Kabbara e Juline Quyrou (difesi dagli avvocati Antonio Careddu e il collega Pilerio Plastina), di aver sequestrato la sorella Martine Boublil, 51 anni. Una storia iniziata nel gennaio del 2008, quando la polizia, avvisata da una vicina di casa che aveva trovato nel suo giardino dei fogli con richieste di aiuto, scoprì quella che per anni era stata considerata la “casa prigione” a qualche chilometro dalla città, dove la presunta vittima veniva tenuta in precarie condizioni fisiche e igieniche. Un quadro che però nel corso della discussione aveva assunto contorni differenti, evidenziati anche dallo stesso pubblico ministero Andrea Ghironi. «Questa pronuncia – scrive Oi – che, val la pena ripeterlo, ha fatto giustizia di un caso presentato sotto false forme, l’ulteriore e precisa affermazione che, in realtà, ciò che è emerso è che vi è stato “un comportamento corretto e disinteressato da parte della famiglia della donna, volta a curarla e a preservarla da ulteriori e più gravi problemi causati dalle sue condizioni psichiche”».