Dal liceo all’ospedale per scoprire i segreti del robot Da Vinci
di Gianluca Corsi
I ragazzi del Fermi a lezione di chirurgia ipertecnologica «Esperienza straordinaria, simulato un intervento»
07 febbraio 2018
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NUORO. Hanno ingegno e curiosità da vendere, si divertono imparando e sanno già lavorare in team. E, cosa non secondaria, la chirurgia robotica per loro non ha quasi più segreti. Stiamo parlando degli entusiasti soci del “Equipe4rms”, un gruppo di motivatissimi studenti di varie classi quarte del liceo scientifico Enrico Fermi di Nuoro, guidati dalle docenti-referenti Monica Maricosu e Lucia Gali, che – per questa edizione del progetto Asoc (A Scuola di OpenCoesione) – hanno deciso di puntare su un gioiellino, ancora troppo poco conosciuto, della sanità nuorese: il robot Da Vinci. «Il titolo del nostro progetto _ spiegano con la loro carica di contagioso entusiasmo Roberto Pilotto (4 E), Sandro Montesu (4 G) e Paolo Nieddu (4 E) _ è “Analisi dei dati”, e – dopo un primo iniziale interesse per la vicenda del Mulino Guiso Gallisai – abbiamo deciso di optare per il robot Da Vinci». Inutile dire che, per i ragazzi, si è trattato di “amore a prima vista”: «Non tanto per la chirurgia in sé _ sorridono i tre simpatici studenti del Fermi _, quanto per la robotica e l'ingegneria applicata alla chirurgia. Per noi, sapere che l'ospedale di Nuoro ha uno strumento così all'avanguardia, è stata una vera scoperta». Merito di una scuola che vanta una lunga e riconosciuta tradizione nell'organizzazione di eventi e progetti innovativi, capaci di coinvolgere attivamente i ragazzi (non ultimo l'appuntamento annuale delle simulazioni ONU). La stessa alternanza scuola-lavoro, qui nella scuola di via Veneto, ha una qualità decisamente elevata rispetto agli standard comuni. Ma un grosso contributo alla riuscita del lavoro del team “Equipe4rms” lo ha dato anche l'incontro, proprio nelle sale operatorie del San Francesco, con il giovane primario della chirurgia nuorese: Carlo De Nisco. Uno che alla passione per la chirurgia robotica unisce il “pallino”, sempre fisso, di poter realizzare proprio a Nuoro una sorta di “scuola” per tutto ciò che riguarda l’innovazione nella chirurgia: il robot Da Vinci, ma non solo, considerato che il San Francesco di Nuoro è stato il primo in Sardegna, nel 2016, a introdurre la tecnologia 3D (con tanto di occhiali e colonna laparoscopica) in sala operatoria. E così, dopo un paio di lezioni preparatorie in cui i ragazzi si sono dati ruoli e compiti e hanno iniziato ad analizzare contesto e informazioni varie sul robot, mercoledì scorso, tutti bardati di verde - camici, calzari e mascherine - hanno fatto una lezione sul campo nelle linde e ultramoderne sale del blocco operatorio. «Il dottor De Nisco _ raccontano i tre studenti ancora increduli per l'esperienza vissuta _ per prima cosa ci ha fatto entrare in sala medici, dove – con l’ausilio di “slide” sue e della AB Medica (società che distribuisce in Italia il robot Da Vinci) – ci ha illustrato vantaggi e svantaggi della chirurgia col robot». Una lezione entusiasmante, a detta degli stessi studenti, cominciata alle 16 e terminata intorno alle 19, ma che sarebbe potuta durare un’intera giornata senza che la stanchezza potesse prendere il sopravvento. Ma il bello è arrivato con la “prova diretta”: «De Nisco ci ha dato una tavola di polistirolo, ago e filo, e ci ha fatto simulare un intervento sotto la sua supervisione». Mentre i tre ragazzi fanno a gara per rivivere le emozioni della giornata e dell’intera esperienza, è impossibile non notare l'orgoglio della preside, Mariantonietta Ferrante, che traspare, in tutta la sua poesia, dallo sguardo: «La motivazione di questi ragazzi _ spiega _ dimostra che la competenza acquisita direttamente sul campo, dando loro la possibilità di mettersi direttamente in gioco, è un'opportunità valida, che può integrare efficacemente l'esperienza dell'alternanza scuola-lavoro».