Italia Nostra contro il mega parco eolico: «Impatto enorme»
L’associazione: «Gomoretta bene paesaggistico da tutelare» Chiarimenti richiesti anche dal ministero dei Beni culturali
24 marzo 2018
2 MINUTI DI LETTURA
BITTI. «Il parco eolico di Gomoretta non s’ha da fare». Dopo la mobilitazione del comitato civico Santu Matzeu anche l’associazione Italia Nostra è pronta a dare battaglia. Un primo, importante passaggio riguarda il procedimento di valutazione di impatto ambientale in corso al ministero dell’Ambiente.
Il mega progetto, costituito da 13 torri e presentato dalla Gamesa, viene contestato attraverso numerose osservazioni. “Si tratta – si legge nel documento dell’associazione ambientalista – di aerogeneratori di dimensioni gigantesche: le torri di sostegno hanno un’altezza di 84 metri e il rotore un diametro di 132 metri, per un’altezza complessiva quindi di 150». Gli ambientalisti contestano in 10 punti la sostenibilità del progetto anche a causa delle sue dimensioni. L’impianto è articolato in due settori ubicati sulle alture di Sa Gomoretta e Fruncu sa Capra che ricadono nel territorio di Bitti e Orune, ma anche il Comune di Buddusò risulta coinvolto perché dovrebbe ospitare la cabina di trasformazione della corrente che in cavidotto interrato proviene dall’impianto. “Per quanto concerne gli impatti ambientali vengono rilevate le irreversibili alterazioni delle componenti biotichee d abiotiche determinate da opere invasive quali le fondazioni delle torri, il raddoppiamento delle sedi stradali esistenti, la demolizione dei caratteristici muretti a secco, la creazioni di percorsi ed aree di servizio che coinvolgerebbero circa 75 ettari di terreni agricoli” sottolineano a questo riguardo i responsabili di Itali Nostra che analizzano l’impatto sul paesaggio. “Anche gli impatti paesaggistici appaiono rilevanti sia per il gigantismo del parco tecnologico, sia per la profonda alterazione di quei valori identitari che legano indissolubilmente le comunità al proprio territorio. Il pianoro che abbraccia le alture –si legge ancora nel documento – è infatti da tempo immemorabile adibito all’allevamento degli ovini e coltivato a seminativi ed erbai ed ospita oltre dieci aziende agricole”. L’area è vicina a due santuari della cultura nuragica, quali sono i siti di Su Romanzesu e Su Tempiesu, è un vero giacimento culturale a cielo aperto per la presenza di numerosi nuraghi, domus de janas, dolmen. Qui sono stati censiti inoltre 110 siti e quindi anche il rischio archeologico risulta estremamente elevato. A chiedere lumi sull’impatto del parco anche la Direzione generale del ministero dei Beni culturali che su indicazione delle due Soprintendenze di Nuoro e Sassari ha già fatto recapitare al ministero dell’Ambiente le proprie osservazioni con una richiesta, articolata in ben 34 punti, di integrazioni progettuali. C’è poi l’assoluta mancanza di un dibattito pubblico, dibattito che si è comunque sviluppato su imput della popolazione locale.
Il mega progetto, costituito da 13 torri e presentato dalla Gamesa, viene contestato attraverso numerose osservazioni. “Si tratta – si legge nel documento dell’associazione ambientalista – di aerogeneratori di dimensioni gigantesche: le torri di sostegno hanno un’altezza di 84 metri e il rotore un diametro di 132 metri, per un’altezza complessiva quindi di 150». Gli ambientalisti contestano in 10 punti la sostenibilità del progetto anche a causa delle sue dimensioni. L’impianto è articolato in due settori ubicati sulle alture di Sa Gomoretta e Fruncu sa Capra che ricadono nel territorio di Bitti e Orune, ma anche il Comune di Buddusò risulta coinvolto perché dovrebbe ospitare la cabina di trasformazione della corrente che in cavidotto interrato proviene dall’impianto. “Per quanto concerne gli impatti ambientali vengono rilevate le irreversibili alterazioni delle componenti biotichee d abiotiche determinate da opere invasive quali le fondazioni delle torri, il raddoppiamento delle sedi stradali esistenti, la demolizione dei caratteristici muretti a secco, la creazioni di percorsi ed aree di servizio che coinvolgerebbero circa 75 ettari di terreni agricoli” sottolineano a questo riguardo i responsabili di Itali Nostra che analizzano l’impatto sul paesaggio. “Anche gli impatti paesaggistici appaiono rilevanti sia per il gigantismo del parco tecnologico, sia per la profonda alterazione di quei valori identitari che legano indissolubilmente le comunità al proprio territorio. Il pianoro che abbraccia le alture –si legge ancora nel documento – è infatti da tempo immemorabile adibito all’allevamento degli ovini e coltivato a seminativi ed erbai ed ospita oltre dieci aziende agricole”. L’area è vicina a due santuari della cultura nuragica, quali sono i siti di Su Romanzesu e Su Tempiesu, è un vero giacimento culturale a cielo aperto per la presenza di numerosi nuraghi, domus de janas, dolmen. Qui sono stati censiti inoltre 110 siti e quindi anche il rischio archeologico risulta estremamente elevato. A chiedere lumi sull’impatto del parco anche la Direzione generale del ministero dei Beni culturali che su indicazione delle due Soprintendenze di Nuoro e Sassari ha già fatto recapitare al ministero dell’Ambiente le proprie osservazioni con una richiesta, articolata in ben 34 punti, di integrazioni progettuali. C’è poi l’assoluta mancanza di un dibattito pubblico, dibattito che si è comunque sviluppato su imput della popolazione locale.