Amianto killer nelle fabbriche: 500 lavoratori sardi chiedono giustizia
Folla a Ottana per l'assemblea dell'Aiea, l'associazione esposti amianto: le vittime sono già 130, tutte ex operai. Nasce un fronte comune con la Cgil
OTTANA. È una strage silenziosa, protratta nel tempo, che ha lasciato sul campo più di 130 morti, ma l'elenco potrebbe allungarsi drammaticamente nei prossimi anni. Non c'è pace per chi ha respirato amianto senza alcuna protezione dagli anni '70 sino alle porte del nuovo secolo negli stabilimenti di Ottana.
Eppure due anni di battaglie dell'Aiea, l'associazione esposti amianto presieduta in Sardegna da Sabina Contu, sono serviti a rompere il muro di omertà, anche istituzionale, che circondava queste morti bianche, morti che non facevano notizia perché chi era chiamato a vigilare aveva tutto l'interesse a tenerle sotto traccia.
Ora quel muro è stato abbattuto, la Regione ha assunto il proprio ruolo per affrontare questa autentica emergenza che riguarda decine e decine di ex lavoratori della Sardegna centrale, anche se ancora c'è molto da fare. C'erano almeno cinquecento persone ieri mattina all'hotel Funtana & Donne per fare il punto sulla battaglia dell'Aiea per Ottana. Ex lavoratori con i propri familiari, o congiunti di chi è venuto a mancare, amministratori comunali e regionali, parlamentari. Prendono la parola in molti, ma parlano soprattutto le immagini e le testimonianze dei protagonisti (nel documentario di Antonello Carboni e nel filmato di Francesco Tolu) per raccontare cosa sia accaduto prima e dopo la chiusura di quegli impianti a rischio. Ma l'occasione di ieri è stata anche determinante per sancire una nuova intesa tra l'Aiea e uno dei maggiori sindacati, la Cgil, in quella che finalmente è stata individuata come una battaglia comune.
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