Santa Teresa accoglierà 12 migranti in quattro case
di Walkiria Baldinelli
Il Comune aderisce al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati Il sindaco Pisciottu: stop ai centri di accoglienza come quello di Porto Pozzo
30 agosto 2017
2 MINUTI DI LETTURA
SANTA TERESA. Il Comune dice sì allo Sprar, porte aperte a 12 migranti dai 18 ai 25 anni. Santa Teresa aderisce al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, con un progetto triennale a costo zero per l'ente locale. «Il 5% dei 175mila euro annui a carico del Comune non prevedono uscite – spiega il sindaco Stefano Pisciottu, riunito con i cittadini – mettiamo a disposizione personale. Il resto è finanziato dal ministero dell'Interno». Attraverso una manifestazione di interesse il Comune invita proprietari di immobili e operatori economici ad affittare case nel centro abitato di Santa Teresa – 4 in tutto in cui ripartire i 12 posti letto complessivi –, per un importo totale annuo per posto letto non superiore a 21mila 600 euro, cioè a 150 euro mensili per ospite, pari a un canone mensile di 600 euro ad abitazione. Le domande vanno protocollate in Comune entro il 13 settembre. La scelta dell'amministrazione riceve consensi dai pochi cittadini presenti nel salone consiliare, le contestazioni di altri viaggiano sui social. «Questa è la sede istituzionale in cui parlare del progetto – sottolinea il sindaco -. Santa Teresa è un paese civile e accogliente. Non credo si possa obiettare la scelta di aderire allo Sprar: consente una distribuzione equilibrata e sostenibile di 12 migranti, 2,5 ospiti ogni 1000 abitanti. La clausola della convenzione ministeriale, inoltre, blocca la creazione di Centri di accoglienza secondaria (Cas), come quello attivo da gennaio 2016 nell'hotel Porto Pozzo, in cui sono ospitati 155 migranti». Ciò non significa che nel momento in cui prenderà il via il progetto Sprar chiuderà i battenti. Ma da quella data, si ipotizza gennaio 2018, nel centro non potranno più entrare altri ospiti. Bisognerà comunque attendere la scadenza naturale dell'accordo privato stipulato con la prefettura dalla cooperativa che gestisce il servizio. Quella fu una scelta calata dall'alto, ora il Comune vuole avere un ruolo attivo – sottolinea Pisciottu -. Ed evitare che vengano aperti altri Cas. Ci risulta che ci sono già due richieste pronte. Tradotto in numeri, si corre il rischio di dover ospitare minimo altri 400 richiedenti asilo politico. Santa Teresa si inserisce nel progetto territoriale dell'Unione comuni alta Gallura di cui fa parte: offrire un percorso di accoglienza Sprar diversificato da ogni ente locale. Una scelta singola di ogni amministrazione. Sinora hanno aderito solo 7 comuni». Subire il fenomeno o gestirlo? «Bene fa il Comune di Santa Teresa ad aderire allo Sprar – commenta il presidente Anci Sardegna, Emiliano Deiana -, l'unico strumento legislativo al momento che consente una gestione adeguata sia sul piano funzionale che umano dell'accoglienza diffusa dei migranti e pone un argine al proliferare dei centri straordinari della prefettura».