La diocesi restaura Santo Spirito con le donazioni dell’8 per mille
di Angelo Mavuli
La chiesetta campestre vicino al bivio per Aggius era tra le più visitate sino al 1990 Fu danneggiata dai lavori per le gallerie della statale e dal blocco dei cantieri per sospetti di mafia
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TEMPIO. La storica chiesa dello Spirito Santo, a valle della statale 127 sulla direttrice per Sassari, e del bivio di Aggius, verrà restaurata e restituita al culto dalla Diocesi con centomila euro provenienti interamente dai fondi dell’otto per mille della Chiesa Cattolica. La notizia è stata resa nota da don Francesco Tamponi, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi Tempio-Ampurias, suscitando unanimi consensi.
Quella dello Spirito Santo, per la quale si celebrava la festa ai primi di giugno, sino al 1990 era una delle chiese campestri più visitate. Non solo nel periodo estivo e autunnale ma anche in altri periodi dell’anno. Dal 1990 in poi, per qualche tempo fu negativamente interessata ai lavori per il nuovo tracciato della statale 127 Tempio – Sassari con esiti devastanti. Quei lavori infatti, sospesi per infiltrazioni mafiose, mai finiti ed ancora oggi miseramente ed oltraggiosamente presenti con i suoi monconi o le occhiaie nere di gallerie senza uscita, nel panorama delle dolci campagne tempiesi, hanno riguardato anche l’area intorno all’edificio dove, come spiega una relazione tecnica dei due progettisti, l’architetto Peppino Menconi e l’ingegnere Paolo Cossu, non poco danno è stato arrecato dalla movimentazione della terra per la creazione di scarpate con pendenza prossima all’ottanta per cento e la realizzazione dell’imponente imbocco della galleria ad una distanza di qualche decina di metri dalla chiesa. Tutto questo, unito alla vetustà dell’edificio più volte restaurato alla bella meglio, ha danneggiato strutturalmente la chiesa. I lavori per i quali è già in corso l’accantieramento, sotto la guida dei succitati tecnici, verranno eseguiti dall’Impresa edile del geometra Domenico Nicolli di Calangianus.
La chiesa, che ricade sotto la giurisdizione della Parrocchia di San Giuseppe retta attualmente da monsignor Giovanni Pittorru, risale alla prima metà del XVIII° secolo, essendo citata in un documento redatto in occasione delle visite pastorali compiute in Gallura dal vescovo Salvatore Angelo Cadello Cugia tra il 1745 e il 1763. L’edificio realizzato interamente in conci di granito è caratterizzato dall’estrema semplicità tipica delle chiese rurali della Gallura. Ha forma rettangolare, con tetto a due falde impostato, nella parte del presbiterio, a quota maggiore. L’interno presenta un’aula unica, con due grandi archi in granito che scandiscono lo spazio interno suddividendolo in tre parti. La facciata principale esposta a sud-ovest presenta la sola porta d’ingresso ed è sormontata da un piccolo campanile a vela. In città la fine dei lavori e la riapertura al culto dello Spirito Santo sono molto attesi.
Quella dello Spirito Santo, per la quale si celebrava la festa ai primi di giugno, sino al 1990 era una delle chiese campestri più visitate. Non solo nel periodo estivo e autunnale ma anche in altri periodi dell’anno. Dal 1990 in poi, per qualche tempo fu negativamente interessata ai lavori per il nuovo tracciato della statale 127 Tempio – Sassari con esiti devastanti. Quei lavori infatti, sospesi per infiltrazioni mafiose, mai finiti ed ancora oggi miseramente ed oltraggiosamente presenti con i suoi monconi o le occhiaie nere di gallerie senza uscita, nel panorama delle dolci campagne tempiesi, hanno riguardato anche l’area intorno all’edificio dove, come spiega una relazione tecnica dei due progettisti, l’architetto Peppino Menconi e l’ingegnere Paolo Cossu, non poco danno è stato arrecato dalla movimentazione della terra per la creazione di scarpate con pendenza prossima all’ottanta per cento e la realizzazione dell’imponente imbocco della galleria ad una distanza di qualche decina di metri dalla chiesa. Tutto questo, unito alla vetustà dell’edificio più volte restaurato alla bella meglio, ha danneggiato strutturalmente la chiesa. I lavori per i quali è già in corso l’accantieramento, sotto la guida dei succitati tecnici, verranno eseguiti dall’Impresa edile del geometra Domenico Nicolli di Calangianus.
La chiesa, che ricade sotto la giurisdizione della Parrocchia di San Giuseppe retta attualmente da monsignor Giovanni Pittorru, risale alla prima metà del XVIII° secolo, essendo citata in un documento redatto in occasione delle visite pastorali compiute in Gallura dal vescovo Salvatore Angelo Cadello Cugia tra il 1745 e il 1763. L’edificio realizzato interamente in conci di granito è caratterizzato dall’estrema semplicità tipica delle chiese rurali della Gallura. Ha forma rettangolare, con tetto a due falde impostato, nella parte del presbiterio, a quota maggiore. L’interno presenta un’aula unica, con due grandi archi in granito che scandiscono lo spazio interno suddividendolo in tre parti. La facciata principale esposta a sud-ovest presenta la sola porta d’ingresso ed è sormontata da un piccolo campanile a vela. In città la fine dei lavori e la riapertura al culto dello Spirito Santo sono molto attesi.