La Nuova Sardegna

Olbia

A Olbia inaugurata "Maria Rocca", la scuola ricostruita grazie alla solidarietà dei sardi

Dario Budroni
L'inaugurazione della scuola Maria Rocca (foto Gavino Sanna)
L'inaugurazione della scuola Maria Rocca (foto Gavino Sanna)

Fu distrutta nell'alluvione del 2013. Alla sua rinascita hanno contribuito i lettori della Nuova Sardegna, Fondazione di Sardegna, Acri, Banco di Sardegna, Bper, Banca di Sassari, Optima Sim e Meridiana Fly. Il progetto preliminare è stato elaborato da un giovane, Giuseppe Deiana, che vinse il concorso bandito dall'Ordine degli architetti

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OLBIA. I bambini sono scattati veloci come fulmini. La maggior parte di loro non aveva mai provato l’effetto di aggirarsi per aule e corridoi di una scuola degna di questo nome. Ieri mattina 8 febbraio, dopo il taglio del nastro, il loro entusiasmo è diventato quasi incontenibile.

Non è stata soltanto una inaugurazione. L’apertura della scuola Maria Rocca di via Vicenza è stato un passo verso il futuro. Un messaggio carico di memoria e di consapevolezza indirizzato a tutta la comunità. Da ieri Olbia ha una scuola elementare nuova e soprattutto sicura, immaginata al posto di un istituto tirato su circa 30 anni fa a ridosso di un canale tombato.

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Il nuovo edificio è stato costruito grazie ai soldi donati da chi non ha voluto lasciare soli gli olbiesi nei loro giorni più tristi. E cioè i giorni del novembre del 2013, i giorni dell’alluvione, i giorni dei morti annegati e dei canali che sono entrati dentro case, scuole e negozi. La Nuova Sardegna e i suoi lettori, nelle settimane successive al passaggio del ciclone Cleopatra, avevano messo insieme 98mila euro. Poi la Fondazione di Sardegna, che ha coordinato le operazioni insieme al Comune fin dal primo momento e ha raccolto e donato circa 1 milione e 600mila euro. Una donazione fatta assieme ad Acri, Banco di Sardegna, Bper, Banca di Sassari e Optima sim. Poi Meridiana fly, che invece ha partecipato con 170mila euro.

Al progetto preliminare ci ha pensato l’ordine degli architetti, che aveva indetto un concorso vinto da un architetto che ai tempi aveva soli 27 anni, Giuseppe Diana

 

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