La Nuova Sardegna

Olbia

Nizzi: «Basta seconde case a Olbia: hotel in aree urbanizzate»

di Serena Lullia
Nizzi: «Basta seconde case a Olbia: hotel in aree urbanizzate»

Il sindaco parla alla tavola rotonda organizzata dalla facoltà di Architettura: «Il Puc è quasi pronto. Rimane da definire la quota dei metri cubi nelle zone F»

22 maggio 2018
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OLBIA. Prende forma durante l’incontro voluto dalla facoltà di Architettura la svolta ambientalista del sindaco Settimo Nizzi. In aula consiliare si parla di Urbanistica e aree costiere. Il primo cittadino spoilera alcuni punti chiave del Puc in costruzione. Stop alle seconde case. Sì a nuovi alberghi, ma nelle zone già urbanisticamente compromesse. Previste nuove aree di sviluppo ma vicino a quelle già esistenti. L’incognita del Piano urbanistico targato Nizzi resta la quantità dei metri cubi da spalmare nelle zone F turistiche, le più pregiate perché lungo la fascia costiera. La Regione è pronta a concederne solo il 20% totali. Ma per Olbia la quota è destinata a scendere. Quasi il contrappasso per aver buttato per decenni cemento in modo un po’ troppo sfrontato davanti al mare senza rispetto delle regole.

Tutela e ambiente. In poco meno di un quarto d’ora di intervento Nizzi sfodera il suo nuovo linguaggio verde. Parla di salvaguardia, conservazione del territorio, tutela. E ricorda la filosofia del suo primo tentativo di Puc, nel 2004. Bocciato dalla Regione. «Allora pensammo di fare una città concentrata, con alti indici in pochi punti – spiega Nizzi –. E con grandi spazi verdi ai quali aggiungemmo i cosiddetti standard aggiuntivi di verde. Non se ne fece nulla perché entrò in vigore il Ppr che con effetto retroattivo cancellò la nostra pianificazione. Nel 2016 siamo ritornati, abbiamo ripreso in mano il vecchio Puc e ci siamo accorti di una cosa. Che dovevamo essere ancora più duri nel salvaguardare i nostri territori. Non facciamo più seconde case. Zero. Solo così conserviamo il territorio».

Puc pronto. Nizzi non teme di annunciare che il Piano urbanistico è all’atto finale. «È pronto, lo abbiamo fatto confrontandoci con la Regione – aggiunge –. Ciò che manca è il dimensionamento dei metri cubi. Sulle zone di sviluppo cittadino siamo d’accordo. Abbiamo previsto una nuova zona di sviluppo cittadino, ma l’abbiamo pensato attaccata a quella esistente. Non consumiamo altro territorio, non andiamo a intervenire dove oggi non c’è nulla di urbanizzato. Il vero nodo rimane la previsione dello sviluppo turistico».

Zone F gioia e dolore. Il sindaco riprende un argomento affrontato con vigore anche nel faccia a faccia con l’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu. «Abbiamo necessità di realizzare delle nuove strutture alberghiere – sottolinea Nizzi –. Abbiamo pensato di costruirle in punti del territorio già urbanizzati. Dove c’è un porto, dove ci sono villaggi alle spalle o comunque parti del territorio già urbanisticamente compromessi. La legge urbanistica regionale stabilisce che nelle zone F turistiche si possa realizzare il 20 per cento del monte volume totale destinandolo a strutture ricettive. Noi siamo al 9%. Ma dal momento che in passato sono state costruite tante case abusive quelle cubature devono essere scomputate. Ovviamente una valutazione che non possiamo accettare e che contestiamo».

Più urbanisti. E dal docente dell’Università di Architettura di Venezia, Francesco Indovina, un appello. «L’Italia, la Sardegna hanno bisogno di urbanisti per fare la pianificazione. Perché l’urbanista ha una visione e una preparazione diversa, completa. Fatta di diritto, sociologia, economia».

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