Santa Teresa, è pace tra suore e Comune: pagheranno l’Imu del 2007
Walkiria Baldinelli
Le Figlie di Gesù crocifisso avevano chiesto al giudice l’esenzione. Dopo 6 anni e prima della sentenza della Corte costituzionale la scelta di saldare
17 novembre 2018
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SANTA TERESA. Stop ai contenziosi tributari, meglio la via della conciliazione. Le suore che gestiscono la casa di riposo in via Veneto, alla fine hanno scelto di pagare l'Ici non versata nel 2007: millenovecento euro. Dopo due ricorsi alla giustizia tributaria si chiude così il braccio di ferro iniziato sei anni fa con il Comune.
Le sorelle della congregazione missionaria delle Figlie di Gesù Crocifisso illuminate dalla luce divina prima ancora che dalla recente sentenza della Corte di Giustizia europea, che giudica illegittima l'esenzione Imu per attività commerciali svolte dalla Chiesa cattolica, hanno saldato la vecchia imposta comunale sugli immobili anche per i 4 anni successivi, con tanto di sanzioni accertate dall'ufficio tributi. «Per il 2012, cioè l'ultimo anno sottoposto ad accertamento, l'ente locale è andato incontro alle richieste delle suore – spiega l'assessore delle Finanze, Ignazio Mannoni –. Sgraverà la cartella dell’Imu dalle sanzioni, l'importo quindi si ridurrà di un terzo. Un escamotage contabile applicato anche per l'imposta evasa nel 2007, che ha consentito di archiviare un contenzioso iniziato nel 2012. L'ufficio tributi giustamente non può concedere sconti a nessuno e nemmeno l'amministrazione può far prevalere le ragioni del cuore sui dettami imposti dalle normative vigenti. Ma il servizio svolto da tanto tempo dalle suore è importante per la comunità locale. Così abbiamo trovato un punto di incontro».
Di fatto la congregazione missionaria gestisce in modo commerciale la casa di riposo. Ospiti, famiglie e in alcuni casi anche il Comune stesso pagano le rette. E dunque non può essere esentata dal saldo delle imposte: la vecchia Ici e l'Imu. Fino a poco tempo fa l'istituto religioso, attivo da 50 anni, non aveva versato un euro nelle casse comunali, sostenendo la tesi che nella struttura ci sono due aree dedicate al culto: la cappella e la sacrestia. Da un accertamento tributario a giugno 2012 era emerso che il fabbricato non era mai stato dichiarato ai fini Ici. Da qui l'ingiunzione di pagamento e il ricorso alla Commissione tributaria provinciale di Sassari che aveva respinto il ricorso presentato dalle suore. Impugnata la sentenza le sorelle avevano presentato appello alla Commissione tributaria regionale. Prima ancora della recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea Papa Francesco un anno fa aveva criticato la stessa esenzione giudicata illegittima dall'Ue, quella cioè concessa dallo Stato alle attività commerciali gestite da enti ecclesiastici: «Un collegio religioso è esente dalle tasse, ma se lavora come “albergo” è giusto che paghi le imposte». Imu compresa. Un invito, quello del Papa, che forse è stato accolto dalle sorelle, con il loro cambio di percorso hanno così potuto archiviare una questione tributaria aperta da oltre un lustro con il Comune.
Le sorelle della congregazione missionaria delle Figlie di Gesù Crocifisso illuminate dalla luce divina prima ancora che dalla recente sentenza della Corte di Giustizia europea, che giudica illegittima l'esenzione Imu per attività commerciali svolte dalla Chiesa cattolica, hanno saldato la vecchia imposta comunale sugli immobili anche per i 4 anni successivi, con tanto di sanzioni accertate dall'ufficio tributi. «Per il 2012, cioè l'ultimo anno sottoposto ad accertamento, l'ente locale è andato incontro alle richieste delle suore – spiega l'assessore delle Finanze, Ignazio Mannoni –. Sgraverà la cartella dell’Imu dalle sanzioni, l'importo quindi si ridurrà di un terzo. Un escamotage contabile applicato anche per l'imposta evasa nel 2007, che ha consentito di archiviare un contenzioso iniziato nel 2012. L'ufficio tributi giustamente non può concedere sconti a nessuno e nemmeno l'amministrazione può far prevalere le ragioni del cuore sui dettami imposti dalle normative vigenti. Ma il servizio svolto da tanto tempo dalle suore è importante per la comunità locale. Così abbiamo trovato un punto di incontro».
Di fatto la congregazione missionaria gestisce in modo commerciale la casa di riposo. Ospiti, famiglie e in alcuni casi anche il Comune stesso pagano le rette. E dunque non può essere esentata dal saldo delle imposte: la vecchia Ici e l'Imu. Fino a poco tempo fa l'istituto religioso, attivo da 50 anni, non aveva versato un euro nelle casse comunali, sostenendo la tesi che nella struttura ci sono due aree dedicate al culto: la cappella e la sacrestia. Da un accertamento tributario a giugno 2012 era emerso che il fabbricato non era mai stato dichiarato ai fini Ici. Da qui l'ingiunzione di pagamento e il ricorso alla Commissione tributaria provinciale di Sassari che aveva respinto il ricorso presentato dalle suore. Impugnata la sentenza le sorelle avevano presentato appello alla Commissione tributaria regionale. Prima ancora della recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea Papa Francesco un anno fa aveva criticato la stessa esenzione giudicata illegittima dall'Ue, quella cioè concessa dallo Stato alle attività commerciali gestite da enti ecclesiastici: «Un collegio religioso è esente dalle tasse, ma se lavora come “albergo” è giusto che paghi le imposte». Imu compresa. Un invito, quello del Papa, che forse è stato accolto dalle sorelle, con il loro cambio di percorso hanno così potuto archiviare una questione tributaria aperta da oltre un lustro con il Comune.