La Nuova Sardegna

Oristano

La San Quirico difende il progetto termodinamico

di Roberto Petretto
La San Quirico difende il progetto termodinamico

Presentate le risposte ai rilievi del Servizio valutazioni ambientali regionale «Ecco le nostre ragioni su collocazione, dimensionamento, centrale a biomasse»

21 aprile 2016
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ORISTANO. Sono arrivate al servizio Savi della Regione le integrazioni richieste alla società San Quirico per il progetto che punta a realizzare un impianto “ibrido solare termodinamico” nei territori tra i Comuni di Oristano e santa Giusta.

Un dossier corposo, articolato in una trentina di allegati, che dovrebbero rispondere a tutti i rilievi mossi dal Savi rispetto alle informazioni contenute nella prima documentazione.

La San Quirico solar power srl, società con sede a Bolzano, chiarisce, ad esempio, il perchè della scelta caduta proprio sui terreni nelle campagne oristanesi. In precedenza erano state vagliate anche altre ipotesi: (Villasor, Collinas, Musei, Narcao, Pabillonis, San Nicolò Arcidano, Ottana, Siamaggiore, Macomer, zona industriale di Oristano), ma tutte erano state scartate. vuoi per l’indisponibilità dei proprietari, vuoi per vincoli naturalistici o archeologici, vuoi per aree troppo scoscese o piccole. La candidatura di San Quirico è sembrata quindi la più opportuna dal punto di vista tecnico.

La società bolzanese ha anche risposto alla richiesta di ipotizzare un impianto di minore potenza. Quello che si intende realizzare è di 10 megawatt: ridurlo a 5 megawatt, come chiedeva il Savi, secondo la società non diminuirebbe l’impatto (la superficie degli specchi solari non si ridurrebbe della metà, ma appena del 32 per cento. Installando una turbina di minore potenza, inoltre, non si potrebbe utilizzare il cosiddetto sistema di reheat che serve ad aumentarne l’efficienza. Più del 30 per cento della produzione andrebbe perso. Inoltre Terna non accetta l’allaccio alla rete per impianti di potenza inferiore a 10 megawatt.

Un rilievo importante era poi relativo all’approvvigionamento idrico dell’impianto: il Savi aveva chiesto di specificare meglio le fonti idriche a cui la San Quirico intende fare riferimento e i dettagli del laghetto da 16mila metri cubi previsto dal progetto. La società ha chiesto all’Enas di potersi approvvigionare nelle acque del Tirso: «l’Ente ha replicato, comunicandoci che non è possibile concedere autorizzazioni a privati, ma solo al Consorzio di Bonifica. Da parte sua il Consorzio non può fare alcuna richiesta all’Enas, in quanto l’area interessata dall’impianto sorge al di fuori del comprensorio irriguo di loro competenza». Ma la società è venuta a conoscenza, che in passato, il Consorzio di Bonifica aveva già autorizzato il prelievo dell’acqua per usi irrigui nella stessa area: «Si è provveduto ad inviare formale richiesta allo stesso Ente, di cui ad oggi non si ha ancora ricevuto risposta».

Altre riserve riguardavano l’approvvigionamento per la centrale a biomassa. Le cifre fornite a supporto del progetto, secondo la società, arrivano direttamente dal Piano foretsale regionale. «Il materiale da utilizzare nella centrale proviene da luoghi distanti più di 70 chilometri e questo è in contrasto col principio di filiera corta», aveva obiettato il Savi. «Il progetto riguarda un impianto ibrido solare termodinamico - replica la San Quirico - e ogni valutazione dovrebbe pertantoconsiderare il funzionamento dell’impianto nella sua interezza».

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