Strada Bosa-Turas: progetto modificato, ora si può ripartire
Dopo gli ultimi accertamenti geologici sul tratto collassato la ripresa dei lavori è annunciata come imminente
BOSA. I lavori ai piedi del versante ovest di Monte Furru vicino a Turas per ora sono sospesi, ma dovrebbero riprendere forse già la prossima settimana annuncia il sindaco Luigi Mastino, dopo gli approfondimenti seguiti alla scoperta di una sorta di banco di sabbia nell’area in cui si procede alla messa in sicurezza del versante franoso che sovrasta ferrovia e strada. Dal Comune intanto arriva la determinazione del responsabile dell’area lavori pubblici che prevede il finale monitoraggio ambientale del tratto di mare antistante le opere finora realizzate.
Queste le novità sulle opere costate due milioni e mezzo di euro previste tra Bosa Marina e Turas. Nei mesi scorsi si è proceduto alla realizzazione di una chiusa e di pompe di sollevamento delle acque di S’Istagnone verso il mare, alla rimozione dei massi di Su Pinnellu sulla spiaggia di Bosa Marina e al rifiorimento della erosa massicciata a protezione della litoranea che mette in collegamento la frazione balneare con la baia di Turas, strada strategica nei collegamenti da e per Bosa e la Planargia. Qualche settimana fa operai e mezzi della ditta vincitrice dell’appalto si sono spostati sul versante franoso che sovrasta la ferrovia e l’arteria stradale, per lo sbancamento e la posa di reti metalliche a protezione della zona.
Operazioni sospese perché «nel corso dei lavori ci si è accorti che alla base della collina era presente una sorta di banco di sabbia» spiega l’assessore ai lavori pubblici Danilo Mastinu nel corso del consiglio comunale. «Un campione di terreno è stato prelevato per essere analizzato», puntualizza l’amministratore. Mentre a breve nell’area del cantiere si riunirà la commissione tecnica e di collaudo «è stato già predisposto un progetto di modifica, in settimana se tutto va per il meglio i lavori dovrebbero riprendere», rassicura il sindaco Luigi Mastino.
Nei giorni scorsi il dirigente comunale ha autorizzato il servizio di monitoraggio ambientale delle opere. I dati raccolti serviranno per stabilire se e quali mutamenti la costruzione del rifiorimento di massi in alcuni dei tratti più esposti della litoranea, ad esempio, abbia procurato. La prova del nove per la massicciata sarà l’imminente inverno, quando sulla costa si abbattono le poderose tempeste di libeccio e maestrale. Le stesse che in passato hanno determinato, in assenza di una protezione ormai erosa, anche la drastica misura della chiusura al traffico della litoranea, invasa dall’acqua e dai detriti trasportati dal mare.