Abitazioni per i Rom, di scena le fake news Il sindaco smentisce
di Simonetta Selloni
Andrea Lutzu interviene su una bufala comparsa sui social Al centro resta il nodo dell’utilizzo dei prefabbricati
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ORISTANO. Le “fake news”, le bufale, corrono veloci su Whatapp e investono il Comune di Oristano. In questo caso però le presunte panzane toccano un nervo scoperto, perchè al centro del diffusore di fake ci sono i prefabbricati per acquistare i quali la precedente amministrazione comunale guidata da Guido Tendas aveva ottenuto un finanziamento da 80mila euro. La partecipazione al bando era motivata dalla necessità di trovare una soluzione abitativa dignitosa per le famiglie rom che ancora occupano lo stabile fatiscente dell’ex mattatoio di via Rockefeller, e si chiamava “Una casa prima di tutto”. Questo quanto deciso dalla giunta Tendas, ma il sindaco subentratogli, Andrea Lutzu, ha idee diverse: «I Rom non andranno negli alloggi prefabbricati che sono adatti unicamente alle emergenze e non per viverci stabilmente» ha ribadito anche di recente.
Da qualche giorno su Whatsapp si aggira un comunicato che avvisa i cittadini di Oristano sull’«Allarme zingari in città», sostenendo che l’amministrazione in gran segreto stia predisponendo in quattro zone ben 12 «maxi case mobili a spese dei contribuenti oristanesi». Segue una raffica di considerazioni che definire razziste è dire poco, con riferimenti a «degrado, furti e scassi», e un invito ad una raccolta di firme per fermare la decisione. Tutto anonimo, ovviamente.
Il sindaco è subito intervenutuo, sottolineando che si tratta di “fake news”, bufale appunto. « Il Comune, grazie a un finanziamento di 80mila euro del ministero dell’Interno e a una partecipazione di 20 mila euro del bilancio dell’ente, si sta dotando di case prefabbricate da destinare temporaneamente a famiglie che versano in gravi difficoltà economiche e hanno perso la casa. Si tratta di un progetto che prevede la realizzazione di 4 piccole abitazioni sufficienti solo ad alleviare il disagio di chi ha perso l'alloggio e non certo sistemazioni di lusso come vuole far credere l’autore del messaggio. Inoltre, il progetto originario approvato dalla precedente amministrazione individuava l'area di realizzazione nella zona di via Ghilarza, mentre noi stiamo studiando una diversa e più favorevole ubicazione». Il sindaco rimarca che «La bufala è escogitata per minare la tranquillità di una città serena e tollerante come Oristano. Abbiamo incaricato l'avvocato del Comune, di inoltrare una diffida agli organi competenti e valutare se ci sono gli estremi per una denuncia per diffamazione». Due piani di valutazione: il primo, smentire la realizzazione di 12 “maxi case” con contestuale avviso all’anonimo autore della bugia sul social. Il secondo, sottolineare ancora che quei 4 prefabbricati, non sono destinati ai Rom, ma ad alleviare in via provvisoria il “disagio di chi ha perso l’alloggio e non certo sistemazioni di lusso». Quasi a tranquillizzare i cittadini – e la sua stessa maggioranza– escludendo la destinazione che il suo predecessore aveva previsto e per la quale era stato chiesto e ottenuto il finanziamento. Scoperta la bufala grossolana, resta il nodo di fondo ancora irrisolto della questione. Che soluzione trovare per le sette famiglie Rom in una città «serena e tollerante come Oristano».
Da qualche giorno su Whatsapp si aggira un comunicato che avvisa i cittadini di Oristano sull’«Allarme zingari in città», sostenendo che l’amministrazione in gran segreto stia predisponendo in quattro zone ben 12 «maxi case mobili a spese dei contribuenti oristanesi». Segue una raffica di considerazioni che definire razziste è dire poco, con riferimenti a «degrado, furti e scassi», e un invito ad una raccolta di firme per fermare la decisione. Tutto anonimo, ovviamente.
Il sindaco è subito intervenutuo, sottolineando che si tratta di “fake news”, bufale appunto. « Il Comune, grazie a un finanziamento di 80mila euro del ministero dell’Interno e a una partecipazione di 20 mila euro del bilancio dell’ente, si sta dotando di case prefabbricate da destinare temporaneamente a famiglie che versano in gravi difficoltà economiche e hanno perso la casa. Si tratta di un progetto che prevede la realizzazione di 4 piccole abitazioni sufficienti solo ad alleviare il disagio di chi ha perso l'alloggio e non certo sistemazioni di lusso come vuole far credere l’autore del messaggio. Inoltre, il progetto originario approvato dalla precedente amministrazione individuava l'area di realizzazione nella zona di via Ghilarza, mentre noi stiamo studiando una diversa e più favorevole ubicazione». Il sindaco rimarca che «La bufala è escogitata per minare la tranquillità di una città serena e tollerante come Oristano. Abbiamo incaricato l'avvocato del Comune, di inoltrare una diffida agli organi competenti e valutare se ci sono gli estremi per una denuncia per diffamazione». Due piani di valutazione: il primo, smentire la realizzazione di 12 “maxi case” con contestuale avviso all’anonimo autore della bugia sul social. Il secondo, sottolineare ancora che quei 4 prefabbricati, non sono destinati ai Rom, ma ad alleviare in via provvisoria il “disagio di chi ha perso l’alloggio e non certo sistemazioni di lusso». Quasi a tranquillizzare i cittadini – e la sua stessa maggioranza– escludendo la destinazione che il suo predecessore aveva previsto e per la quale era stato chiesto e ottenuto il finanziamento. Scoperta la bufala grossolana, resta il nodo di fondo ancora irrisolto della questione. Che soluzione trovare per le sette famiglie Rom in una città «serena e tollerante come Oristano».