Se la tavola da surf si rompe ecco il kit brevettato da un oristanese
Enrico Carta
L’invenzione brevettata di Alfonso Canfora si chiama Aqua e consente di aggiustare i componenti di varie attrezzature sportive in meno di un minuto e in tutte le condizioni ambientali
11 aprile 2018
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ORISTANO. Perseverare non sempre è diabolico, al contrario di quel che dice il famoso detto. A volte perseverare può essere vincente e questo è uno di quei casi. Per nove anni l’oristanese Alfonso Canfora è andato dietro alla sua idea spendendo energie e soldi. Alla fine il traguardo è stato finalmente tagliato. Nelle scorse settimane ha vinto la sua battaglia ottenendo il riconoscimento della paternità del brevetto di un innovativo sistema di riparazione istantanea per tantissimi attrezzi per l’attività sportiva.
Dopo aver trascorso il tempo a imprecare contro la malasorte che li colpiva nel bel mezzo di una performance, surfisti, ciclisti e persino appassionati di aeromodellismo non dovranno più fare i bagagli e riprendere la via di casa in presenza di sfortunati eventi. La novità è il “Kit Aqua” che consente la riparazione istantanea di componenti in vetroresina e affini appena rotti. Ne sanno qualcosa soprattutto i surfisti che spesso vedono le loro tavole danneggiate, spezzate o bucate dopo scontri in acqua durante la caccia al brivido dell’onda da cavalcare o anche i ciclisti che all’improvviso si ritrovano col telaio o con parti di esso che si spezzano lungo la strada. «Sino a ieri non c’era che una soluzione – spiega Alfonso Canfora –. Bisognava uscire dall’acqua o caricare la bicicletta in macchina per andare da in officina e farsi riparare il pezzo spendendo anche parecchi soldi. Il kit che ho brevettato consente invece una riparazione istantanea con risultati pari a quelli di una riparazione in officina».
In realtà kit che consentono la riparazione fai da te esistono già, ma tutti hanno limiti notevoli perché funzionano solamente con determinate condizioni ambientali. «C’è bisogno del sole – prosegue Alfonso Canfora – e in ogni caso si tratta di riparazioni mai definitive che non consentono di proseguire l’attività sportiva sul momento. Io ho trovato una miscela di varie componenti chimiche che, applicata direttamente sulla parte danneggiata, consente di riparare l’attrezzatura e di poterla riutilizzare in pochissimo tempo. In una quarantina di secondi l’attrezzatura è riparata con l’impearmibilizzazione garantita. Non solo, per risolvere il problema del colore a cui i surfisti sono molto attenti, l’ho brevettata sia trasparente che bianca».
Il risultato è figlio di un percorso iniziato nel 2009 con varie sperimentazioni nel garage di casa. Nel 2013, una volta trovata la giusta “chimica” Alfonso Canfora ha depositato la domanda per ottenere il brevetto di questa invenzione. La risposta non è stata automatica, anzi il percorso è andato avanti tra mille ostacoli e richieste di chiarimenti sino alla definitiva approvazione. Ora col brevetto nel cassetto, Alfonso Canfora cerca chi sia disposto a investire sulla sua invenzione. «Ho insistito tanto anche di fronte allo scetticismo generale grazie al sostegno della mia famiglia e del chimico dell’università di Sassari Sargio Scognamiglio. Ora spero che qualche azienda che già produce quel tipo di materiali possa interessarsi sia al kit che al metodo di applicazione».
Dopo aver trascorso il tempo a imprecare contro la malasorte che li colpiva nel bel mezzo di una performance, surfisti, ciclisti e persino appassionati di aeromodellismo non dovranno più fare i bagagli e riprendere la via di casa in presenza di sfortunati eventi. La novità è il “Kit Aqua” che consente la riparazione istantanea di componenti in vetroresina e affini appena rotti. Ne sanno qualcosa soprattutto i surfisti che spesso vedono le loro tavole danneggiate, spezzate o bucate dopo scontri in acqua durante la caccia al brivido dell’onda da cavalcare o anche i ciclisti che all’improvviso si ritrovano col telaio o con parti di esso che si spezzano lungo la strada. «Sino a ieri non c’era che una soluzione – spiega Alfonso Canfora –. Bisognava uscire dall’acqua o caricare la bicicletta in macchina per andare da in officina e farsi riparare il pezzo spendendo anche parecchi soldi. Il kit che ho brevettato consente invece una riparazione istantanea con risultati pari a quelli di una riparazione in officina».
In realtà kit che consentono la riparazione fai da te esistono già, ma tutti hanno limiti notevoli perché funzionano solamente con determinate condizioni ambientali. «C’è bisogno del sole – prosegue Alfonso Canfora – e in ogni caso si tratta di riparazioni mai definitive che non consentono di proseguire l’attività sportiva sul momento. Io ho trovato una miscela di varie componenti chimiche che, applicata direttamente sulla parte danneggiata, consente di riparare l’attrezzatura e di poterla riutilizzare in pochissimo tempo. In una quarantina di secondi l’attrezzatura è riparata con l’impearmibilizzazione garantita. Non solo, per risolvere il problema del colore a cui i surfisti sono molto attenti, l’ho brevettata sia trasparente che bianca».
Il risultato è figlio di un percorso iniziato nel 2009 con varie sperimentazioni nel garage di casa. Nel 2013, una volta trovata la giusta “chimica” Alfonso Canfora ha depositato la domanda per ottenere il brevetto di questa invenzione. La risposta non è stata automatica, anzi il percorso è andato avanti tra mille ostacoli e richieste di chiarimenti sino alla definitiva approvazione. Ora col brevetto nel cassetto, Alfonso Canfora cerca chi sia disposto a investire sulla sua invenzione. «Ho insistito tanto anche di fronte allo scetticismo generale grazie al sostegno della mia famiglia e del chimico dell’università di Sassari Sargio Scognamiglio. Ora spero che qualche azienda che già produce quel tipo di materiali possa interessarsi sia al kit che al metodo di applicazione».