La chiesa della Madonna di Seunis val pure una messa
THIESI. A metà dell’Ottocento Vittorio Angius scriveva che per raggiungere da Thiesi la chiesa della Madonna di Seunis era necessario un quarto d’ora di cammino. Col tempo la distanza si è ridotta,...
THIESI. A metà dell’Ottocento Vittorio Angius scriveva che per raggiungere da Thiesi la chiesa della Madonna di Seunis era necessario un quarto d’ora di cammino. Col tempo la distanza si è ridotta, le abitazioni, allineandosi lungo il viale di accesso, sono arrivate a poche decine di metri. Ci si rende conto comunque che il percorso, in leggera salita, conduce, come vuole la consuetudine per questi edifici di culto, a un «luogo alto».
L’impressione è confermata una volta sul sagrato, dominante sulle terre circostanti, in particolare sulla valle Serena, che si allunga subito sotto, ricca di vegetazione perché percorsa da un ruscello che, come ha scritto un poeta locale, «curret murmurende».
Il pianoro è ampio e di dimensioni insolite è anche l’edificio: non molto sviluppato in altezza, comprende tre navate coperte con volte a botte e un doppio allineamento di cappelle. Il primo impianto fu realizzato probabilmemte nel tardo Medioevo, e si lega a credenze e leggende di incerta attendibilità, e in parte anche contraddittorie. La più conosciuta dice che la statua della Madonna fu rinvenuta da un contadino che arava in questo punto. La portò in paese, dal parroco, ma tornava inevitabilemte nel campo. Fu avviata la costruzione di un primo modesto edificio, che col tempo, ha assunto l’aspetto attuale.
L’altra notizia dice che sarebbe l’antica parrocchiale di un villaggio poi abbandonato, Seunis appunto; ma non sono stati mai rinvenuti muri o altre rovine che lo potessero confermare. Di fatto il culto di Maria e la frequenza del luogo si sono intensificati negli anni. E si sono succedute le occasioni, in cui si è consolidata la convinzione che la Madonna fosse pronta a intercedere a favore della popolazione. La festa, che si svolge ai primi di settembre, «a sas Marias», è appuntamento importante per i thiesini residenti e per i tanti che vivono lontani. E chi non può venire formula un pensiero da lontano, come i contadini che, uscendo la mattina, rivolgevano lo sguardo al santuario «a berritta in manu».