La Nuova Sardegna

La Sardegna vera la vedi solo da una bici

di Enrico Carta
La Sardegna vera la vedi solo da una bici

Dall’oristanese Luca Basto un docufilm sulle coste dell’isola

02 settembre 2014
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ORISTANO. Giratele ad aprile le coste che oggi pullulano di gente. Passateci le notti ad aprile, in quelle spiagge oggi stracolme. Dormite dentro una tendina, dopo esserci arrivati in bicicletta e aver fatto chilometri con le sferzate del vento o la pioggia che nemmeno ti fa vedere la strada che hai percorso. Passateci anche un sol giorno e scoprirete che sono diverse da quelle dei bagni estivi.

Non ci credete? Allora vi racconta tutto l'oristanese Luca Basto che a 31 anni ha fatto unesperienza estrema cavalcando la sua bicicletta. È partito ai primi di aprile e ha percorso gran parte di quei 1.850 chilometri di coste sarde in solitudine non sempre beata. Oltre alle due ruote, i suoi compagni di viaggio sono stati un telefonino "utilizzato solo una o due volte al giorno per non far preoccupare mia madre a casa", una tendina e un'indispensabile videocamera perché tutto verrà trasformato in un documentario amatoriale che è in fase di montaggio grazie alla collaborazione di Giulio Luperi e della Documentari Shardana che i due amici hanno costituito e con la quale hanno già dato alla luce altre due opere, una delle quali su S'Archittu e sulle coste dell’Oristanese.

Ma era arrivato il momento di fare un passo in avanti e sarà nel nuovo video – durerà quaranta minuti – che l'esperienza di Luca Basto diventerà quella di tutti. Partito con pochi soldi, in sedici giorni, ha speso appena quaranta euro giusto per acquistare un po' di frutta. Ben presto ha finito la sua salsiccia e la provola che aveva portato con sé da casa. Ha mangiato miele e mandorle, ma per percorrere sessanta chilometri al giorno ci vogliono energie e il sostentamento gliel'ha dato la natura. Erbe selvatiche sono finite nella sua dieta che è stata arricchita da quel po' di pesce, mangiato ovviamente crudo, che il mare riusciva a garantire, e persino da insetti come cavallette o come quegli scarafaggi neri che ogni tanto camminano nelle spiagge lasciando per qualche istante il segno del loro effimero passaggio.

Anche loro, oltre la forza di volontà, sono stati la linfa del viaggio solitario iniziato da Oristano, proseguito per Pistis, Arbus, Bugerru, Calasetta, Teulada, Cagliari, Costa Rei, Perdasdefogu, Lotzorai, Orosei, San Teodoro, Palau, Santa Teresa, Castelsardo, Alghero e Bosa sino al rientro a casa. Un viaggio con pochi incontri. "È stata dura – racconta Luca Basto –. Ho scambiato parola solo con tre persone in tutto il percorso. All'inizio ho pensato di fare interviste, però quando ti abitui a star solo, perdi quasi la forza per metterti in contatto con gli altri. Sopraggiunge la solitudine e l'umore ne risente».

Non oggi. Con quell'esperienza alle spalle, l'anima è più forte e pronta per un nuovo viaggio, per una nuova esperienza da cui guardare il mondo

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