La Nuova Sardegna

Cagliari, bombe nello scalo di Elmas caricate tra i voli di linea

di Luca Rojch
I missili stanno per essere caricati sul cargo fermo all'aeroporto di Elmas
I missili stanno per essere caricati sul cargo fermo all'aeroporto di Elmas

Gli ordigni stipati su un aereo azero. Cotti (M5s) e Pili: subito un’interrogazione

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CAGLIARI. In fila, marziali, ordinati, attendono il loro turno. Centinaia di ordigni fanno mostra di sé sulla pista dell’aeroporto di Elmas. Sullo sfondo, a poco più di 100 metri un Boeing della Ryanair e uno Alitalia.

Le bombe attendono di essere caricate su un cargo che batte bandiera dell’Azerbaigian. Sull’isola soffiano sempre più forti i venti di guerra. Tra esercitazioni, servitù, navi militari ormeggiate sulle banchine dei porti e carichi speciali negli scali, cresce l’alta tensione.

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Sulla pista dell’aeroporto civile più trafficato in Sardegna vengono caricate armi da guerra, neanche fossero barattoli di pelati. Chi passa là davanti, dopo essere stato fatto spogliare al check-in, magari aveva con sé un letale taglia unghie o una pericolosissima bottiglietta d’acqua, sgrana gli occhi e subito dopo tira fuori l’immancabile smartphone. Pochi istanti e le foto iniziano a circolare su Internet.

Virale. Video e istantanee diventano virali. La rete rilancia le immagini e in pochi istanti il caso diventa politico. E si tinge subito di giallo. Nessuno sa di preciso cosa accade nella pista di Elmas. Le immagini non lasciano spazio a dubbi. Ci sono ordigni che vengono caricati su un cargo della Silk way.

La denuncia di Cotti. Il primo a denunciare cosa accade è il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti. «Non è accettabile che in un aeroporto civile si carichino armi da guerra a poche centinaia di metri dai voli civili – dice –. Martedì presenterò una interrogazione. Voglio sapere da dove arrivano quelle armi e dove sono dirette. Qualcuno mi dice in Arabia Saudita. Voglio risposte dal governo». Cotti all’inizio di settembre aveva presentato un’altra interrogazione. «Riguarda un’azienda sarda che produce armi da guerra – continua Cotti –. Ci sono bombe d’aereo che contengono 250 chili di esplosivo. Ma alla mia interrogazione non ci sono state risposte». Cotti non si ferma. «Ora voglio sapere chi ha prodotto quelle armi e per quale motivo venivano caricate su un cargo nel cuore dell’aeroporto di Elmas e dove erano dirette. Ricordo che esiste una legge in Italia che vieta la vendita e l’esportazione di armi a paesi belligeranti».

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La protesta. Ma il clamore si propaga rapidissimo. A denunciare quello che accadeva anche il parlamentare di Unidos Mauro Pili. Il deputato ha presentato un’interrogazione al governo. «Su un Boeing 747 atterrato nella notte all'aeroporto di Elmas sono stati caricati pallet pieni di bombe. Un fatto gravissimo per il tipo di carico e perché si utilizza un aeroporto civile per un trasporto di guerra. Chi ha autorizzato questo carico e questo viaggio è un irresponsabile. Si dimostra l'atteggiamento verso la Sardegna dove si arriva a trasformare un aeroporto civile in un aeroporto destinato ad azioni di guerra. Di questo fatto deve renderne conto l’Ente nazionale dell'aviazione civile che ha autorizzato carico e volo».

L’Enac. Qualcuno si aspettava smentite, al contrario arriva la conferma da parte dell’Enac. Tutto vero. «Era regolarmente autorizzato il volo cargo partito da Cagliari con materiale bellico a bordo – rende noto l’ente in una nota –. Si trattava di un volo di natura commerciale regolarmente autorizzato nel contesto delle previsioni normative internazionali tecniche che disciplinano il trasporto di tali materiali».

Il clima. Le stellette brillano sempre meno. Esercitazioni, servitù, operazioni militari in cui vengono caricate armi e parcheggiate navi da guerra negli scali civili, la presenza dell’esercito è sempre più invasiva nell’isola.

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