Boom di contenziosi con le banche, 2 punti a favore dei correntisti
Si moltiplicano le azioni legali contro gli istituti. E spesso la magistratura dà ragione ai clienti: ecco nuovi casi-simbolo a Elmas e Sassari
SASSARI. Cresce il picco di contenziosi con le banche. Nell’isola due nuovi casi–simbolo si aggiungono alla lunghissima lista di cause, tutte rivendicazioni avanzate da correntisti convinti di aver subìto torti e soprusi. Sono, queste ultime, decisioni assunte nell’ambito di processi non definitivi. Ma, almeno per il momento, costituiscono colpi da ko in altrettanti match che si disputano da mesi.
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La prima storia. Riguarda la Bnl e arriva dalle aule del tribunale civile di Cagliari. Dove a metà settembre, come spiega l’avvocato Andrea Sorgentone, ex presidente regionale dell’Adusbef, «la magistratura ha risolto in senso favorevole a una società privata, la Penta Immobiliare di Elmas, l’annoso problema della prova: lo stesso per il quale si vorrebbe che a ricalcolare interessi, commissioni e spese fosse il cliente che non ha conservato copia dei contratti stipulati a suo tempo tutte le volte nelle quali non si può avere conferma del fido con una visura alla Centrale rischi». Situazioni nelle quali al correntista viene di solito opposta la prescrizione decennale, cioè quel passaggio di tempo che in genere impedisce ai privati di far valere i propri diritti in modo efficace.
La svolta. «Per cui, nella vicenda esaminata, quest’azienda avrebbe dovuto vedere la restituzione di soli 360 euro, invece dei 14.399 che le sono poi stati assegnati dal giudice, Andrea Bernardino, che ha così accolto le nostre tesi», prosegue l’avvocato. Il quale ha assistito i titolari della ditta assieme alla collega Elena Pirisi. E ora, ricordando i passaggi della decisione appena presa, puntualizza: «Il magistrato ha ritenuto validi indici di un affidamento “una serie di circostanze: l’aver la banca consentito al cliente di usufruire, di fatto, di uno scoperto di conto corrente per molti anni, la persistenza di un costante saldo passivo, la circostanza che l’istituto non abbia mai richiesto al correntista di rientrare dallo scoperto o abbia diffidato lo stesso, e infine l’applicazione della commissione di massimo scoperto, la quale, per definizione, consiste nel corrispettivo dovuto per la messa a disposizione di una determinata somma”». Per i legali impegnati in queste battaglie «è un principio molto importante, a prescidere dal valore della causa». Perché evidentemente costituisce un fatto che potrà essere segnalata ai giudici da altri professionisti per casi dello stesso genere.
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La seconda vicenda. «Interessa un industriale sassarese del quale per ora posso fornire solo le iniziali di nome e cognome, A.S., ma che sta per recuperare oltre 644mila euro in una causa intentata dinanzi al tribunale di Tempio nei confronti d’Italfondiario, società che opera sul mercato della gestione dei crediti in sofferenza acquisiti dai maggiori gruppi bancari italiani come per esempio Banca Intesa – chiosa Sorgentone, il quale come specialista della materia e come avvocato di fiducia dell’imprenditore si occupa anche di questa controversia – È stata infatti depositata la consulenza tecnica d’ufficio dalla quale si evince l’importo che dovrebbe essere riconosciuto al mio cliente». Naturalmente la decisione della magistratura dev’essere ancora presa e in effetti potrebbe anche disattendere le speranze. Tuttavia l’esperto che si è pronunciato non è di parte, ma è stato nominato dal giudice. «E quindi le nostre attese appaiono più che fondate», tiene a chiarire il legale.
Dettagli. Ma qual è la richiesta dell’industriale? A spiegarlo, in estrema sintesi, è sempre Andrea Sorgentone: «La questione, in un periodo che va dal 1992 al 2012, riguarda il superamento dei tassi soglia per il calcolo dei tassi, il computo degli interessi sugli interessi e la verifica di tutti i criteri alla base del conto corrente dopo l’interruzione del rapporto e l’insorgere del contenzioso. Credo così che alla fine le nostre tesi saranno accolte».
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