Scandalo dei tassi Euribor, ancora uno stop
Maxi-multa ai gruppi che hanno violato le regole, ma la pubblicazione della sentenza ritarda
SASSARI. Ricordate lo scandalo dei tassi Euribor? Beh, dopo la maxi-multa da oltre 1 miliardo inflitta dall’Antitrus Ue a 6 tra i maggiori istituti bancari internazionali molti clienti speravano nei risarcimenti dovuti per i soldi pagati in più a causa di mutui taroccati. Ma la pubblicazione della sentenza ritarda. E, senza, non è possibile far valere le loro ragioni. Ne sanno qualcosa diversi avvocati sardi che da mesi tentano di avere copia del provvedimento per avviare le cause in tempo utile.
Tutto questo nonostante in gioco, per la sola Sardegna, ci siano parecchi milioni di euro. Un esempio? Eccolo. Per un mutuo da 150mila euro a 15 anni e tasso Euribor 3 mesi + spread 2 punti, sono pari a oltre 9mila euro le somme indebitamente pretese in media dalle banche tra il 1° gennaio 2006 e il 31 dicembre 2010. Come infatti ha accertato la commissione europea di controllo, quei 6 grandi gruppi hanno fatto cartello sui tassi Euribor e Libor. E agli indici truccati si sono poi adeguate tutte le banche europee, comprese quelle che operano nell'isola.
Oggi così i consumatori sardi finiti nel meccanismo attendono gli indennizzi. E sono quegli stessi privati cittadini o titolari d'imprese chiamati a suo tempo a versare molto più del lecito per le rate dei prestiti o dei mutui a tasso variabile.
«Attualmente, le procedure per la versione pubblica della sentenza non sono concluse: le società coinvolte restano impegnate nel processo di creazione di versioni pubbliche di decisioni che non contengono segreti aziendali o altre informazioni riservate». Questa la risposta che si sono visti dare da Bruxelles diversi avvocati pronti a fare causa. Risposta accompagnata da un’altra precisazione: «In questa fase, per le discussioni con le parti, un calendario chiaro è difficile da stabilire. Sarà possibile una volta che le versioni non riservate saranno disponibili online».
«Ma tutto ciò è assurdo – commenta l’avvocato Andrea Sorgentone, tra i primi firmatari della richiesta alla Ue – Mi è stato scritto più volte, in questi 21 mesi, sempre lo stesso testo: non è stata per il momento concordata una versione pubblica della decisione con le banche coinvolte. Ma la cosa è decisamente paradossale: perché è stato l’Antitrust europeo ad accertare il mega-raggiro ai danni dei clienti e ora ora sembra quasi accordarsi con gli stessi trasgressori per non consentire la divulgazione di una decisione che potrebbe danneggiarli». (pgp)