La Nuova Sardegna

Al 60 per cento dei sardi l’acqua del rubinetto fa paura

Al 60 per cento dei sardi l’acqua del rubinetto fa paura

Per il 60 per cento dei sardi non è potabile. Tanti i disagi nell’erogazione

22 marzo 2016
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SASSARI. L’acqua del rubinetto fa paura. In Sardegna soprattutto. Se nel resto d’Italia un cittadino su tre non si fida a berla, nell’isola i diffidenti sono il doppio. Sei sardi su dieci ritengono imbevibile l’acqua che sgorga dai rubinetti di casa. La percentuale più alta d’Italia. E l’acqua con meno appeal di tutta la penisola. Ma non è l’unico problema dei rubinetti isolani. In Sardegna, infatti, il 21 per cento delle famiglie denuncia una fornitura irregolare contro una media nazionale del 9,2. A fornire i dati è l’Istat in occasione della Giornata mondiale dell’acqua istituita dall’Onu. Un quadro da cui si evince una forte sfiducia dei cittadini nei confronti dell’acqua di casa.

Consumi quotidiani. Il volume di acqua erogata agli utenti delle reti di distribuzione è stato di 5,2 miliardi di metri cubi nel 2012, che corrisponde a un consumo giornaliero di 241 litri per abitante, 12 in meno al giorno rispetto all’ultimo dato censito nel 2008. L’erogazione dell’acqua a uso potabile si presenta molto eterogenea sul territorio nazionale: la media è 280 litri per abitante. 70 in meno della Sardegna, dove vengono erogati quotidianamente 210 litri. Il record appartiene alla Valle d’Aosta con 461 litri al giorno, mentre Toscana e Puglia sono sotto quota 200.

La fornitura. Per il 9,2 per cento degli italiani la fornitura dell’acqua idrica presenta grossi problemi, una percentuale in leggero aumento rispetto al 2014. Un problema percepito soprattutto nel Sud e nelle isole. Infatti, mentre al Nord appena il 3 per cento delle famiglie ha avvertito irregolarità, in Calabria, Sicilia e Sardegna si registra il massimo del disagio. Con l’isola al 21,1 per cento, lontana dalla Calabria al 37,7.

Paura del rubinetto. La Sardegna è invece la regione che ha la maggiore sfiducia sull’acqua del rubinetto. A livello nazionale una famiglia su tre non la ritiene potabile, nell’isola è il 60 per cento a non fidarsi. Numeri lontanissimi da quelli di Trento e Bolzano, dove appena tre famiglie su cento rinunciano a bere l’acqua del rubinetto.

Agricoltura. Il più grande utilizzatore di acqua è il settore agricolo. Soprattutto in Italia, uno dei paesi europei che fa più ricorso all’irrigazione. Nell’annata agraria 2012-2013 la superficie irrigabile delle aziende agricole italiane era pari a 4 milioni di ettari, distribuiti su 783mila aziende. Tra tutte le regioni la Sardegna è quella che ha meno propensione alla irrigazione. Nell’isola solo il 5 per cento della superficie è irrigata contro il 62 della Lombardia, il 53 del Veneto e il 50 del Friuli Venezia Giulia.

Energia. L’Istat diffonde per la prima volta anche la stima a livello nazionale dei volumi di acqua utilizzati per la produzione di energia elettrica e di calore nelle centrali termoelettriche. La maggior parte della produzione è concentrata in Puglia: nei 55 impianti presenti è stato prodotto il 15,1 per cento della produzione annua totale. La Sardegna occupa il settimo posto. La distribuzione territoriale degli impianti termoelettrici è influenzata dalla presenza della risorsa idrica disponibile. Di conseguenza la maggior parte dei grandi impianti si trova lungo la costa dell’Italia meridionale e nelle vicinanze dei grandi corsi d’acqua del Nord. (al.pi.)

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