La Nuova Sardegna

Sassari, il vigile lo multa: cittadino di “Gaia” chiede i danni

di Luigi Soriga
Un'auto con la targa del Regno sovrano di Gaia fermata due anni fa a Sassari
Un'auto con la targa del Regno sovrano di Gaia fermata due anni fa a Sassari

Era stato sanzionato per ingressi vietati nella Ztl, ora l’automobilista della nazione fantasma sollecita un risarcimento di 180mila once. L’agente della polizia locale è stato “ammonito” anche con un certificato di disonore

26 febbraio 2017
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SASSARI. Uno che disconosce la Repubblica Italiana, che predica il libero arbitrio, che non attribuisce la benché minima autorità a un tribunale, a un giudice, alle leggi di Stato e a qualsiasi istituzione costituita, che si proclama eterna essenza manifestata a corpo, ma soprattutto libero cittadino del Regno Sovrano di Gaia, ecco, uno così, può mai fermarsi davanti a un divieto di accesso aalla Zona a traffico limitato di Sassari?

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I vigili urbani, che evidentemente ignoravano i dettami della sovranità individuale, hanno provato a far valere le norme più banali del codice della strada: dove c’è un divieto, lì non si passa. Gli agenti hanno compilato anche quel foglietto che in questo mondo fatto di regole, di timbri, di cartelli, di burocrazia e di divise prende il nome di multa. Carta straccia per il popolo di Gaia. Così come tutte le altre cartelle esattoriali che nel frattempo Equitalia ha cominciato a inviare. Anzi: il vigile che ha preso in carico il procedimento e che insiste nel voler far pagare la sanzione, si è beccato un “certificato di disonore con effetto immediato, nunc pro tunc, praeterea praeterea” e una richiesta di risarcimento di ben 90mila once, che nel frattempo è lievitata a 180mila. Non sarà di certo un avvocato a istruire la causa, visto che le toghe hanno lo stesso valore del mantello di Batman, ma è l’autorità stessa del Regno di Gaia a intimare il compenso-rivalsa. E il tariffario è bello salato: per ogni minuto passato sotto interrogatorio, il costo è di 1 milione di euro. Per ogni violazione della privacy, utilizzo di dati personali o indagini il costo è 2 milioni di euro. Perciò agli agenti, facendo un po’ di conti, con 180mila once-euro tutto sommato è andata bene. Però anche per i sudditi di Gaia ci sarà qualche grattacapo fuori dai confini del Regno. Infatti la vettura, oltre ad andare a zonzo con disinvoltura e senza contrassegno nella Ztl, era anche sprovvista di copertura assicurativa. E le sanzioni, per infrazioni come queste, sono piuttosto pesanti, soprattutto se non saldate subito e fatte lievitare con diritti di notifica e mora.

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A dire il vero, rispetto a qualche anno fa, è già un piccolo passo nell’omologazione: il fondatore del Regno infatti, oltre a non avere la polizza assicurativa, esibiva una targa fai date con le lettere RSG che indicavano questa misteriosa provenienza. E ultimamente era riuscito a imbarcarsi all’aeroporto, in barba ai controlli di sicurezza, con un altro passaporto faidate, sempre con il logo di Gaia.

Il fatto è che Equitalia, come i vigili urbani, come gli agenti di sicurezza aeroportuali, è l’ emanazione di un’autorità che per il popolo di Gaia non esiste. Perché lo Stato Italiano per loro non è altro che un ente di diritto privato a scopo di lucro, cioè di una spa che guadagna producendo e amministrando le azioni delle nostre identità anagrafiche fasulle. Per ogni nome e cognome viene emesso un bond, cioè un valore di mercato. Il risultato è questo: le persone sono delle merci, schiave del sistema. Ma un avvocato inglese ha smascherato il sistema delle corporazioni e l’ha disinnescato: gli Stati e le banche risultano pignorati. E viene creato l’Oppt (One People's Public Trust), un accordo che attribuisce le ricchezze del pianeta ai singoli individui, quelli in carne e ossa, togliendole di fatto agli enti giuridici che li amministrano. Ecco perché un vigile urbano o un esattore non ha alcun diritto a pretendere il pagamento di una multa: lo fa a titolo personale, e per questo si becca un certificato di disonore e una richiesta di danni.

La polizia municipale, invece, pensa ancora che il Tribunale abbia un suo perché e ha presentato denuncia in Procura: la rivoluzione di Gaia potrebbe sconfinare nel penale.

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