La Nuova Sardegna

Urzulei alla scoperta degli animali nuragici del Supramonte

di Luciano Piras
Urzulei alla scoperta degli animali nuragici del Supramonte

Il Comune apre un Centro per le specie identitarie sarde. Il sindaco Arba: «Vogliamo tutelare il nostro patrimonio»

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URZULEI. Dal cavallo alle pecore, dalle capre alle vacche, dai cani alle galline e persino alle api “nuragiche”. Animali molto diversi tra loro ma uniti da un filo comune: il patrimonio genetico autoctono. Ormai sempre più raro e in via di depauperamento visto l’abbandono del Supramonte e delle campagne in genere. È per contrastare questo fenomeno che Urzulei si prepara ad aprire il primo Centro per la conservazione delle specie identitarie domestiche sarde.

«Un Centro che tuteli e ospiti le nostre specie tipiche – spiega subito il sindaco del paese ogliastrino Ennio Arba –, dove non solo gli studiosi, ma anche i privati cittadini e in modo particolare i numerosi appassionati e cultori di tutta l’isola potranno dare e ricevere dati e informazioni utili». «La nostra amministrazione – va avanti Arba –, che già l’anno scorso a gennaio ha deliberato per la realizzazione del Centro, ha elaborato un progetto che stabilisce metodi e obiettivi da raggiungere nei tempi più rapidi possibili». Presi gli accordi di massima con l’Agenzia Forestas, il primo passo sarà quello di individuare un Comitato scientifico, che già vede l’interessamento di studiosi come l’anatomista della facoltà di Veterinaria dell’università di Sassari Marco Zedda. Il ricercatore di storia locale Fabrizio Vella, intanto, ha già avviato la raccolta e catalogazione di materiale fotografico storico e contemporaneo.

«Tale materiale, assieme ai dati raccolti presso numerosi anziani, rappresenta una buona base di partenza con preziose informazioni di carattere storico-scientifico» dice lo stesso Vella. «Recentissimo è lo studio condotto dal professor Nicola Macciotta, del Dipartimento di agraria dell’università di Sassari, sulle vacchette battezzate “di Gorropu” – riprende il primo cittadino di Urzulei –. In base ai nostri dati, altri esemplari di specie domestiche possono riservare interessanti sorprese dal punto di vista scientifico. Quello che oggi occorre – incalza Ennio Arba – è un’azione rapida, complessiva e costante che può certamente essere sostenuta e garantita da un Centro come quello in programma».

Concepito in modo tale che sia economicamente sostenibile e inclusivo, «come struttura che possa fungere da attrazione turistica e al contempo da punto di riferimento per studi e ricerche con importanti ricadute sul piano scientifico, culturale, economico e occupazionale». In tutte le isole del Mediterraneo, anche nella più piccola isola di Minorca, esiste da tempo un Centro come quello in programma nel paese ogliastrino.

«Urzulei per aspetti legati al suo territorio e alla sua storia può rappresentare il luogo ideale per questo progetto – sottolinea il sindaco –. Pertanto, ci aspettiamo da tutti i soggetti chiamati in causa la massima collaborazione: senza tentennamenti né ostruzionismi. Come amministrazione comunale siamo decisi a proseguire anche da soli, previa costituzione di un valido Comitato scientifico, anche perché la partita in gioco è importante: un patrimonio genetico e culturale millenario da salvare». In un territorio, impervio e marginale come quello ogliastrino, ma non soltanto, che si spopola giorno dopo giorno e che vede l’abbandono delle campagne sempre più marcato con la conseguente scomparsa di tutto quel prezioso patrimonio genetico rappresentato da specie o linee genetiche rarissime.

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