Nella legge sul turismo più case mobili vista mare
di Luca Rojch
La norma prevede un incremento del 10% per le strutture amovibili nei camping L’assessore Argiolas: «L’avrei evitato. Si ridiscuterà tutto nella legge sulle coste»
01 agosto 2017
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SASSARI. Qualcuno già ipotizza l’invasione delle casette mobili. Il pericolo urbanistico rischia di arrivare da un articolo contenuto nella nuova legge del turismo. Nessun metro cubo di cemento, ma la possibilità per i campeggi di mettere nuove casette mobili all’interno delle loro aree. Concessioni che arrivano dagli anni ’60, tutte a pochi metri dalla spiaggia.
Ma a dire il vero le casette con vista sul mare sembrano non piacere neanche all’assessore al Turismo. Barbara Argiolas usa tutta la delicatezza istituzionale necessaria, ma non può nascondersi davanti alla possibilità che la nuova legge sul turismo offre a chi ha un campeggio. «Personalmente non avrei aumentato le percentuali». L’articolo 15 del nuovo Testo unico sul turismo consente nelle strutture ricettive all’aria aperta, campeggi e villaggi, la creazione di casette amovibili. Si possono creare case fino al 35 per cento della capacità ricettiva della struttura. In altre parole in un campeggio con 800 persone si possono costruire fino a 135 case mobili. In precedenza la quota massima era il 25%. Tutto vero e tutto previsto dalla legge che detta le regole sul turismo. Ma sarebbe ingiusto puntare il dito contro la giunta regionale. Il testo è stato modificato al passaggio nella quinta commissione, in cui addirittura si concedeva una percentuale superiore, il 45%. Attraverso un’opera di mediazione in consiglio si è abbassata al 35. La denuncia arriva dall’architetto Salvatore Manconi, ma anche qualche consigliere aveva mostrato perplessità. L’articolo 15 riporta “è consentita la presenza di tende, caravan, case mobili o altri manufatti non vincolati al suolo nel limite di una capacità ricettiva non superiore al 35% di quella complessiva della struttura”. Al comma 2 continua. “Sono villaggi turistici le aziende ricettive organizzate per la sosta e il soggiorno in tenda, caravan e case mobili... Le case mobili sono dirette a soddisfare esigenze di carattere turistico e non costituiscono attività rilevante a fini urbanistici ed edilizi. E non possiedono alcun collegamento di natura permanente al terreno”.
L’assessore Argiolas spiega cosa prevede la norma: «La legge dice che il 35% della capacità ricettiva dei campeggi può essere adibita al funzionamento di case mobili. La normativa prima era del 25%. La legge è entrata in consiglio al 45%, con alcuni emendamenti è stata portata al 35%. Io avrei lasciato il 25». Ma l’Argiolas spiega anche un altro aspetto. «Le case mobili non hanno vincoli di carattere urbanistico. Vengono posizionate in autonomia. C’è il rischio che il riposizionamento i materiali vadano a impattare sull’ambiente. Devo anche dire che in altre regioni questa percentuale arriva al 50%. Ma la Sardegna è differente. Ha un alto valore ambientale. Secondo me questa percentuale dovrà essere ridiscussa nel dibattito sulla legge urbanistica. Si dovrà valutare con attenzione se il posizionamento di queste casette possa avere un impatto su ambiente e territori. Nel 2017 dobbiamo ripensare il concetto di campeggio. Oggi ci sono altre sensibilità. Si deve trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza di vacanza all’aria aperta e l’impatto di queste strutture amovibili. Si deve stare attenti in termini di qualità, colore e architettura».
Ma a dire il vero le casette con vista sul mare sembrano non piacere neanche all’assessore al Turismo. Barbara Argiolas usa tutta la delicatezza istituzionale necessaria, ma non può nascondersi davanti alla possibilità che la nuova legge sul turismo offre a chi ha un campeggio. «Personalmente non avrei aumentato le percentuali». L’articolo 15 del nuovo Testo unico sul turismo consente nelle strutture ricettive all’aria aperta, campeggi e villaggi, la creazione di casette amovibili. Si possono creare case fino al 35 per cento della capacità ricettiva della struttura. In altre parole in un campeggio con 800 persone si possono costruire fino a 135 case mobili. In precedenza la quota massima era il 25%. Tutto vero e tutto previsto dalla legge che detta le regole sul turismo. Ma sarebbe ingiusto puntare il dito contro la giunta regionale. Il testo è stato modificato al passaggio nella quinta commissione, in cui addirittura si concedeva una percentuale superiore, il 45%. Attraverso un’opera di mediazione in consiglio si è abbassata al 35. La denuncia arriva dall’architetto Salvatore Manconi, ma anche qualche consigliere aveva mostrato perplessità. L’articolo 15 riporta “è consentita la presenza di tende, caravan, case mobili o altri manufatti non vincolati al suolo nel limite di una capacità ricettiva non superiore al 35% di quella complessiva della struttura”. Al comma 2 continua. “Sono villaggi turistici le aziende ricettive organizzate per la sosta e il soggiorno in tenda, caravan e case mobili... Le case mobili sono dirette a soddisfare esigenze di carattere turistico e non costituiscono attività rilevante a fini urbanistici ed edilizi. E non possiedono alcun collegamento di natura permanente al terreno”.
L’assessore Argiolas spiega cosa prevede la norma: «La legge dice che il 35% della capacità ricettiva dei campeggi può essere adibita al funzionamento di case mobili. La normativa prima era del 25%. La legge è entrata in consiglio al 45%, con alcuni emendamenti è stata portata al 35%. Io avrei lasciato il 25». Ma l’Argiolas spiega anche un altro aspetto. «Le case mobili non hanno vincoli di carattere urbanistico. Vengono posizionate in autonomia. C’è il rischio che il riposizionamento i materiali vadano a impattare sull’ambiente. Devo anche dire che in altre regioni questa percentuale arriva al 50%. Ma la Sardegna è differente. Ha un alto valore ambientale. Secondo me questa percentuale dovrà essere ridiscussa nel dibattito sulla legge urbanistica. Si dovrà valutare con attenzione se il posizionamento di queste casette possa avere un impatto su ambiente e territori. Nel 2017 dobbiamo ripensare il concetto di campeggio. Oggi ci sono altre sensibilità. Si deve trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza di vacanza all’aria aperta e l’impatto di queste strutture amovibili. Si deve stare attenti in termini di qualità, colore e architettura».