La Nuova Sardegna

Sabbia sarda come un tesoro, rubata e venduta su Ebay

Sabbia sarda come un tesoro, rubata e venduta su Ebay

La denuncia dei Riformatori: esposto in Procura e interrogazione al governo 

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SASSARI. Come rubare un pezzo di Colosseo e metterlo in vendita su Ebay per pochi spiccioli. Il paragone può sembrare eccessivo solo per chi non conosce le spiagge dell’isola. Monumenti della natura. Tanto preziosi che troppi turisti decidono di portarsi a casa un pezzetto di quel sogno. Un sacchetto carico di sabbia. Sacchetto dopo sacchetto nel 2016 sono state sequestrate negli aeroporti sardi 5 tonnellate di sabbia che i turisti cercavano di portarsi a casa.

Il traffico clandestino molto spesso si infrange davanti all’occhio implacabile dei raggi x ai controlli in aeroporto. Ma i trafficanti di sabbia riescono anche ad aggirare i controlli e a portare a casa il bottino. Ma qualcuno non si accontenta e decide anche di venderlo all’asta su Ebay. Il sito di e-commerce nella sua versione tedesca mette in vetrina la sabbia di diverse località turistiche dell’isola. Dal Poetto a Cala Sinzias, dalla spiaggia di Maria Pia ad Alghero, ai granelli preziosi di Porto Pollo, in Gallura.

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I prezzi. Un ampio campionario. Spacciato per posta. Basta pagare da 2,5 euro fino a una decina di euro. La sabbia del Poetto, di Cala Sinzias, di Sant’Elmo e di Alghero Maria Pia è stata venduta per 2,50 euro. Per 5,99 euro i granelli dello Scoglio di Peppino. E con 9,99 euro di un “compra subito” si può ancora portare a casa la sabbia pregiata di Porto Pollo.

La denuncia. A denunciare il traffico sono due esponenti dei Riformatori. Il deputato Pierpaolo Vargiu e il presidente Roberto Frongia. «Continua il vergognoso furto di sabbia dalle spiagge che offende e violenta l’intera Sardegna. Con l’aggravante che la sfrontatezza e il senso di impunità dei ladri è tale da consentirgli di vendere il bottino per pochi euro sui siti di e-commerce internazionale».

Vargiu ha presentato una interrogazione urgente al Governo a cui è stato unito un esposto a tutte le procure della Repubblica dell’isola con le schermate del sito www.ebay.de, che mette in vendita per pochi euro la sabbia sarda. «Il bottino vigliacco di sabbia, che è il frutto del tradimento della ospitalità dei sardi – denunciano Vargiu e Frongia – è messo in vendita nei siti di e-commerce per pochi euro. Una vergogna che deve finire. Il turismo è un’attività economica di scambio tra culture, non può diventare la spoliazione fraudolenta delle risorse ambientali. Chiediamo l’intervento immediato del Ministro e della magistratura».

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Le leggi. Non è la prima volta che la sabbia rubata nell’isola finisce all’asta on line. A dire il vero è una costante. Ogni anno negli aeroporti sardi vengono sequestrate tonnellate di sabbia rubata dai turisti e intercettate al controllo bagagli. E anche la Regione ha adottato la linea dura. Nella nuova legge sul turismo sono previste sanzioni da 500 a 3mila euro per chi ruba i pregiati granelli dai litorali isolani.

Una scelta inevitabile anche per stroncare un fenomeno in crescita. Le campagne di sensibilizzazione sembrano non fare breccia sulla volontà predatoria di alcuni turisti che proprio non riescono a rinunciare al souvenir.

Ma nella nuova legge sul turismo non ci sono solo le multe riservate ai ladri di sabbia. Chi pianta le tende in spiaggia o in aree in cui il campeggio è vietato, rischia una multa compresa da 100 a 300 euro. Molto di più rischiano i gestori delle strutture ricettive che non rispettano le norme. Per loro sanzioni tra i 200 e i 12mila euro. (l.roj)
 

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