La Nuova Sardegna

«Premier anche per i sardi Più lavoro meno servitù»

di Luca Rojch
«Premier anche per i sardi Più lavoro meno servitù»

Il leader leghista mercoledì nell’isola siglerà l’accordo elettorale col Psd’Az

21 gennaio 2018
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SASSARI. Ambientalista, pacifista, operaio. Il Matteo Salvini che nessuno si aspetta parla di Sardegna. E lo fa con la giacca, ancora in prova, da premier. Il leader della Lega ha messo dentro un armadio il celodurismo e la “Roma ladrona”. Gli slogan della Lega Nord non esistono più. Hanno lasciato il posto a un partito conservatore, che strizza l’occhio al populismo trumpista, ma lo pittura di verde, bianco e rosso. Lo straniero non passerà. Prima ci sono gli italiani, tutti. Lombardi e sardi. E questo basta a indicare la distanza siderale tra la Lega secessionista di Umberto Bossi e quella pop di Salvini. Un candidato premier che risponde a qualsiasi domanda e ci mette l’agonismo di un mediano in mezzo al campo.

In queste ore si parla della possibile candidatura di Umberto Bossi, cosa ne pensa?

«In realtà di candidature non abbiamo ancora parlato. Fino a ora mi sono occupato di programma e delle cose da fare. Dall’abolizione della legge Fornero all’immigrazione, alle leggi sul lavoro. I nomi non sono fondamentali. L’importante è che chiunque venga candidato condivida le battaglie della Lega. La sua presenza in tutta Italia, e le battaglie per l’autonomia e il federalismo. Si sarà candidati solo se si condividono questi principi».

Se il centrodestra vincerà le elezioni e lei sarà il premier cosa farà nei primi 100 giorni?

«La priorità è quella che la gente mi chiede tutti i giorni: il lavoro. Ma anche l’abolizione immediata della legge Fornero. E cancelleremo tutti gli aspetti odiosi della burocrazia, dal redditometro allo spesometro, agli studi di settore. E semplificheremo anche la legge sulla legittima difesa, ne parlavo prima con l’avvocato Giulia Bongiorno».

Semplificare? In che modo?

«Cancelleremo il reato di eccesso di legittima difesa. Se qualcuno entra a casa tua o nel tuo negozio e ti minaccia con un arma o attenta alla tua incolumità hai diritto di difenderti sempre e in ogni modo».

A proposito dell’avvocato Bongiorno la sua candidatura nella Lega è stata criticata dal governatore della Lombardia Roberto Maroni. Mi pare che ci sia una forte tensione tra lei e Maroni.

«Maroni non si è ricandidato alla guida della Regione Lombardia per una sua scelta, ha fatto un passo di lato. Io non ho tempo per polemiche sterili né all’esterno, né all’interno del partito. L’avvocato Bongiorno ha fatto una legge importante sullo stalking che ha tutelato migliaia di donne. Del passato non mi interesso. Mi alzo ora da una riunione tra il candidato del centrodestra alla guida della Regione Lombardia e una serie di imprenditori e commercianti. Come può capire ho tanti impegni per pensare a certe cose».

A proposito, condivide le parole sulla razza italiana pronunciate dal candidato governatore Attilio Fontana.

«Era una battuta, è acqua passata. Ma le posso dire che condivido il concetto. La Lega è per gli italiani. Prima gli italiani per il lavoro, l’assegnazione delle case popolari, i diritti. Le affermazioni di Fontana indicavano solo questo».

Berlusconi la indica come perfetto ministro dell’Interno, a lei sta bene?

(Ride). «Lo ringrazio per la stima. Garantire la sicurezza degli italiani è un compito importante. Ma io ho un’altra ambizione. Voglio che il centrodestra vinca e la Lega sia il primo partito. A quel punto sceglierò le persone migliori per governare. Noi abbiamo un simbolo preciso. C’è scritto “Lega Salvini premier”. Chi vota sa per chi vota e chi sarà il presidente. Gli altri partiti non possono dire la stessa cosa, né Forza Italia, né il Pd».

Avete scritto nel vostro programma che abolirete la legge Fornero, ma dove troverete i soldi per mantenere in ordine i conti dell’Inps e dello Stato?

«Basta chiudere tutti i rapporti che gli italiani hanno con Equitalia. Ci sono mille miliardi di cartelle esattoriali che devono essere riscosse. Siamo sicuri di ricavare da questa operazione solo nei primi due anni 60 miliardi. Soldi che da soli bastano a coprire il buco nei conti dell’Inps dall’abolizione della Fornero per tre anni. Il meccanismo è semplice chiederemo la rottamazione delle cartelle con il pagamento del 15 per cento del totale. In altre parole se un artigiano deve 40 mila euro, ne paga 6 mila e riprende a lavorare e a versare le imposte. La rottamazione di Renzi ha fallito perché se uno doveva 60 mila euro ne doveva pagare 40. Ma chi si trova in quelle condizioni di certo non ha 40 mila euro».

A proposito di tasse Berlusconi ha lanciato l’idea della flat tax, la condivide?

«A dire il vero in Parlamento c’è un’unica proposta di legge di flat tax, è del 2015 e l’ha presentata la Lega. Ora ne parlano tutti, anche Trump, che l’ha applicata al 21 per cento e ha fatto ritornare tante aziende americane a produrre negli Stati Uniti».

Lei è l’unico politico italiano ad avere sostenuto Trump in campagna elettorale.

«E lo rifarei subito. Trump è un grande presidente. Ha mantenuto tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Dall’abolizione delle tasse, alla costruzione di un muro con il Messico che tenga lontano i migranti. Alla scelta di spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme. Tutte scelte che condivido».

Lei andrebbe al governo con i 5 Stelle?

«Mai, per nessuno motivo. Siamo diversi. Faccio un piccolo esempio successo qualche giorno fa all’Europarlamento e visto con i miei occhi. Una deputata della sinistra svedese ha presentato una proposta per tutelare i migranti climatici. Proposta approvata con i voti del Pd e dei 5 Stelle. Migranti climatici? Ma cosa sono? Non ho capito. Devo tutelare uno di Bolzano che ha freddo e va a vivere a Olbia? Ma le sembra una cosa seria?».

Perché avete fatto un accordo col Psd’Az in Sardegna?

«Per motivi culturali in primis. Lega e Psd’Az hanno radici autonomistiche comuni. E Il Partito sardo d’Azione ha una lunga storia in questo senso. Era una cosa quasi naturale. Entrambi vogliamo un’Italia federata. Mercoledì vengo in Sardegna per firmare un accordo che non si fermerà al 4 marzo. Sarà una base solida anche per il futuro».

Di cosa parlerà ai sardi?

«Per prima cosa del lavoro. Perché non è possibile che in Sardegna ci siano aree in cui la disoccupazione arriva al 70 per cento e poi degli altri temi, dall’ambiente al turismo, ai trasporti. La continuità territoriale aerea e marittima è un disastro. Deve essere ripensata».

Ma lei pensa alla Sardegna e alla Lombardia come piccole Catalogne?

«No perché il modello Catalogna si è rivelato sbagliato. Noi vogliamo partire dalle rivendicazioni per i territori. Faccio l’esempio della Sardegna. Chiederemo di rivedere la continuità territoriale, il costo dell’energia e le politiche per il lavoro, tanto per citare alcune cose».

Quali altre proposte ha per la Sardegna?

«Di sicuro la questione dei migranti. Ho sentito che in Sardegna è stato proposto di ripopolare i paesi dell’interno con i migranti. Una follia. Sa anche qui in Lombardia se ne è parlato. Se andremo al governo risolveremo la questione in poco tempo. Quelli che hanno diritto all’asilo restano, gli altri tutti a casa. E frontiere chiuse. I barconi verranno riaccompagnati da dove sono partiti. Questa follia deve finire. In questi giorni nel silenzio più totale ne sono sbarcati altri in Sicilia».

Cosa pensa delle servitù militari?

«Credo sia un sistema che deve essere rivisto. Non si può appaltare pezzi interi di territorio all’esercito per esperimenti bellici togliendoli ai cittadini e senza ricavarci nulla. So che molti storceranno il naso ma questo tipo di trattati deve essere rivisto. La Lega vuole ridiscutere tutti i trattati europei».

Sa che in Sardegna si vuole fare un referendum per avere il riconoscimento dell’insularità in Costituzione?

«Certo e lo condivido. Condivido il sistema referendario e questo in particolare. I temi delle isole e della montagna per me sono centrali. Chi vive in queste aree deve avere maggiore autonomia».

Nell’isola c’è un grande dibattito sulla legge urbanistica, cosa ne pensa?

«Dico che si è costruito tanto in Sardegna, e non sempre bene. Si è costruito troppo. Il problema non è delle zone costiere, ma del consumo del territorio. In Lombardia abbiamo approvato una legge che vieta il consumo del territorio. Puoi costruire solo dove hai già costruito. Così migliora la qualità e si tutela l’ambiente».

È vero che alla base dell’accordo c’è la candidatura di un esponente del Psd’Az in Lombardia?

«Non so se in Lombardia, di sicuro nella penisola».

Avete sentito altre forze indipendentiste in Sardegna per cercare un accordo?

«No, col Psd’Az c’è una affinità. Certo spero che tutti i partiti indipendentisti sardi si uniscano a noi attraverso i sardisti e si formi un’unica coalizione che sostenga una causa comune».

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