La Nuova Sardegna

Zone economiche speciali, in Sardegna si punta sui porti industriali

di Claudio Zoccheddu
Zone economiche speciali, in Sardegna si punta sui porti industriali

Anche la Regione al lavoro per delimitare le aree che sfrutteranno il nuovo regime fiscale. Paci: «Il nostro progetto include Cagliari, Olbia, Porto Torres, Oristano, Portovesme e Arbatax»

28 gennaio 2018
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SASSARI. La nuova vita dei porti dell’isola potrebbe passare dall’istituzione delle zone economiche speciali (Zes), uno strumento che renderebbe appetibili aree che al momento non godono di uno stato di salute eccellente. Si parla di porti e all’elenco che all’inizio sembrava prevedere l’istituzione della Zes nel solo scalo di Cagliari si sono aggiunti anche i porti di Olbia, Porto Torres, Portovesme, Oristano e Arbatax. E con la firma del governo li investimenti e la creazione si può iniziare a parlare della nascita di nuove attività e della costruzione di infrastrutture facilitate dalla fiscalità di vantaggio e tempi dell’azzeramento del mastodonte burocratico che spesso paralizza l’Italia. Inoltre, le Zes prevedono la possibilità di accedere al credito d’imposta per gli investimenti, con bonus sino a 50 milioni di euro che supera di gran lunga la soglia massima, fissata sui 15 milioni. Lo scenario, insomma, sembra talmente accattivante da superare la soglia del possibile. Invece, anche la Regione è pronta a scommettere sulle Zes e il lavoro sembra già avviato da un pezzo.

«Sulle Zone economiche speciali la Regione è già pienamente operativa per l’elaborazione di un progetto strategico che include tutti i 6 porti con zona industriale retrostante, quindi Cagliari, Portovesme, Oristano, Porto Torres, Olbia e Arbatax – spiega Raffaele Paci, vicepresidnete della Regione e assessore alla programmazione –. Abbiamo già fatto la prima riunione con i responsabili dei consorzi industriali interessati per ragionare sulla delimitazione delle aree e stiamo procedendo a ritmo sostenuto». La procedura, dunque, è già a buon punto e il futuro dei proti della Sardegna potrebbe raccontare una seconda giovinezza che trasformerebbe l’isola in una piattaforma privilegiata nel bel mezzo del Mediterraneo: «Le Zes possono essere molto vantaggiose perché prevedono una serie di incentivi fiscali e finanziari che possono realmente aiutare l’economia regionale, a burocrazia zero, con corridoi doganali semplificati e con la possibilità per le imprese che si localizzano da noi di un credito d’imposta del 50 per cento sul valore dell’investimento. Si tratta di una misura selettiva destinata alle aziende che abbiano interesse ad esportare o importare e che vedano nella semplificazione e nell’accelerazione dei processi doganali un forte vantaggio competitivo. Per la Sardegna è un ulteriore occasione per superare l’isolamento e attrarre imprese, anche grazie alla semplificazione normativa. Stiamo andando avanti anche con le zone franche doganali, a Cagliari partiranno a breve i lavori e a Portoscuso è stata avviata la procedura che adesso sarà mandata a Roma». L’isola, insomma, scommette sui porti e sulle zone economiche speciali.

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