La Nuova Sardegna

«Con le nostre panadas conquisteremo il mondo»

Dario Budroni
«Con le nostre panadas conquisteremo il mondo»

Valentina e Martina Meloni hanno preso in mano l’azienda di famiglia a Oschiri. Dagli studi al tavolo da manager per trasformare il laboratorio in industria

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OSCHIRI. Il mondo corre veloce e loro non vogliono lasciarselo scappare. Valentina e Martina Meloni, sorelle, sono quelle classiche persone quasi incapaci di spegnere il cervello. L’idea di fermarsi per riprendere fiato non è minimamente contemplata. Non è il momento adatto, soprattutto ora che addirittura in Inghilterra, Francia e Russia c’è chi ha cominciato a mettere sotto i denti le squisite e profumate panadas confezionate nel loro laboratorio. Valentina ha 27 anni, Martina solo 22. E poco più di due anni fa hanno preso la storica azienda di famiglia, che si chiama «Sa Panada», e l’hanno rivoltata come un calzino. La tradizione è sempre lì. È come una stella polare che continua a indicare il futuro. Ma con la scaltrezza tipica di due ventenni le sorelle Meloni hanno aggiunto molto altro: nuove tendenze, marketing, esportazione. Naturalmente siamo a Oschiri, la capitale della panada, cioè quel fagotto di pasta allo strutto imbottito di ottima carne di maiale. Ma pure in questo caso le due sorelle manager sono andate oltre. Ed è così che al posto della carne ci hanno messo anche patate, gamberetti, zucchine e peperoni. È la rivoluzione della panada. Uno dei piatti simbolo della tradizione gastronomica isolana adesso diventa internazionale. Si può trovare sugli scaffali dei supermercati, si può gustare nelle tavole degli hotel extralusso, si può togliere dal freezer e infilare nel forno di casa. La panada è un gioiello del gusto che diventa anche fast food.

Le radici. Un tempo le panadas, a Oschiri, si preparavano solo in casa. Nel 1989 la svolta, quando Laura Achenza, che è la mamma di Valentina e Martina, decise di aprire un laboratorio che si chiamava «Pasta fresca Monte Acuto». Il laboratorio inizialmente produceva solo panadas di carne di maiale, poi pian piano furono sperimentati altri tipi di prodotti, come le verdure. «Nostra mamma acquistò un furgoncino e insieme a due amiche cominciò a fare le prime consegne – racconta Valentina Meloni –. Aveva un suo punto vendita, ma rivendeva i prodotti anche ad altre attività. Le panadas superarono così la dimensione domestica».

Le sorelle manager. Nel 2002 una seconda svolta. Laura Achenza, che alle figlie ha sicuramente trasmesso lo spirito imprenditoriale, cambiò nome alla ditta, che divenne «Sa Panada». E da un bravo ingegnere si fece costruire un macchinario per la produzione delle panadas. «La richiesta era tanta, quindi venne creato un macchinario di linea – continua Valentina Meloni –. Il sapore naturalmente non cambia. A cambiare, invece, è la velocità della produzione». Nel 2015, dopo che la ditta aveva appena superato un periodo non facile, Laura Achenza ha radunato le sue due figlie. Una si era appena laureata in Scienze politiche e viveva in Inghilterra, l’altra invece si era da poco diplomata. «Mamma ci ha fatto chiaramente capire che ci trovavamo davanti a un bivio – racconta Martina Meloni –. Quindi noi abbiamo deciso di metterci in gioco e di entrare in azienda». Da quel momento alle redini di «Sa Panada» ci sono loro due, le sorelle Meloni. Valentina si occupa della comunicazione e della qualità del prodotto, Martina invece si occupa del commerciale.

La rivoluzione. Le sorelle Meloni hanno subito capito che la società di famiglia aveva bisogno di un nuovo slancio. «Abbiamo voluto agganciare le panadas al mondo che corre», sintetizzano bene Valentina e Martina. La loro rivoluzione tocca numerosi punti. Per esempio il crudo surgelato. «Ora la panada può essere surgelata e quindi esportata in tutto il mondo – spiega Martina –. Questo ci permette davvero di superare i confini non solo isolani ma anche nazionali». Oltre la panadas con carne di maiale, sono state poi create quelle con gamberi e zucchine, tacchino e peperoni, verdure miste, carciofi e patate. C’è addirittura una linea vegan, con l’olio d’oliva al posto dello strutto. Le panadas adesso si vendono anche in colorate confezioni da due e da quattro. «Ma esiste anche la panadas gourmet, ideata insieme allo chef Gianfranco Pulina, che può essere servita in piatti raffinati» aggiunge Martina Meloni. E poi c’è tanto marketing. «Sa Panada» riesce a vendersi benissimo sui social e da pochi mesi ha anche un nuovo logo, più fresco e più moderno.

Oschiri nel mondo. In azienda lavorano le sorelle Meloni e naturalmente la mamma Laura. Poi altre cinque persone nel laboratorio. Oggi «Sa Panada» riesce produrre tremila panadas in sette ore. Nel 2002 se ne producevano 1500. Lo scorso settembre le sorelle Valentina e Martina hanno festeggiato il traguardo di un milione di panadas sulle tavole di tutto il mondo. E questo grazie a più strategie, come il nuovo impulso dato alla produzione e alla lunga scadenza del prodotto. E poi naturalmente grazie al web, alla comunicazione, alla nuova frontiera degli ordini online. «Spediamo le panadas anche in Inghilterra e Francia – dice Martina Meloni –. Inoltre giriamo molto per partecipare alle fiere. Ne abbiamo fatto una anche a Mosca, dove abbiamo stabilito alcuni importanti contatti». Da qualche tempo i gustosi fagottini di «Sa Panada», azienda associata a Confartigianato e tra le altre cose sponsor della Dinamo Sassari, si possono trovare sugli scaffali di diverse catene di supermercati, così come nelle mense universitarie, nelle cucine dei ristoranti. Tra le idee più innovative c’è sicuramente «S’abe Sardinian street food», un ApeCar che distribuisce panadas in tutta la Gallura in stile fast food. Naturalmente non mancano i progetti futuri, come quello di aprire dei punti vendita nelle maggiori città e quello di ottenere un giorno il marchio Igp.


 

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