La Nuova Sardegna

Deve scontare trent’anni, evade durante il permesso dal carcere di Alghero

di Nadia Cossu
Deve scontare trent’anni, evade durante il permesso dal carcere di Alghero

Nel palmarès del dorgalese Mauro Piras traffico d’armi, rapine e tentato omicidio

25 marzo 2018
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ALGHERO. Mercoledì scorso non è rientrato in carcere dal permesso che gli era stato concesso per lavorare in un’impresa di Villanova Monteleone. Un progetto rieducativo che Mauro Piras, 29enne di Dorgali, stava seguendo da un po’ di tempo come detenuto della casa di reclusione di Alghero. Dal 21 marzo, quindi, il giovane è ufficialmente un evaso.

Le forze dell’ordine lo stanno cercando ovunque, sia nel Sassarese che nella sua zona d’origine: la Baronia. Mauro Piras ha scontato solo nove degli oltre trent’anni di condanna cumulati per una serie di reati molto gravi. Il 29enne apparteneva alla banda formata da una quindicina di giovanissimi che tra il 2007 e il 2009 avrebbero messo a ferro e a fuoco la bassa Baronia e Dorgali. Tutti sono stati accusati di traffico d’armi, rapine e tentato omicidio. Le indagini che avevano consentito agli inquirenti di individuare i componenti di questa banda erano partite grazie alle intercettazioni disposte dopo il duplice omicidio dei fidanzati di Irgoli Sara Cherchi e Mario Mulas (Piras non era però coinvolto in quell’inchiesta).

Nel palmarès del 29enne c’è senz’altro l’arresto nel 2009 per la detenzione di armi da guerra e clandestine. Piras e il suo complice erano stati “traditi” da una foto sul telefonino che li ritraeva mentre imbracciavano un fucile da guerra sequestrato a due fratelli di Orosei. E proprio nel telefono di questi due i carabinieri avevano scoperto la foto di Piras. Durante una perquisizione i militari avevano anche trovato a pochi metri da casa del dorgalese (che all’epoca aveva solo 20 anni), nascosto nelle campagne, un fucile da assalto Kalashnikov Akm 47 con colpo in canna e serbatoio caricato con munizioni da guerra.

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Nel 2011, invece, il collegio presieduto da Antonio Luigi Demuro lo aveva condannato a otto anni di reclusione per l’attentato al geometra del Comune di Dorgali, Fabio Cucca. Anche in quel caso non era l’unico imputato. Il collegio aveva condiviso la ricostruzione del pubblico ministero Giorgio Bocciarelli secondo il quale a mezzanotte del 28 gennaio 2008 tre giovani (tra cui Piras) piazzarono e fecero esplodere una bomba davanti a casa di Cucca. Nella Lancia Y rubata e usata per trasportare l’ordigno davanti alla casa del geometra erano state trovate delle impronte che furono attribuite senza ombra di dubbio a Mauro Piras.

Solo un anno dopo, la corte d’assise gli aveva inflitto dieci anni di carcere per il tentato omicidio (sempre in concorso) di Fabio Useli, 29enne di Dorgali. Per i giudici, Piras e altri due complici la notte tra il 14 e il 15 novembre del 2008 volevano uccidere Useli con un colpo di pistola alla testa perché convinti che fosse coinvolto nell’omicidio del loro amico Sebastiano Sale, un ventenne dorgalese ammazzato nel 2008. Useli si sarebbe salvato perché quella sera fece un’altra strada per rientrare a casa.

Infine, nel 2016, si era chiuso un altro procedimento penale a carico di Piras e di due coimputati chiamati a rispondere di undici capi di imputazione, tra cui furti di elettrodomestici, motozappe, decespugliatori, incendi e danneggiamenti ai danni di alcune aziende agricole della Baronia. Fu condannato a un anno e 4 mesi.

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