Scritte contro il sindacato «Cisl complice della Rwm»
di Antonello Palmas
Cagliari, ancora tensioni intorno alla fabbrica di bombe di Domusnovas Il segretario regionale Carta: «Scorretto incolparci, noi difendiamo il lavoro»
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CAGLIARI. Sulle bombe in Yemen scoppia la polemica: a far da detonatore alcune scritte ingiuriose contro la Cisl di Cagliari, accusata di essere «complice della Rwm»: sono comparse due notti fa di fronte alla sede principale a Cagliari, all’angolo tra via Ancona e via Brescia. E la targa con il simbolo del sindacato sul palazzo di via Ancona è stata imbrattata con alcuni spruzzi di vernice nera. La fabbrica di ordigni Rwm di Domusnovas, di proprietà del gruppo tedesco Rheinmetall, è da diverso tempo al centro di polemiche per l'esportazione di bombe che, secondo le denunce pubbliche fatte da movimenti pacifisti e partiti indipendentisti, verrebbero utilizzate nella guerra in Yemen. Su questa ipotesi era stato pubblicato anche un servizio sul New York Times che dimostrava come le armi vendute ai sauditi erano le stesse utilizzate nel terribile conflitto yemenita.
Che il clima si stia scaldando lo conferma il fatto che qualche giorno prima erano già apparse altre scritte con la vernice spray rossa, sui vetri esterni dell'aula magna di Ingegneria, in quel caso contro Giacomo Cao, docente della facoltà e presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna: «Dass ricerca per la guerra» e «Cao schiavo dei militari».
La reazione è stata immediata: la Fit Cisl Sardegna sulla pagina Facebook della federazione trasporti del sindacato sardo ha affermato di condannare il «grave atto intimidatorio cui è stata oggetto, ancora una volta, la sede della Ust Cisl di Cagliari». E ancora: «Respingiamo con forza tutti i tentativi di chi vuole fermare con le intimidazioni e la violenza quanto tutti i giorni viene svolto dalla Cisl dai suoi dirigenti e dagli operatori a favore dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati e delle famiglie di tutto il territorio». Il segretario territoriale della Cisl di Cagliari Mimmo Contu entra maggiormente nel merito del significato politico dell’atto: «Penso che sia molto inappropriato dare responsabilità ai lavoratori e ai sindacati: è un metodo che riteniamo scorretto e quanto di meno democratico possa essere fatto. Il sindacato e i lavoratori difendono il lavoro, lo hanno sempre fatto e sempre lo faranno. Abbiamo già segnalato il fatto alle autorità competenti e siamo preoccupati, perché un analogo gesto era stato fatto il 21 dicembre 2015 nel momento in cui era in piedi la vertenza sui posti di lavoro nella base aerea di Decimomannu».
Sullo stesso tono il segretario regionale Cisl, Gavino Carta: «La Cisl difende il lavoro, non l'attività, e credo sia ingeneroso scaricare le responsabilità sul sindacato. Piuttosto, il vero tema sul tappeto e che deve essere affrontato è quello della riconversione, ma gli ultimi esempi non sono incoraggianti – sottolinea –, abbiamo avuto l'esempio della base statunitense a Santo Stefano (La Maddalena) e, in ultimo, quello della base aerea di Decimomannu (Cagliari), dove una parte di lavoratori è stata spostata verso la Regione, ma altri sono rimasti senza occupazione. Quindi – aggiunge Carta – il tema è anche nazionale: trasformare la nostra industria e renderla eticamente responsabile. Ecco allora che ci sembra sbagliato l'obiettivo. Speriamo che la Pasqua possa illuminare i pensieri e i cuori di chi ha fatto questo gesto, per offrirgli una visione più chiara della situazione».
Condanna del gesto anche da parte di Arnaldo Scarpa, presidente del Comitato riconversione Rwm per la pace e il lavoro sostenibile, che su facebook afferma: «Nel condannare ogni atto vandalico e ogni mancanza di rispetto verso lavoratori e sindacati, non posso non ribadire che prestare il fianco ad attività deleterie come la produzione di bombe destinate ad alimentare un sanguinoso ed impari conflitto come quello in Yemen, è contro ogni principio di solidarietà umana e cristiana. Proprio contro quei valori sui quali è nata e dovrebbe proseguire l'azione sindacale. Si vuole difendere il lavoro? Ci si batta allora per la riconversione della produzione a fini pacifici. Mantenere lo status quo significa pagare col sangue del popolo yemenita gli stipendi della Rwm».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Che il clima si stia scaldando lo conferma il fatto che qualche giorno prima erano già apparse altre scritte con la vernice spray rossa, sui vetri esterni dell'aula magna di Ingegneria, in quel caso contro Giacomo Cao, docente della facoltà e presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna: «Dass ricerca per la guerra» e «Cao schiavo dei militari».
La reazione è stata immediata: la Fit Cisl Sardegna sulla pagina Facebook della federazione trasporti del sindacato sardo ha affermato di condannare il «grave atto intimidatorio cui è stata oggetto, ancora una volta, la sede della Ust Cisl di Cagliari». E ancora: «Respingiamo con forza tutti i tentativi di chi vuole fermare con le intimidazioni e la violenza quanto tutti i giorni viene svolto dalla Cisl dai suoi dirigenti e dagli operatori a favore dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati e delle famiglie di tutto il territorio». Il segretario territoriale della Cisl di Cagliari Mimmo Contu entra maggiormente nel merito del significato politico dell’atto: «Penso che sia molto inappropriato dare responsabilità ai lavoratori e ai sindacati: è un metodo che riteniamo scorretto e quanto di meno democratico possa essere fatto. Il sindacato e i lavoratori difendono il lavoro, lo hanno sempre fatto e sempre lo faranno. Abbiamo già segnalato il fatto alle autorità competenti e siamo preoccupati, perché un analogo gesto era stato fatto il 21 dicembre 2015 nel momento in cui era in piedi la vertenza sui posti di lavoro nella base aerea di Decimomannu».
Sullo stesso tono il segretario regionale Cisl, Gavino Carta: «La Cisl difende il lavoro, non l'attività, e credo sia ingeneroso scaricare le responsabilità sul sindacato. Piuttosto, il vero tema sul tappeto e che deve essere affrontato è quello della riconversione, ma gli ultimi esempi non sono incoraggianti – sottolinea –, abbiamo avuto l'esempio della base statunitense a Santo Stefano (La Maddalena) e, in ultimo, quello della base aerea di Decimomannu (Cagliari), dove una parte di lavoratori è stata spostata verso la Regione, ma altri sono rimasti senza occupazione. Quindi – aggiunge Carta – il tema è anche nazionale: trasformare la nostra industria e renderla eticamente responsabile. Ecco allora che ci sembra sbagliato l'obiettivo. Speriamo che la Pasqua possa illuminare i pensieri e i cuori di chi ha fatto questo gesto, per offrirgli una visione più chiara della situazione».
Condanna del gesto anche da parte di Arnaldo Scarpa, presidente del Comitato riconversione Rwm per la pace e il lavoro sostenibile, che su facebook afferma: «Nel condannare ogni atto vandalico e ogni mancanza di rispetto verso lavoratori e sindacati, non posso non ribadire che prestare il fianco ad attività deleterie come la produzione di bombe destinate ad alimentare un sanguinoso ed impari conflitto come quello in Yemen, è contro ogni principio di solidarietà umana e cristiana. Proprio contro quei valori sui quali è nata e dovrebbe proseguire l'azione sindacale. Si vuole difendere il lavoro? Ci si batta allora per la riconversione della produzione a fini pacifici. Mantenere lo status quo significa pagare col sangue del popolo yemenita gli stipendi della Rwm».
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