Sassari, Nuoro e Tempio: stop al restyling della periferia, tagliati i fondi
Alessandro Pirina
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Case abbandonate a Sassari nel quartiere Monte RoselloIn salvo solo la riqualificazione di Cagliari e Oristano. Pigliaru: atto sbagliato e incomprensibile. Insorge il Pd: uno schiaffo ai cittadini
09 agosto 2018
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SASSARI. La riqualificazione delle periferie può attendere. Il Decreto milleproroghe ha fatto slittare al 2020 il restyling dei sobborghi delle città voluti dai governi Renzi e Gentiloni. Dei 120 progetti finanziati solo 24 avranno un futuro certo, e tra questi ci sono Cagliari e Oristano, mentre gli altri 96 sono stati posticipati. Uno stop - inserito in un emendamento congiunto di M5s e Lega approvato al Senato - che riguarda anche Sassari, Nuoro e Tempio. Circa 1,6 miliardi destinati al miglioramento delle periferie sono stati bloccati per rimpinguare le casse dei Comuni italiani sempre più vuote. Un travaso di risorse che rischia però di scontentare tutti. E infatti subito è partito il tiro al governo M5s-Lega. Dal Pd alla Regione, dai sindaci all’Anci, tutti criticano il provvedimento dell’esecutivo Conte e chiedono al Parlamento di porvi rimedio.
I bandi. La riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie sono stati uno dei cavalli di battaglia dei governi Pd. Due obiettivi su cui avevano deciso di investire quasi 4 miliardi. Una prima tranche di convenzioni tra la presidenza del Consiglio e i Comuni era stata siglata il 6 marzo 2017. E tra questi 24 Comuni c’erano anche Oristano e Cagliari. Il primo si era classificato al 16esimo posto: un sì che in soldi equivale a 34 milioni - 17 dallo Stato, altrettanti in cofinanziamento - per la riqualificazione della zona di Oristano est. Oltre 26 milioni li aveva ottenuti Cagliari, 23esima, per il restyling del quartiere di Sant’Avendrace. I due progetti andranno avanti come previsto. Tutto rimandato invece per i Comuni classificati tra il 25esimo e il 120esimo posto. Tra questi Nuoro, 32esima: il rilancio delle sue periferie aveva ottenuto un finanziamento di 39 milioni. Tutto stoppato. Stesso discorso per Sassari e per i 18 milioni stanziati per la riqualificazione di Latte Dolce, Santa Maria di Pisa, Sassari 2 e Baddimanna. Nulla da fare neanche per i 517mila euro ottenuti da Tempio per le sue periferie.
Pd all’attacco. A guidare la rivolta contro lo stop al bando è il Pd. «È uno schiaffo ai cittadini e un danno ai Comuni – attacca il deputato Gavino Manca –. Il governo di Salvini e Di Maio blocca il primo intervento di carattere strutturale per mettere davvero mano alle periferie italiane, alla cattiva gestione urbana e al disagio sociale che in certi casi può sfociare in vero e proprio allarme. Un vergognoso caso di cattiva politica». «Molte amministrazioni hanno già investito nelle progettazioni e le risorse devono avere copertura – aggiunge il segretario regionale Emanuele Cani –. Gli impegni assunti siano onorati. Da chi amministra il Paese ci si aspetta un segnale che guardi al futuro e ai cittadini. Non si può pensare a una crescita fatta di investimenti navigando a vista e bloccando i progetti futuri».
Regione. Dalla Regione si leva la voce del governatore Francesco Pigliaru. «Il piano sulle periferie è importantissimo anche per la Sardegna. Fin da principio lo abbiamo sostenuto e condiviso, affiancando azioni mirate concertate con le amministrazioni. Gli investimenti per recuperare contesti urbani difficili sono cruciali per migliorare la qualità di vita anche nei nostri Comuni. Sospendere, se non addirittura interrompere quest’azione – aggiunge – significherebbe non solo fermare percorsi già avviati, ma negare prospettive proprio dove ce n'è più bisogno. Ci auguriamo che questo non succeda, sarebbe un atto sbagliato e incomprensibile». Anche l’assessore Cristiano Erriu è stupito dallo stop di M5s-Lega. «La sensazione è che, dietro la sospensione sino al 2020, si nasconda la volontà del definanziamento – dice –. Se così fosse, si verificherebbe un fatto molto grave. I progetti di riqualificazione delle periferierispondono a un'esigenza molto seria e importante, a cui la Regione ha risposto con un analogo bando specifico. C'è poi un evidente problema legato agli atti amministrativi posti in essere dai Comuni, realizzati su un'aspettativa che viene a mancare, ledendo un principio fondamentale di continuità amministrativa e di leale collaborazione tra istituzioni».
Anci. All’attacco anche il presidente Anci, Emiliano Deiana. «È il gioco delle tre carte. Si toglie ai vincitori del Bando che avevano già firmato gli accordi con la presidenza del Consiglio per redistribuire al resto degli enti locali. È un metodo rozzo per mettere alcuni comuni contro gli altri. Noi siamo naturalmente favorevoli a integrare i fondi per i comuni - ai soli comuni sardi mancano 300 milioni - ma le coperture non possono essere sottratte a progetti già finanziati. A settembre il Decreto arriva alla Camera – conclude –. Credo che bisognerà correggere la stortura».
I bandi. La riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie sono stati uno dei cavalli di battaglia dei governi Pd. Due obiettivi su cui avevano deciso di investire quasi 4 miliardi. Una prima tranche di convenzioni tra la presidenza del Consiglio e i Comuni era stata siglata il 6 marzo 2017. E tra questi 24 Comuni c’erano anche Oristano e Cagliari. Il primo si era classificato al 16esimo posto: un sì che in soldi equivale a 34 milioni - 17 dallo Stato, altrettanti in cofinanziamento - per la riqualificazione della zona di Oristano est. Oltre 26 milioni li aveva ottenuti Cagliari, 23esima, per il restyling del quartiere di Sant’Avendrace. I due progetti andranno avanti come previsto. Tutto rimandato invece per i Comuni classificati tra il 25esimo e il 120esimo posto. Tra questi Nuoro, 32esima: il rilancio delle sue periferie aveva ottenuto un finanziamento di 39 milioni. Tutto stoppato. Stesso discorso per Sassari e per i 18 milioni stanziati per la riqualificazione di Latte Dolce, Santa Maria di Pisa, Sassari 2 e Baddimanna. Nulla da fare neanche per i 517mila euro ottenuti da Tempio per le sue periferie.
Pd all’attacco. A guidare la rivolta contro lo stop al bando è il Pd. «È uno schiaffo ai cittadini e un danno ai Comuni – attacca il deputato Gavino Manca –. Il governo di Salvini e Di Maio blocca il primo intervento di carattere strutturale per mettere davvero mano alle periferie italiane, alla cattiva gestione urbana e al disagio sociale che in certi casi può sfociare in vero e proprio allarme. Un vergognoso caso di cattiva politica». «Molte amministrazioni hanno già investito nelle progettazioni e le risorse devono avere copertura – aggiunge il segretario regionale Emanuele Cani –. Gli impegni assunti siano onorati. Da chi amministra il Paese ci si aspetta un segnale che guardi al futuro e ai cittadini. Non si può pensare a una crescita fatta di investimenti navigando a vista e bloccando i progetti futuri».
Regione. Dalla Regione si leva la voce del governatore Francesco Pigliaru. «Il piano sulle periferie è importantissimo anche per la Sardegna. Fin da principio lo abbiamo sostenuto e condiviso, affiancando azioni mirate concertate con le amministrazioni. Gli investimenti per recuperare contesti urbani difficili sono cruciali per migliorare la qualità di vita anche nei nostri Comuni. Sospendere, se non addirittura interrompere quest’azione – aggiunge – significherebbe non solo fermare percorsi già avviati, ma negare prospettive proprio dove ce n'è più bisogno. Ci auguriamo che questo non succeda, sarebbe un atto sbagliato e incomprensibile». Anche l’assessore Cristiano Erriu è stupito dallo stop di M5s-Lega. «La sensazione è che, dietro la sospensione sino al 2020, si nasconda la volontà del definanziamento – dice –. Se così fosse, si verificherebbe un fatto molto grave. I progetti di riqualificazione delle periferierispondono a un'esigenza molto seria e importante, a cui la Regione ha risposto con un analogo bando specifico. C'è poi un evidente problema legato agli atti amministrativi posti in essere dai Comuni, realizzati su un'aspettativa che viene a mancare, ledendo un principio fondamentale di continuità amministrativa e di leale collaborazione tra istituzioni».
Anci. All’attacco anche il presidente Anci, Emiliano Deiana. «È il gioco delle tre carte. Si toglie ai vincitori del Bando che avevano già firmato gli accordi con la presidenza del Consiglio per redistribuire al resto degli enti locali. È un metodo rozzo per mettere alcuni comuni contro gli altri. Noi siamo naturalmente favorevoli a integrare i fondi per i comuni - ai soli comuni sardi mancano 300 milioni - ma le coperture non possono essere sottratte a progetti già finanziati. A settembre il Decreto arriva alla Camera – conclude –. Credo che bisognerà correggere la stortura».