Diffamò un cronista della Nuova Sardegna, la Barracciu patteggia
Post al veleno contro un giornalista. A giudizio anche il leader di Nurnet
11 settembre 2018
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CAGLIARI. Rinviata a giudizio per diffamazione nei confronti del giornalista Mauro Lissia, l’ex sottosegretaria ai Beni culturali Francesca Barracciu ha chiesto al pubblico ministero di patteggiare la pena. Il prossimo 15 ottobre il giudice Sara Ghiani formalizzerà la sentenza applicando la sanzione concordata tra il pubblico ministero e il difensore, l’avvocato Agostinangelo Marras: una multa di 600 euro. Va invece al giudizio ordinario Antonello Gregorini, il presidente di Nurnet, una fondazione che si occupa di archeologia, da anni consulente tecnico del tribunale civile di Cagliari: dovrà presentarsi a ottobre davanti al giudice Capitta per rispondere di diffamazione via internet. Gregorini sarà difeso dall’avvocato Massimo Melis.
I fatti al centro del procedimento risalgono al 3 marzo del 2015, quando la Nuova Sardegna pubblica un servizio sull’inchiesta giudiziaria per peculato in cui è coinvolta l’esponente del Pd, che sarà poi condannata in primo grado a quattro anni di reclusione. Il servizio riporta il contenuto di un provvedimento del gip Giovanni Massidda, ma la Barracciu non gradisce e con un post molto duro diffuso su Facebook rivolge al cronista una sequenza di insulti. Il post viene ripreso da Gregorini, che in un profilo rivolto ad appassionati di archeologia aggiunge pesanti valutazioni indicando nome e cognome del destinatario. Partono le querele, curate dall’avvocato Mario Maffei: il pm Diana Lecca conferma le accuse e chiede il giudizio per l’ex europarlamentare e per Gregorini. Chiuso con il patteggiamento il processo penale, ora Francesca Barracciu dovrà affrontare la causa civile per il risarcimento del danno.
I fatti al centro del procedimento risalgono al 3 marzo del 2015, quando la Nuova Sardegna pubblica un servizio sull’inchiesta giudiziaria per peculato in cui è coinvolta l’esponente del Pd, che sarà poi condannata in primo grado a quattro anni di reclusione. Il servizio riporta il contenuto di un provvedimento del gip Giovanni Massidda, ma la Barracciu non gradisce e con un post molto duro diffuso su Facebook rivolge al cronista una sequenza di insulti. Il post viene ripreso da Gregorini, che in un profilo rivolto ad appassionati di archeologia aggiunge pesanti valutazioni indicando nome e cognome del destinatario. Partono le querele, curate dall’avvocato Mario Maffei: il pm Diana Lecca conferma le accuse e chiede il giudizio per l’ex europarlamentare e per Gregorini. Chiuso con il patteggiamento il processo penale, ora Francesca Barracciu dovrà affrontare la causa civile per il risarcimento del danno.