La psicologa anti bullismo che studia i ragazzi violenti
Maura Manca è la presidentessa dell’Osservatorio nazionale dell’adolescenza.Nel suo ultimo libro ha raccolto le storie più dure raccontate dai giovanissimi
SASSARI. Il suo libro non ha fatto in tempo ad arrivare in libreria che è stata necessaria una ristampa. Il segreto del successo di “Ragazzi violenti” è legato alla stretta attualità che descrive, il mondo dei giovanissimi, ma anche all’abilità dell’autrice, che è diventata un punto di riferimento nazionale quando si parla di adolescenza, nel bene ma, purtroppo, soprattutto nel male. Maura Manca, psicologa e psicoterapeuta oristanese, è probabilmente una delle maggiori esperte dell’universo giovanile e delle sue distorsioni. Violenza, bullismo, autolesionismo e tante altre facce di una medaglia che spesso sfuggono all’occhio poco allenato degli adulti. Lei se ne occupa da anni scrivendo articolo per i quotidiani nazionali, per il suo blog (Adolescienza.it) e dandosi da fare in tutti i modi per mettere l’accento sul problema. E da quando ha deciso di rivolgersi al grande pubblico, il suo volto è diventato comune nei salotti della tv italiana. Eppure, quando ha lasciato Oristano per proseguire il percorso di studi alla Sapienza, le sue idee erano altre: «Pensavo di ritornare a casa una volta laureata – spiega – ma più andavo avanti e più scoprivo nuovi orizzonti, fino a quando mi sono resa conto che non sarebbe stato possibile rientrare in Sardegna perché la mia prospettiva era sempre più ampia. Durante gli studi ho iniziato a collaborare con diverse associazioni e dopo la laurea e il dottorato ho anche avuto esperienza come docente a contratto mi ha fatto capire quanto mi piacesse stare a contatto con il mondo dei ragazzi».
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In realtà, la scuola e l’insegnamento sono passioni che Maura ha respirato sin da bambina, al punto che si può quasi dire che li avesse nel Dna: «In effetti mia madre è un’insegnante, come mia nonna e mia zia. I temi di cui mi sarei occupata in futuro erano quasi il pane quotidiano a casa mia». La spinta iniziale ha dunque una matrice familiare ma l’intuizione di approfondire un tema che fino ai primi anni 2000 era quasi un tabù è maturata con il passare del tempo: «È vero – conferma Maura – si parlava pochissimo degli adolescenti e, faccio un esempio, c’erano pochissimi libri in italiano che trattavano l’argomento del bullismo». Da fresca laureata, Maura Manca aveva già materiale per iniziare a colmare il vuoto. Dalla tesi di laurea ha tratto tre libri e ha concluso il dottorato di ricerca approfondendo il tema dell’autolesionismo nei giovani: «Ma si trattava di pubblicazioni destinate a un pubblico di esperti. Il mio era un approccio scientifico che non poteva raggiungere il grande pubblico ma nel periodo in cui stavo terminando gli studi avevo anche iniziato a lavorare come psicologa e psicoterapeuta. È stata un’esperienza che mi ha permesso di affiancare l’approccio scientifico a quello diretto che coltivavo insieme ai ragazzi». È allora che la dottoressa di Oristano ha iniziato un’altra fase della sua carriera, quella dedicata alla divulgazione: «Ho fatto tanti convegni in giro per l’Italia trattando un tema che non aveva molti interlocutori specializzati. Senza nemmeno volerlo nel corso degli anni sono diventata una sorta di punto di riferimento. La mia credibilità è cresciuta al punto da essere invitata spesso in tv per spiegare argomenti complicati con termini comprensibili al pubblico. Ho anche iniziato un percorso nell’Osservatorio nazionale dell’adolescenza fino a diventarne la presidentessa. Adesso ci occupiamo di ricerca approfondita, affianchiamo i docenti e facciamo interventi nelle le classi».
Negli ultimi tempi, purtroppo, i ragazzi violenti protagonisti del libro della psicoterapeuta di Oristano sono diventati un’emergenza nazionale: «Sono racconti di quotidiana violenza fatti in prima persona, perché sono stati i ragazzi a descrivere i loro problemi – precisa Maura Manca –. Ho scelto di fare un libro di questo tipo perché sento che ci sia la necessità di raccontare qualcosa di estremamente diretto e servivano parole che possano arrivare a tutti. C’è bisogno di spiegare come vanno le cose perché i ragazzi sono i primi a chiedermi per quale motivo gli adulti non li capiscano». Anche il consiglio che ne deriva non è viziato da tecnicismi: «Gli adulti non dovrebbero puntare il dito quanto piuttosto dare una mano ai ragazzi a riempire i loro vuoti. Perché quando la scuola, lo sport o la famiglia non bastano, i giovani cercano di riempire questi spazi con altre cose che purtroppo non sono sempre positive».
Le cronache di questi giorni sembrano prese pari pari dal libro della professionista di Oristano. I casi di Pamela Mastropietro, Desirée Mariottini e Manuel Careddu hanno sconvolto l’opinione pubblica: «Nel caso sardo ci siamo trovati davanti a ragazzi che hanno pianificato con freddezza quello che hanno fatto. Non si arriva a essere così lucidi dall’oggi al domani – spiega Maura Manca –. Purtroppo questi erano comportamenti strutturati nella vita dei killer di Manuel e siamo noi i primi a dover fare attenzione perché queste situazioni possono e devono essere anticipate, la loro era una traiettoria della violenza piuttosto evidente. Noi, intendo gli adulti, interveniamo solo dopo che le cose sono già successe». Probabilmente Maura Manca ne parlerà il 24 novembre a Oristano, quando ritornerà nella sua città per presentare il libro che la sta portando in giro per tutta l’Italia.