le reazioni
Corda: «Il regolamento parla chiaro l’ultima parola spetta allo staff»
SASSARI. Lo spettro di cinque anni fa si aggira in casa 5 stelle. L’esclusione dalle Regionarie di Luca Piras ha fatto riemergere forti tensioni tra i grillini sardi. Un film già visto nel 2014,...
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SASSARI. Lo spettro di cinque anni fa si aggira in casa 5 stelle. L’esclusione dalle Regionarie di Luca Piras ha fatto riemergere forti tensioni tra i grillini sardi. Un film già visto nel 2014, quando Beppe Grillo decise di ritirare il simbolo dalla corsa elettorale, condannando il M5s all’opposizione fuori dall’aula. In questo momento un passo indietro del Movimento è da escludersi, è un partito di governo e parte dal 42 per cento delle politiche, ma è innegabile che nelle ultime settimane tra i 5 stelle ci sia un po’ di confusione. Prima l’addio obbligato di Mario Puddu, poi l’incertezza sulle modalità di scelta del nuovo leader, seguita da una forte presa di posizione dei parlamentari a favore delle Regionarie. E quando tutto sembrava essersi risolto ecco il nuovo passo falso: l’esclusione dalla lista dei papabili governatori di Luca Piras, secondo ad agosto, sulla carta tra i favoriti alla vittoria finale.
«Le polemiche ci saranno sempre, è fisiologico – taglia corto la deputata Emanuela Corda –. Ma noi abbiamo delle regole, il nostro regolamento parla chiaro: a verificare i requisti è lo staff con la supervisione del capo politico. Non basta presentare la candidatura, c’è il filtro finale che valuta la presenza di tutti i requisiti. E chi si candida è consapevole che esista la possibilità della esclusione. Non è la prima volta che avviene una scrematura». La deputata non ci sta neanche alle accuse sul suo ruolo, ingombrante agli occhi degli avversari interni, nel Movimento. «È solo perché io sono una delle persone più conosciute. La verità è che queste regole ci sono da sempre. Io mi adeguo alle decisioni dello staff. Forse è questo che sembra strano ad altri: adeguarsi alle regole». Un altro big del M5s spesso indicato come il manovratore è Mario Puddu, il primo sindaco grillino dell’isola, che ha dovuto rinunciare alla candidatura come governatore per la condanna a un anno per abuso d’ufficio. «Io non manovro nessuno, ci tengo a sottolinearlo – afferma Puddu –. Spesso capita che anche nel Movimento ci siano malumori, era successo 5 anni quando con buone ragioni Grillo e Casaleggio ritirarono il simbolo. E a distanza di anni posso dire che non eravamo maturi per governare. Lo staff è sempre molto prudente prima di escludere una persona. Se lo ha fatto avrà avuto le giuste motivazioni. E non è costume del Movimento renderle note, anche a tutela della persona esclusa». Sulle elezioni Puddu mostra cautela, ma è convinto che il M5s possa ancora giocarsi le sue carte. «Non abbiamo passato un bel mese, ma i nostri avversari lasciano così tanto a desiderare che non credo i giochi siano già fatti come qualcuno vuole fare pensare». «Le idee vengono prima delle persone – aggiunge la Corda –. Il nostro programma è di fatto già pronto perché anche in queste settimane abbiamo continuato a investire sui temi. Solinas e Zedda hanno già governato, noi mai. Ora bisognerà vedere se i cittadini vogliono investire in un progetto nuovo». (al.pi.)
«Le polemiche ci saranno sempre, è fisiologico – taglia corto la deputata Emanuela Corda –. Ma noi abbiamo delle regole, il nostro regolamento parla chiaro: a verificare i requisti è lo staff con la supervisione del capo politico. Non basta presentare la candidatura, c’è il filtro finale che valuta la presenza di tutti i requisiti. E chi si candida è consapevole che esista la possibilità della esclusione. Non è la prima volta che avviene una scrematura». La deputata non ci sta neanche alle accuse sul suo ruolo, ingombrante agli occhi degli avversari interni, nel Movimento. «È solo perché io sono una delle persone più conosciute. La verità è che queste regole ci sono da sempre. Io mi adeguo alle decisioni dello staff. Forse è questo che sembra strano ad altri: adeguarsi alle regole». Un altro big del M5s spesso indicato come il manovratore è Mario Puddu, il primo sindaco grillino dell’isola, che ha dovuto rinunciare alla candidatura come governatore per la condanna a un anno per abuso d’ufficio. «Io non manovro nessuno, ci tengo a sottolinearlo – afferma Puddu –. Spesso capita che anche nel Movimento ci siano malumori, era successo 5 anni quando con buone ragioni Grillo e Casaleggio ritirarono il simbolo. E a distanza di anni posso dire che non eravamo maturi per governare. Lo staff è sempre molto prudente prima di escludere una persona. Se lo ha fatto avrà avuto le giuste motivazioni. E non è costume del Movimento renderle note, anche a tutela della persona esclusa». Sulle elezioni Puddu mostra cautela, ma è convinto che il M5s possa ancora giocarsi le sue carte. «Non abbiamo passato un bel mese, ma i nostri avversari lasciano così tanto a desiderare che non credo i giochi siano già fatti come qualcuno vuole fare pensare». «Le idee vengono prima delle persone – aggiunge la Corda –. Il nostro programma è di fatto già pronto perché anche in queste settimane abbiamo continuato a investire sui temi. Solinas e Zedda hanno già governato, noi mai. Ora bisognerà vedere se i cittadini vogliono investire in un progetto nuovo». (al.pi.)