La Nuova Sardegna

La Sardegna piace ai cinesi: pronti nuovi investimenti

La Sardegna piace ai cinesi: pronti nuovi investimenti

A Cagliari la tappa conclusiva della Settimana Italia-Cina dedicata all’innovazione Paci: «Occasione per le nostre aziende». Si lavora al volo diretto Elmas-Pechino

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CAGLIARI. La nuova Via della seta è un filone d’oro. L’hanno pensata e imposta i cinesi, che hanno ancora tanti miliardi da investire e li vogliono investire soprattutto in Europa. O meglio nel Mediterraneo, che per loro continua a essere un crocevia economico strategico, dove tra l’altro hanno ingaggiato una sfida, neanche sottotraccia, con altri due colossi, la Russia e gli Stati Uniti d’America. La Sardegna è in mezzo a quel mare e da tempo sgomita per essere considerata, proprio dalla Cina, una piattaforma fondamentale negli scambi fra Oriente e Occidente.

Dunque, qualcosa d’importante si muove lungo la Via della seta, tracciata anni fa dal presidente della Repubblica popolare, Xi Jinping. Così, a due anni dalla visita a Cagliari del presidentissimo, è stata ancora Cagliari ad ospitare l’ultima tappa, dopo Roma e Napoli, della settimana Italia-Cina su scienza, tecnologia e innovazione. Di fatto, aver scelto la Sardegna per chiudere un’ennesima missione commerciale è stato un riconoscimento internazionale. Fino a tal punto che dal confronto nella sala grande dell’Ex Manifattura, dal palco è arrivata questa conferma: dal 2019 potrebbe esserci un volo diretto Cagliari-Pechino, oppure con l’isola gemellata di Hainan, nel golfo del Tanchino.

«È vero, siamo molto interessati alla Sardegna», ha confermato Zhu Donjhai, che è governatore di quella provincia una volta e mezzo più grande della Sardegna e popolata da dieci milioni di abitanti. Insieme a lui, a Cagliari, hanno firmato il foglio delle presenze 300 inviati di 180 imprese cinesi, che spaziano dall’alta tecnologia alla finanza. «Siamo qui per sottoscrivere accordi», hanno annunciato gli ambasciatori nei due seminari di contorno in cui c’è stato uno scambio di progetti su telecomunicazioni, aerospazio, agricoltura e turismo. «Ancora una volta abbiamo dimostrato che la Sardegna può essere per la Cina una terra ideale in cui puà concentrare parte degli investimenti destinati al mercato europeo», ha detto Raffaele Paci, vicepresidente della Regione.

Ed è un rapporto ormai consolidato, quello fra Cina e Sardegna, cominciato con lo sbarco del gigante della telefonia Huawei nel cento di ricerca del Crs4 di Pula, portando in dote 20 milioni per far crescere i progetti sulle nuove “città intelligenti”. Poi solo quest’anno per ben due volte i Fondi d’investimento della Repubblica popolare hanno visitato la Sardegna, in lungo e in largo, per capire cosa «può offrirci questa stupenda isola», esaltata così da Ma Jiam, manager dell’aeroporto di Pechino. «Se avessimo più infrastrutture e meno burocrazia, i cinesi ci avrebbero già sposato. Lo dico da tempo: è su questi due nodi, o difetti, che dovrebbero essere indirizzati i finanziamenti pubblici per diventare sempre più appetibili per gli investitori stranieri», ha detto Alberto Scanu, presidente di Confindustria.

L’assessore Paci ha aggiunto: «Vogliamo spingere le nostre aziende a crescere, rafforzarsi, fare filiera per sfidare i grandi mercati internazionali come quello cinese, un mercato sconfinato che offre infinite possibilità. Per questo, abbiamo messo a punto una serie di strumenti finanziari dedicati a centrare l’obiettivo, perché siamo sicuri di avere nei nostri prodotti la carta vincente e dobbiamo aiutare gli imprenditori sardi a raccogliere la grande sfida del mercato globale. Vogliamo che nuove imprese si aprano al mercato cinese».

Come ha fatto Alimenta: in Cina esporta il 95 per cento della produzione di latte ovino in polvere per neonati e che, grazie a un accordo societario con la cinese Blu River Dairy, ha programmato investimenti per 40 milioni nei prossimi 10 anni. In attesa che tutto diventi perfetto lungo la nuova Via della seta, la Cina può contare anche e soprattutto sulle due università di Cagliari e Sassari, hanno ribadito Annalisa Bonfiglio prorettore per la ricerca e Massimo Carpinelli. E ancora: sono stati presi i primi contatti per una tournée del Cagliari calcio a Pechino. (ua)
 

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