La Nuova Sardegna

Sabato e domenica

In 197 comuni azalee della ricerca il fiore che aiuta nella lotta ai tumori

di Serena Lullia
In 197 comuni azalee della ricerca il fiore che aiuta nella lotta ai tumori

Nel week end della festa della mamma l’Airc distribuirà 29mila piantine

08 maggio 2024
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Sassari Un fiore che sa di bellezza, speranza e vita. L’azalea della ricerca dell’Airc ritorna nelle piazza italiane. In Sardegna metterà radici per due giorni in 197 comuni, con 260 postazioni in cui saranno distribuite 29mila piantine. Sabato 11 e domenica 12 l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, (principale organizzazione no-profit per il finanziamento della ricerca oncologica indipendente in Italia) spegne 40 candeline e invita tutti i cittadini a festeggiare insieme questo traguardo che ha contribuito a raggiungere importanti risultati nel campo della ricerca contro i tumori. Anche grazie a testimonial d’eccezione come Geppi Cucciari e Benedetta Parodi.

Il fiore della ricerca 18 euro la donazione minima per portare a casa l’azalea, simbolo della festa della mamma ma anche di impegno e progresso nella lotta contro il cancro femminile. Tutte le informazioni e i punti di distribuzione su www.azaleadellaricerca.it

Il contributo alla ricerca Sono circa 300 i milioni di euro con cui l’azalea di Fondazione Airc ha contribuito in quattro decenni al miglioramento della qualità di vita e della sopravvivenza delle donne. Attraverso diagnosi sempre più precoci, approcci chirurgici meno invasivi e terapie più precise e mirate, efficaci e meglio tollerate. Oggi due donne su tre in Italia sono vive dopo 5 anni da una diagnosi di cancro. Ecco perché è così importante continuare a sostenere la ricerca.

Diagnosi in crescita In Italia solo per il 2023 sono state stimate oltre 187mila nuove diagnosi di tumore tra le donne, 1300 in più rispetto all’anno precedente. Una recente indagine condotta da Kantar Italia per Fondazione Airc su un campione di 800 donne tra i 18 e i 65 anni conferma la trasversalità del cancro: oltre 2 donne su 3 dichiarano di esserne state toccate, per esperienza diretta o tra familiari e amici. La malattia è considerata, però, sempre più curabile: per il 50% delle intervistate dal cancro si guarisce nella maggioranza dei casi grazie alle cure a disposizione e per il 90% del campione la ricerca è molto importante per trovare terapie sempre più efficaci e affrontare la malattia nel modo migliore. Il tabù del cancro come “male incurabile” sembra superato ma per un terzo delle intervistate (33%), guarire dal cancro dipende ancora dalla fortuna. «Un dato che evidenzia la necessità di continuare a informare in maniera puntuale sui progressi della scienza – spiegano dall’Airc Sardegna – e sostenere con continuità, attraverso la raccolta di fondi, il progresso della ricerca».

Parlarne è terapeutico Il cancro fa ancora paura alle donne, ma non fa più paura parlarne. E infatti la ricerca guadagna costantemente terreno. In 40 anni l’azalea di Airc ha contribuito a molti importanti risultati per migliorare le terapie, tra cui: la chirurgia conservativa del tumore della mammella, una tecnica efficace quanto la mastectomia radicale, ma in grado di risparmiare parte del seno. La biopsia del linfonodo sentinella, inizialmente sviluppata per valutare la diffusione dei melanomi poi estesa al cancro del seno. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per il tumore al seno, con previsioni in costante aumento: dal 78% all’88% negli ultimi 30 anni. La riduzione della dose di terapia ormonale nel trattamento del cancro al seno, efficace sia per ridurre del 50% circa il rischio di recidiva della malattia, sia per prevenire il tumore nelle donne ad alto rischio.

Vita in proroga Ma oltre ai dati e alle statistiche, c'è una storia che va al di là delle parole. È la storia di Pina, che nel 2004, a 42 anni, ha scoperto di avere un tumore all’ovaio. Grazie alla ricerca e all’impegno costante dei medici, è oggi testimone vivente della potenza della speranza e della resilienza umana. «Sono consapevole che ogni giorno per me è regalato e forse questa consapevolezza di “vivere in proroga” mi fa assaporare tutto con più felicità», sono le sue parole.


 

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