La Nuova Sardegna

Sassari

ELEZIONI AMMINISTRATIVEA Sassari Gianfranco Ganau verso la riconferma

Vannalisa Manca
ELEZIONI AMMINISTRATIVEA Sassari Gianfranco Ganau verso la riconferma

Dai primi verdetti si profila un nuovo successo per il sindaco uscente

01 giugno 2010
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SASSARI. «Un ottimo risultato che va oltre le aspettative»: Gianfranco Ganau, intorno alle 23 varca la soglia di Palazzo Ducale. I dati lo danno vincente al 63%, contro il suo avversario che non va oltre il 36. Un risultato che premia il lavoro fatto da questa amministrazione», dice il quasi rieletto sindaco di Sassari, che nel 2005 prese il comando della città con il 58%: una vittoria, quindi, con un dato ancora migliore.

I risultati hanno cominciato ad affluire assai lentamente, come si prevedeva. E alle dieci di sera, mentre si cominciava a profilare il dato relativo alla presidenza della Provincia, è cominciata la lunga notte in Comune, ad attendere i risultati definitivi sulla elezione del sindaco. Alle 21 Gianfranco Ganau, candidato del centrosinistra, aveva raggiunto il 61 per cento delle preferenze.

Erano state scrutinate appena 11 sezioni su 137 e Giacomo Sanna, candidato del centrosinistra e sardista aveva cominciato ad assestarsi sul 35 per cento dei voti. Passate le 22, lo scrutinio aveva interessato 15 sezioni, e Gianfranco Ganau aveva superato il 63 per cento, percentuale rimasta pressochè invariata anche successivamente, con un distacco di oltre ventisette punti. Intanto, il terzo candidato a sindaco, Bruno Bellomonte, di a Manca aveva l’1,27 per cento.

Se la situazione dovesse rimanere invariata, significa non solo che l’elettorato ha premiato il sindaco uscente e l’amministrazione che ha governato la città in questi cinque anni, ma significa anche che il centrodestra ha un elettorato che si è attestato intorno a una cifra ben precisa ormai da tempo. Vale ricordare, ad esempio, che nel 2005 il centrodestra si era affidato a Sergio Milia, leader dell’Udc, per contrastare proprio Gianfranco Ganau, ricevendo il 36 per cento di preferenze. E c’è da dire che nel 2005 il centrodestra non aveva potuto contare sui voti del Psd’Az che invece oggi Giacomo Sanna dovrebbe avere portato in dote. Insomma, difficile commentare l’andamento con i diretti interessati, visto che nessuno ha voluto pronunciarsi prima della chiusura dello scrutinio.

Ma il distacco tra i due ex amici di coalizione è un dato che deve far riflettere, soprattutto nell’alleanza di centrodestra. Se Giacomo Sanna, infatti, ha confermato (stando naturalmente a dati assolutamente parziali, 22 sezioni su 137) il trend del 2005, il Pdl - partito di maggioranza nella coalizione - sfiora il 14 per cento (e si era al 21 cinque anni fa), nella speranza - ha amaramente commentato il coordinatore cittadino del Pdl, Carmelo Porcu - di chiudere almeno al 18 per cento. Nel corso dello scrutinio l’Udc ha superato il 10 per cento e ieri, tra i commenti raccolti in Comune, si diceva che questo è anchè l’effetto Bisail-Sassu, i due consiglieri del Pd passati, proprio a ridosso delle elezioni, nel partito di Casini. Ma poi, con 22 sezioni, il dato si è portato intorno all’8 per cento. Primo partito, col 25 per cento, il Pd ed “esplode” la lista civica “del sindaco” - come è stata battezzata -, Ora Sì che sfiora il 10 per cento. Un risultato sperato, ma di sicuro molto inaspettato. Sfiorano, inoltre il 5 per cento l’Idv e Sinistra Unita.

Per il segretario cittadino del Partito Democratico, «i presupposti perché il Pd possa fare bene ci sono tutti e l’affermazione del sindaco ne è una conferma». Per Giuseppe Lorenzoni, segretario provinciale del partito, «nel Pd si discute e se in un partito si dialoga anche con toni accesi e diversi, significa che non ha un imperatore che comanda, ma si muove inseguendo una politica virtuosa, di dialogo con la gente. E i risultati mi sembra ci diano ragione di quanto facciamo».

Insomma, Giacomo Sanna in campagna elettorale aveva detto di aver creato qualche tensione inattesa tra i suoi avversari, ma alla fine il risultato non lo conforta. E si spegne anche la polemica che aveva attizzato nei confronti dell’ex suo assessore alle Finanze, quel Luciano Chessa che gli aveva voltato le spalle, suscitando l’ira di Sanna che lo aveva apostrofato con un «signor nessuno». Ieri Chessa era tra i pochi presenti a Palazzo pronto a commentare i dati man mano che arrivavano: «Non ho condiviso e non condivido la scelta del partito sardista nel quale ho militato attivamente per trent’anni. Ho voluto rimanere al fianco del sindaco Ganau perchè ne ho condiviso il programma in questi cinque anni e mi sento parte attiva nel programma che si andrà a realizzare».

Adesso, il capolista della lista sardista, Giancarlo Acciaro, si mostra cauto e moderato nei confronti dell’assessore uscente: «Ha fatto una scelta, nulla da dire a Luciano. Mi preoccupa piuttosto l’assenza dell’elettorato».
Si tratta di quel partito che si chiama astensionismo. Stavolta è andato a votare il 68,07 per cento di elettori. Significa che il 32 per cento degli aventi diritto ha preferito non varcare la soglia del seggio. Un fenomeno purtroppo tenuto, ma supera di 8 punti quello del 2005 e di uno quello delle Regionali. Un disinteresse che naturalmente tocca tutti i partiti e le coalizioni che dovranno riflettere, visto che rappresentano almeno la terza forza, quella degli scontenti o quantomeno di quelli che snobbano queste genere di competizioni.

Nel dettaglio, gli elettori di Sassari sono 109.452 ed hanno votato in 74.512, uomini e donne in percentuale analoga: 68,70 per cento i maschi e 67,50 le femmine.
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