Lucia Merella, la cubista di Florinas che sogna di entrare nell'Arma
Una ventenne racconta la sua storia di ballerina di lap dance. L’ossessione dei soldi e i conflitti a casa: «È una parentesi, poi farò il carabiniere»
FLORINAS. Lucia alle nove di sera prepara il suo assetto da combattimento: mascara nero sulle ciglia lunghissime, ombretto, un filo di rossetto chiaro, push-up a strizzare la sua quinta, culotte o perizoma a incorniciare rotondità . Dopodiché è pronta a farsi infilzare da centinaia di occhi che restano appesi ai suoi strofinamenti sinuosi ad un palo. Lucia Merella ha 20 anni, è una lap-dancer, ha 13mila fan nei social network, ogni sua foto languida è obliterata da centinaia di like, e i suoi spettacoli nei pub e nei locali notturni sono gettonatissimi. Si può dire tranquillamente che la vera pantera del Goceano, perse le tracce di quella nera con la coda, al momento è lei. E ogni fine settimana fa tappa in un luogo diverso. Come la pantera marca il territorio. Prima Bono, poi Sedini, poi Bonorva, poi tappa a Sassari, a Sennori, con l’agenda piena di appuntamenti almeno sino ad aprile.
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Se poi si considera che è nata e cresciuta a Florinas, che suo padre è il comandante dei vigili urbani, è una ragazza molto fuori dalle righe, che ha un nonsochè di rivoluzionario. «Alla fine non mi dispiace abitare in una piccola realtà - dice - se vivessi in una metropoli come Milano, sarei una delle tante, nessuno si accorgerebbe di me».
Inutile cercare la densità di una storia dietro la scelta di stare mezza nuda sotto i riflettori. Nessun disagio interiore, dramma o difficoltà economica. «Se ho deciso di sculettare in mezzo a tanti uomini, il motivo è uno solo: i soldi. Per me sono una specie di ossessione, mi piace averli anche se non devo spenderli per forza. Come Paperone che sguazzava nella sua piscina di dollari. E l’unico modo che al momento ho trovato per farli velocemente, non avendo ancora un titolo di studio, è proprio questo».
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Dai 150 ai 200 euro a serata, dipende dal locale. Due ore di impegno, un’ora effettiva di ballo. «Non dico di essere più bella o tecnicamente più brava delle altre. Ma sono lo stesso tra le più richieste. È che quando faccio le cose io le faccio bene. Non presto attenzione alle parole che mi gridano gli uomini, anche se alcune non puoi fare a meno di sentirle. Tendo a isolarmi in una bolla tutta mia. Però un piccolo trucchetto lo adotto: punto uno spettatore, che diventa come una piccola tela nella quale dipingere la mia arte, se così la si può chiamare. È più semplice lavorare in piccolo, piuttosto che disegnare su una parete gigante».
Il contesto nel quale si esibisce non è sempre dei più raffinati, e anche l’affetto del pubblico non si manifesta esattamente in lanci di fiori e standing ovation. «Qualche volta l’ambiente è un po’ pesante. All’inizio la gente arrivava sotto di me, quasi a toccarmi. Ora c’è sempre un piccolo spazio di sicurezza tra me e il pubblico. E comunque sono abbastanza sveglia da capire che è il gioco dei ruoli. Io mi pongo come oggetto, io sono un’animatrice sexy, sono al centro dell’attenzione, l’oggetto del desiderio e quindi ci sta che loro mi vedano come un oggetto». E i discorsi sulla dignità della donna, le paternali, e le critiche, a furia di sentirli e risentirli le colano sopra con indifferenza. «Io rispetto chi va a lavare le scale, forse se avessi un carattere diverso lo avrei fatto. Ma non è la mia vita. Però nessuno creda che la mia, di scelta, non comporti dei sacrifici. Perché è una scelta che ti perseguita nella quotidianità: se tu balli a culo al vento su un palco, la gente ti riconoscerà sempre e dovunque. Poi puoi uscire castigata a fare la spesa al supermercato, incontrerai sempre quello che ti addita o fa di gomito all’amico per dire: quella tipa l’altra sera si strusciava a culo nudo su un palo. Non hai scampo e in quei momenti ti senti peggio di una prostituta».
E poi hai addosso gli occhi di un intero paese, perché Lucia Merella a Florinas è un personaggio. «Sono sempre stata appariscente, sin dai 14 anni. Sono nata con i tacchi. Uscivo in scarpe da ginnastica e nella borsa nascondevo il tacco 12». C'è il conflitto tra le mura familiari, con il padre comandante dei vigili, uomo tutto d’un pezzo, e la madre insegnante, cattolica praticante, che per una figlia forse avrebbero desiderato qualcosa di diverso da un futuro da sexy animatrice.
«In verità questa per me è solo una parentesi - dice Lucia - la prendo con leggerezza, come faccio un po’ con tutta la mia vita. Il mio sogno è quello di indossare una divisa. Sono anche fidanzata con un carabiniere. Non può essere un caso. E un giorno sarò un carabiniere. Una sexy marescialla».