La Nuova Sardegna

Sassari

«Fiume Santo, no alle bonifiche con gli esplosivi»

di Giovanni Bua
«Fiume Santo, no alle bonifiche con gli esplosivi»

Levata di scudi contro il piano di “decommisioning” presentato da Eph. La Regione: pronti a un approfondimento

07 luglio 2017
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SASSARI. A Fiume Santo, almeno per ora, ad esplodere è solo la polemica. L’annuncio che i cechi della società Eph hanno intenzione, con il beneplacito della Regione, di procedere alla demolizione controllata con esplosivi della vecchia torre dei gruppi 1 e 2 dell’impianto energetico di Fiume Santo ha fatto saltare sulla sedia tutti gli amministratori pubblici del Sassarese. Tanto da convincere l’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano a chiedere alla Direzione generale dell’Ambiente e all’Arpas un approfondimento sull’iter di decommissioning (cioè demolizione, in questo caso delle torri) di Fiumesanto, per la parte relativa al ruolo regionale nel procedimento attivato con un’istruttoria di valutazione di impatto ambientale nazionale.

Un primo risultato in risposta alla levata di scudi seguita al nuovo piano presentato nel maggio 2016 dal gruppo che ha rilevato il polo di produzione energetica dalla multinazionale E.On, e giudicato il 12 giugno scorso dall’assessorato regionale «coerente con le prescrizioni della valutazione di impatto ambientale».

«Il Comune di Sassari non ha ricevuto alcuna comunicazione dalla Regione per partecipare al procedimento sulla scelta di abbattere i Gruppi 1 e 2 di Fiume Santo con cariche esplosive. E in ogni caso non accetteremo che simili decisioni siano prese senza che siano concordate con il territorio», tuona il sindaco di Sassari Nicola Sanna, che scritto al ministero dell’Ambiente, a cui fa capo il procedimento, al presidente della Regione Francesco Pigliaru, all’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e alla sua direttora generale Paola Zinzula chiedendo che si «provveda immediatamente alla sospensione dell’efficacia del provvedimento, di cui non è dato conoscere l’esatto contenuto né men che meno gli estremi, e congiuntamente avvii un procedimento teso al riesame dello stesso».

Sulla stessa linea l’amministratore straordinario della Provincia Guido Sechi: «Rimango fortemente perplesso che il via libera all’uso di esplosivi sia stato autorizzato dell’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente, senza aver prima consultato gli enti locali e le altre istituzioni del territorio, giudicando il nuovo piano di “decommissioning” presentato nel maggio scorso dalla ditta che gestisce gli impianti di Fiume Santo, «coerente». La Provincia di Sassari respinge categoricamente l’uso di cariche esplosive per la demolizione controllata delle torri, un sistema che potrebbe mettere a rischio l’ambiente circostante e la salute pubblica. Il cambio di strategia di Eph per le demolizioni dei vecchi gruppi, oltre agli evidenti rischi ambientali si aggiunge al silenzio sugli investimenti che erano previsti nel polo energetico di Fiume Santo e che taglierebbero fuori anche le imprese locali coinvolte che già hanno atteso un lungo periodo per poter iniziare i lavori».

Un no ribadito anche dal primo cittadino sassarese, che cita il parere negativo dell’Arpas del 16 marzo 2017 e chiede alla Regione: «Nel ritenere fondamentale l’esercizio di ogni forma di tutela della salute della comunità che rappresento e di salvaguardia del “bene ambiente” - di procedere con urgenza alla sospensione del provvedimento e di attivare le necessarie procedure di confronto dialettico e di esame coordinato e condiviso del progetto inerente le attività di decommissioning».

Forti le perplessità anche del primo cittadino di Stintino Antonio Diana: «Siamo in apprensione, perché non condividiamo affatto il progetto di abbattimento a Fiume Santo con il sistema prospettato, cioè con l’esplosivo. Un’operazione del genere, fatta in questo periodo caratterizzato dall’assenza di vento, rischierebbe di far ristagnare le polveri sull’intera area, con enorme danno ambientale. E, se farlo nel periodo estivo, sarebbe una scelta folle, con la presenza sul nostro territorio di quasi 70 mila persone e le spiagge affollatissime, non vuol dire che il periodo invernale sarebbe un scelta migliore».



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