Il miele soffre la siccità: crolla la produzione in Sardegna
Stagione disastrosa. Perso il 50 per cento il raccolto. Gli apicoltori: «In 30 anni tutto è peggiorato»
2 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. Il caldo è un problema ma la siccità è un disastro. Il miele sardo rischia di pagare il conto più salato perché la produzione potrebbe crollare come è già accaduto in tutta Italia. Anzi, da un certo punto di vista l’isola se l’è cavata meglio perché rischia di perdere il 50 per cento della produzione contro il 70 per cento annunciato per il resto d’Italia. «Purtroppo è proprio così ma non possiamo fare nulla se non piove da mesi e se il caldo ha dato il colpo di grazie alle piante – spiega Piero Porcu, titolare dell’Antica apicoltura gallurese di Berchiddeddu–. Se non piove, non possono esserci fioriture e il ciclo del miele si ferma alla prima puntata».
Il tradimento che preoccupa maggiormente gli apicoltori della Gallura arriva dalla mancata fioritura del corbezzolo: «Per colpa della siccità i corbezzoli sono secchi e non possono germogliare. Un aspetto che ci fa pensare di perdere tutta la produzione del miele amaro, particolarmente gradito dai nostri clienti. Purtroppo servirebbe l’acqua, magari un paio di quei temporali estivi che un tempo erano un consuetudine ma che adesso sembrano un miraggio». Il corbezzolo è in una situazione da allarme rosso ma anche le altre piante che stimolano la produzione del miele non se la passano meglio: «Anche l’eucaliptus è in sofferenza ma è una pianta più resistente e forte del corbezzolo e qualcosa siamo riusciti a fare. Non si può dire lo stesso del cardo che, proprio come il corbezzolo, non ha prodotto alcuna fioritura». Gli ingredienti per una stagione dsa incubo, quindi, ci sono tutti ma rimane sempre la possibilità che la pioggia si presenti all’improvviso e rimedi ai danni causati dalla sua assenza. E sarebbe un bel rattoppo perché l’isola, e il suo clima, sono potenzialmente l’ambiente ideale per l’apicoltura: «È proprio così – conferma Pietro Porcu – , mentre nelle altre regione le api escono dall’arnia solo in determinati periodi, qui da noi sono sempre in giro e svolazzano anche quando nelle altre regioni si barricano. Quando ho iniziato a produrre miele, circa trent’anni fa, quello che produceva un a sola arnia valeva cinque di quelle che gestiamo in questo periodo. È un peccato», conclude l’apicoltore di Berchiddeddu. (c.z.)
Il tradimento che preoccupa maggiormente gli apicoltori della Gallura arriva dalla mancata fioritura del corbezzolo: «Per colpa della siccità i corbezzoli sono secchi e non possono germogliare. Un aspetto che ci fa pensare di perdere tutta la produzione del miele amaro, particolarmente gradito dai nostri clienti. Purtroppo servirebbe l’acqua, magari un paio di quei temporali estivi che un tempo erano un consuetudine ma che adesso sembrano un miraggio». Il corbezzolo è in una situazione da allarme rosso ma anche le altre piante che stimolano la produzione del miele non se la passano meglio: «Anche l’eucaliptus è in sofferenza ma è una pianta più resistente e forte del corbezzolo e qualcosa siamo riusciti a fare. Non si può dire lo stesso del cardo che, proprio come il corbezzolo, non ha prodotto alcuna fioritura». Gli ingredienti per una stagione dsa incubo, quindi, ci sono tutti ma rimane sempre la possibilità che la pioggia si presenti all’improvviso e rimedi ai danni causati dalla sua assenza. E sarebbe un bel rattoppo perché l’isola, e il suo clima, sono potenzialmente l’ambiente ideale per l’apicoltura: «È proprio così – conferma Pietro Porcu – , mentre nelle altre regione le api escono dall’arnia solo in determinati periodi, qui da noi sono sempre in giro e svolazzano anche quando nelle altre regioni si barricano. Quando ho iniziato a produrre miele, circa trent’anni fa, quello che produceva un a sola arnia valeva cinque di quelle che gestiamo in questo periodo. È un peccato», conclude l’apicoltore di Berchiddeddu. (c.z.)