I granatieri di Sardegna tornano nel paesino che li salvò
di Mauro Tedde
A Sedini il raduno interregionale. Presenti anche i sindaci di Bulzi e Perfugas Nel 1943 le comunità accolsero i soldati in fuga dopo l’affondamento del “Crispi”
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SEDINI. I granatieri ritornano e, dopo 74 anni, per gratitudine organizzano il proprio raduno interregionale nel paesino che li accolse come figli e che durante la guerra salvò alcuni di loro in fuga. Questo l’importante motivo della scelta fatta dall’Associazione nazionale dei Granatieri che ieri ha voluto onorare la comunità che, insieme ai centri di Bulzi e Perfugas, ospitò un nutrito gruppo di giovani soldati nel 1943. Il 19 aprile di quell’anno venne affondato nei nostri mari dal sommergibile inglese “Saracen” il piroscafo “Francesco Crispi” che trasportava truppe italiane in rinforzo alle forze che presidiavano la Corsica. Dei 1300 militari a bordo, morirono più di 900 uomini tra i quali 534 granatieri del costituendo Terzo Battaglione e 409 soldati appartenenti ad altri corpi. Tra il 10 e il 13 ottobre, il Raggruppamento Speciale Granatieri, dopo aver combattuto in Corsica contro le forze tedesche, partì da Bonifacio e venne sbarcato a Palau. Qui si disperse nella nostra isola e alcuni gruppi di giovani militari, in condizioni climatiche avverse e con vestiario e calzature in pessimo stato, raggiunsero Sedini, Perfugas e Bulzi dove rimasero sino al 31 dicembre del 1943.
Accolti come figli da quelle popolazioni, i giovani soldati trovarono cibo e vestiario, ma soprattutto il calore di tante famiglie in grande apprensione per i loro uomini sul fronte. Dieci mesi che consentirono la nascita di un grande affetto verso quei giovani soldati che non stettero con le mani in mano, ma aiutarono le famiglie che li ospitavano nei lavori agricoli e in tante altre attività lavorative.
Nel 1989 un gruppo di questi giovani riuscì a tornare a Sedini e ad incontrare con grande commozione le famiglie che li avevano amorevolmente ospitati.
Ieri dopo l’arrivo delle delegazioni regionali dei granatieri il parroco don Luciano Brozzu ha celebrato una messa di ringraziamento. Insieme al sindaco Stefano Ruiu hanno voluto essere presenti i sindaci dell’Anglona, una delegazione della Brigata Sassari e dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri. Dopo la messa, davanti al monumento ai Caduti in guerra si è tenuta una cerimonia solenne con l’intervento del presidente nazionale dell’associazione dei Granatieri, generale Giovanni Garassino. «La Sardegna è cara ai granatieri – ha detto – che si sentono legati ad essa e alla sua meravigliosa gente per aver riconosciuto nel dramma di quei giovani soldati sentimenti di compassione e di umana fratellanza. Il mio pensiero va a questo mare che custodisce i corpi di quei militari che con il loro sacrificio hanno permesso a noi di vivere un lungo periodo di pace, che speriamo di continuare a vivere a lungo». Sono seguiti gli interventi del sindaci di Sedini, Stefano Ruiu; di Perfugas, Domenico Decandia e di Bulzi, Edoardo Multineddu.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Accolti come figli da quelle popolazioni, i giovani soldati trovarono cibo e vestiario, ma soprattutto il calore di tante famiglie in grande apprensione per i loro uomini sul fronte. Dieci mesi che consentirono la nascita di un grande affetto verso quei giovani soldati che non stettero con le mani in mano, ma aiutarono le famiglie che li ospitavano nei lavori agricoli e in tante altre attività lavorative.
Nel 1989 un gruppo di questi giovani riuscì a tornare a Sedini e ad incontrare con grande commozione le famiglie che li avevano amorevolmente ospitati.
Ieri dopo l’arrivo delle delegazioni regionali dei granatieri il parroco don Luciano Brozzu ha celebrato una messa di ringraziamento. Insieme al sindaco Stefano Ruiu hanno voluto essere presenti i sindaci dell’Anglona, una delegazione della Brigata Sassari e dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri. Dopo la messa, davanti al monumento ai Caduti in guerra si è tenuta una cerimonia solenne con l’intervento del presidente nazionale dell’associazione dei Granatieri, generale Giovanni Garassino. «La Sardegna è cara ai granatieri – ha detto – che si sentono legati ad essa e alla sua meravigliosa gente per aver riconosciuto nel dramma di quei giovani soldati sentimenti di compassione e di umana fratellanza. Il mio pensiero va a questo mare che custodisce i corpi di quei militari che con il loro sacrificio hanno permesso a noi di vivere un lungo periodo di pace, che speriamo di continuare a vivere a lungo». Sono seguiti gli interventi del sindaci di Sedini, Stefano Ruiu; di Perfugas, Domenico Decandia e di Bulzi, Edoardo Multineddu.
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