Reddito energetico a Porto Torres, è bufera sui 5 Stelle
Nella graduatoria il suocero del sindaco, consiglieri e un assessore. Wheeler: «Nessuna parentopoli, sono tutti in coda»
PORTO TORRES. Il fotovoltaico da queste parti più che verso il sole è orientato verso le stelle, soprattutto se sono cinque. È stata appena pubblicata la graduatoria provvisoria dei beneficiari del reddito energetico, e Porto Torres è un pentolone in ebollizione. Polemiche, post al vetriolo, social in fibrillazione, e caccia alle streghe.
Perché in questo elenco dei vincitori del pacchetto fotovoltaico chiavi in mano, ci sono una serie di nomi che saltano all’occhio. In pole position Alessandro Derudas, l’assessore ai Lavori pubblici (87° posto). Poi il suocero del sindaco, sotto il cui tetto vive anche il primo cittadino (42°). E ancora la sorella del presidente del Consiglio comunale (12°). E infine sorelle, cognati e cugini di diversi consiglieri comunali pentastellati.
Insomma il fedele amico Facebook si è rivoltato contro i grillini e li ha azzannati alla gola: “parentopoli” si legge nei post, “scandaloso”, “una vergogna”, e la sintesi è che i Cinque Stelle, in tema di iniziative sociali, se la ballano e se la suonano.
Ma vediamo meglio cosa è successo: l’amministrazione Wheeler ha messo in campo un progetto pilota per abbattere il disagio. Ha stanziato 500mila euro delle proprie risorse spalmate in due anni (230mila ora, 230mila per il 2018 e 40 mila per le parcelle dei tecnici) per installare sui tetti dei meno abbienti 3 kw di fotovoltaico a costo zero, in modo da garantire un bello sconto in bolletta per chi ogni fine mese si ritrova in bolletta.
«Ci aspettavamo una risposta eclatante da parte della cittadinanza – dice il sindaco Wheeler – molti altri comuni come Como, Treviso, Pavia hanno intenzione di imitarci, (Selargius unico in Sardegna a manifestare interesse) siamo un modello virtuoso. Quindi pensavamo di trovarci di fronte migliaia di richieste».
Invece a malapena la graduatoria supera i 100 candidati, e l’elenco si ferma ad appena 5 condomìni e 110 privati. «La gente ha mostrato molta diffidenza e forse non ha capito la portata innovativa del reddito energetico – spiega la funzionaria Francesca Sanna – non è piaciuto il fatto che “l’accumulo” non consumato venga incassato dal Comune e non dal privato. In pratica l’impianto garantisce l’autosufficienza energetica solo per il giorno, cioè quando produce». Dice il sindaco: «Il nostro è un fotovoltaico sociale, non è fatto per creare profitto. È il Comune a incamerare “l’accumulo” energetico e a rivenderlo al gestore, per poi reinvestirlo l’anno successivo in altri pannelli da ridistribuire. È una spirale positiva che dovrebbe portare la collettività al risparmio in maniera sostenibile».
Ma presentare domanda significa anche mettersi in casa un tecnico comunale che ficca il naso e che magari scopre qualche abuso.
«Ci aspettavamo sicuramente più condomìni – dice Wheeler – ma non è facile mettere d’accordo tanti inquilini». Così in una città piegata in due da crisi e disoccupazione, la smania di energia alternativa non è così tanta: la graduatoria langue. Una risposta flop, davanti a un progetto così caldeggiato e sponsorizzato anche a livello nazionale, sarebbe uno smacco. «Noi ci crediamo fermamente e siamo entusiasti – dice il sindaco – e abbiamo voluto partecipare al bando. Tutti, compresi i consiglieri comunali e i loro parenti, sono comuni cittadini, e hanno il diritto di presentare domanda. Sarebbe discriminante il contrario. Non c’è alcun profilo di illegittimità nemmeno se un assessore, finito poi in coda all’elenco, voglia metterci la faccia. Nella consapevolezza che poi nessuno avrebbe usufruito concretamente di questa opportunità, perché ai fini del punteggio vale l’isee, il reddito, il nucleo familiare, le invalidità, e una serie di parametri oggettivi che non lasciano spazio a favoritismi. Alla fine, oltre ai condomìni, verranno accontentati una trentina di privati, e mio suocero non sarà certo tra questi».
«Tra i beneficiari – dice Francesca Sanna – ci sono famiglie con un reddito annuo di 5000 euro. Situazioni di vero disagio. Poi è anche vero che ha presentato domanda qualcuno che supera abbondantemente i 100mila, ma senza alcuna velleità di vincere».
Ora la palla passa ai tecnici, che dovranno valutare caso per caso l’idoneità dei tetti, l’esposizione dell’edificio e tutte le variabili per la corretta messa in posa e dimensionamento dell’impianto.
Poi la graduatoria diventerà definitiva, e le famiglie scartate i dovranno ripresentare domanda l’anno successivo, perché non ci sarà lo scorrimento degli elenchi. Il Comune farà un nuovo bando da 230mila euro.
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