Alghero capitale europea del beach soccer
In arrivo squadre di sedici paesi che si contenderanno il titolo continentale. Oggi la presentazione dell’evento
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SASSARI. L’estate è ai titoli di coda ma in questi giorni ad Alghero c’è un via vai insolito e colorato. Il motivo è evidente per chiunque si sia trovato a passare sul lungomare Barcellona, proprio alle spalle del porto, dove squadre di operai sono stanno dando gli ultimi ritocchi a una struttura da 1200 posti che nel fine settimana ospiterà una lunga no-stop di beach soccer. L’evento sarà presentato oggi alla presenza dei vertici della Lega Nazionale Dilettanti, del sindaco della città catalana, dei responsabili della Figc Sardegna e da Roberto Desini, vero deus ex macchina dell’organizzazione. A lui, coordinatore nazionale del dipartimento di beach soccer, abbiamo chiesto qualche anticipazione.
E’ la prima volta che la Sardegna ospita il campionato d’Europa di beach soccer. E’ una soddisfazione ma anche un bell’impegno.
«Sono felice che la scelta sia caduta sulla nostra isola e credo che sarà una scelta vincente. Qui ci sono le condizioni ideali per il beach soccer: tante spiagge, il clima ideale, grandi disponibilità di strutture e l’interesse delle istituzioni per tutte quelle iniziative che possono allungare la stagione».
La Regione vi ha dato una bella mano.
Devo riconoscere che la Regione ci è stata vicina. Ci ha dato un contributo importante quando la Figc ha deciso di far partire il campionato di serie A con un “oper day” al Poetto, e ha poi scelto Alghero per le finali dell’Europeo.
Perchè proprio Alghero?
«Alghero ha tutto quello che si può chiedere. Una spiaggia praticamente in città, una grande disponibilità di posti letto, un aeroporto a due passi e una tradizione turistica che non ha uguali. In questi giorni stanno arrivando le prime squadre (alla fase finale si sfideranno sedici nazionali ndc) e i commenti sono tutti molto positivi».
Il beach soccer non è molto praticato. Questa è l’occasione per un lancio in grande stile.
«La scelta di Alghero nasce anche con questo obiettivo. Il dipartimento nazionale scommette molto sull’isola e anche il comitato sardo ha deciso di spingere in questo senso. Nei prossimi mesi daremo vita a un dipartimento regionale con l’obbiettivo di organizzare il primo campionato isolano. Sono convinto che ci riusciremo».
Torniamo ad Alghero. Che cosa si aspetta?
«I numeri sono importanti. Avremo sedici nazionali e un movimento, tra atleti, tecnici e dirigenti, ci almeno 400 persone. Poi ci saranno i tifosi e un grande ritorno anche dal punto di vista dell’immagine. La gare dell’Italia saranno trasmesse sui Raisport e i filmati gireranno in una cinquantina di paesi. Per la Sardegna e per il beach soccer sarà uno spot straordinario».
Antonio Ledà
E’ la prima volta che la Sardegna ospita il campionato d’Europa di beach soccer. E’ una soddisfazione ma anche un bell’impegno.
«Sono felice che la scelta sia caduta sulla nostra isola e credo che sarà una scelta vincente. Qui ci sono le condizioni ideali per il beach soccer: tante spiagge, il clima ideale, grandi disponibilità di strutture e l’interesse delle istituzioni per tutte quelle iniziative che possono allungare la stagione».
La Regione vi ha dato una bella mano.
Devo riconoscere che la Regione ci è stata vicina. Ci ha dato un contributo importante quando la Figc ha deciso di far partire il campionato di serie A con un “oper day” al Poetto, e ha poi scelto Alghero per le finali dell’Europeo.
Perchè proprio Alghero?
«Alghero ha tutto quello che si può chiedere. Una spiaggia praticamente in città, una grande disponibilità di posti letto, un aeroporto a due passi e una tradizione turistica che non ha uguali. In questi giorni stanno arrivando le prime squadre (alla fase finale si sfideranno sedici nazionali ndc) e i commenti sono tutti molto positivi».
Il beach soccer non è molto praticato. Questa è l’occasione per un lancio in grande stile.
«La scelta di Alghero nasce anche con questo obiettivo. Il dipartimento nazionale scommette molto sull’isola e anche il comitato sardo ha deciso di spingere in questo senso. Nei prossimi mesi daremo vita a un dipartimento regionale con l’obbiettivo di organizzare il primo campionato isolano. Sono convinto che ci riusciremo».
Torniamo ad Alghero. Che cosa si aspetta?
«I numeri sono importanti. Avremo sedici nazionali e un movimento, tra atleti, tecnici e dirigenti, ci almeno 400 persone. Poi ci saranno i tifosi e un grande ritorno anche dal punto di vista dell’immagine. La gare dell’Italia saranno trasmesse sui Raisport e i filmati gireranno in una cinquantina di paesi. Per la Sardegna e per il beach soccer sarà uno spot straordinario».
Antonio Ledà