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Calcio, nasce la nazionale sarda: il ct è Bernardo Mereu

Il ct Bernardo Mereu
Il ct Bernardo Mereu

Pronti per la squadra giocatori di A e B. Il sogno è Nicolò Barella

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CAGLIARI. Via alla nazionale sarda di calcio. Il Conifa, la Federazione internazionale che accoglie molte rappresentative di 'nazioni' che non sono Stati e tutte le associazioni che non fanno parte della Fifa, ha dato l'ok anche alla seconda isola del Mediterraneo dopo la richiesta della Fins, federatzione isport natzionale sardu. E ora tutto è pronto per scendere in campo per gli allenamenti in vista dei primi impegni: i campionati europei del 2019 ad Artsakh.

C'è già il commissario tecnico, Bernardo Mereu, oggi nel settore giovanile del Cagliari, ma sino all'anno scorso sulla panchina dell' Olbia in Lega Pro. Con lui lo staff tecnico formato da ex giocatori di Mereu come Stefano Udassi, ex La Palma e Torres e ora allenatore del Latte Dolce di Sassari, e Giuseppe Nioi, anche lui ex La Palma.

«Vorrei innanzitutto far giocare bene questa nazionale, ma sarebbe bello anche portare un messaggio di consapevolezza della forza della Sardegna», ha detto Mereu nella presentazione ufficiale al Teatro Massimo di Cagliari. Con tanto di musica sarda prima dell'accensione dei microfoni. Ora mancano solo i giocatori. Teoricamente potrebbero rispondere alla chiamata tutti gli atleti sardi. Il sogno sarebbe quello di poter schierare Barella, il 'ragazzino' orgoglio dell'isola per le sue apparizioni con la nazionale italiana. Ma sembra davvero qualcosa di irrealizzabile.

Una mano è pronto a darla un calciatore che sino allo scorso campionato giocava in serie A, Andrea Cossu. Al momento hanno già dato la loro disponibilità - salvo le condizioni favorevoli e l'ok delle società - giocatori di A e B come Vigorito, Aresti, Pisano, Mancosu, Sau, Cocco e Dessena, nato a Parma ma nipote di sardi. La maglia? Ancora top secret. «Ma siamo al lavoro», spiegano dallo staff. Forse arriverà a Natale.

«Il progetto sta crescendo - ha sottolineato il direttore generale Vittorio Sanna - Il pallone può mettere insieme i sardi per far crescere la consapevolezza di bellezze, tradizioni, cultura, patrimonio dell'isola. E mostrare questi tesori agli altri». Quanto alla squadra, «il calcio sardo non è inferiore a quello delle altre regioni», ha chiarito.

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