La “cupola” di Antonioni in Costa Paradiso
Il documentario di Volker Sattel sulla casa in Sardegna del regista di “Deserto rosso”
NUORO. Lo sguardo sull’isola dei registi sardi, ma anche quello di chi arriva da fuori. Al festival IsReal la realtà portata sul grande schermo attraverso l'occhio del cinema passa anche dalla particolare lente di autori stranieri, come Volker Sattel che a Nuoro ha presentato ieri “La cupola”. Un’anteprima nazionale per il documentario tedesco che in pratica è uscito per la prima volta dalla Germania dopo il recente passaggio alla Berlinale. Un film, di quaranta minuti, incentrato sulla costruzione progettata alla fine degli anni Sessanta dall’architetto Dante Bini in Costa Paradiso e che fu l’abitazione di Michelangelo Antonioni.
Un documentario che è come diviso in due parti: nella prima, seguendo un bambino, lo spettatore scopre questo originale edificio. Senza dialoghi, con un modo di filmare che deliberatamente richiama il cinema del maestro ferrarese. Nella seconda parte invece viene raccontata un po’ la storia della costruzione, usando come espediente narrativo quello di una ricercatrice italiana che intervista sul posto Giuseppina Isetta, land manager che ha seguito da vicino la nascita di quella visionaria abitazione. Edificata con una tecnica innovativa: un’unica gettata di cemento armato gonfiata e sollevata dalla pressione dell’aria al suo interno. Quello che si vede è un monumento futuristico, dal fascino lunare. «Di una perfezione che mi interessava mettere in relazione con la meravigliosa imperfezione del paesaggio», spiega Volker Sattel, che rivela di aver scoperto l’esistenza della cupola qualche anno fa leggendo in un giornale tedesco il racconto di questa abitazione appartenuta ad Antonioni. Il grande regista che in Sardegna aveva già girato alcune scene di “Deserto rosso” (a Budelli) e che in Costa Paradiso, all'Isola Rossa, avrebbe voluto girare – secondo quanto dice nel documentario Giuseppina Isetta – “Professione: reporter”. Il film con Jack Nicholson, realizzato poi soprattutto in Spagna, Antonioni lo ideò e lo scrisse – in quel periodo di grande vena creativa – in quella cupola (condivisa anche con l’allora compagna Monica Vitti) poi passata, negli anni Ottanta, ad altri proprietari e oggi in stato di semi abbandono.
Di un altro regista tedesco, Hans Jurgen Syberberg, è “Scarabea – Di quanta terra ha bisogno un uomo?”, girato nel 1969 in Sardegna. Oggi, alle 16 all'auditorium Lilliu, verrà proposto come evento speciale del festival. Un film incentrato su un affarista straniero che, innamorato dell’isola dove vorrebbe investire sul territorio per stabilirvisi, viaggia per la Barbagia. (f.c.)