Parajo d’oro, Dinamo e il team di Abinsula eccellenze sassaresi
di Mario Carta
La statuetta dell’obriere maggiore, uno dei simboli della città assegnata alla società di basket e all’azienda high tech
05 maggio 2018
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SASSARI. Dopo lunghi anni Sassari e i sassaresi tornano protagonisti del Parajo d’oro, il premio destinato a istituzioni o personalità sarde che abbiano dato o diano lustro all’isola. La statuetta che ritrae un obriere maggiore dei gremi e simboleggia la sassareseria verrà assegnata ad Abinsula e al presidente della Dinamo Sassari basket, Stefano Sardara.
Il premio, nato 50 anni fa nel nome dell’imprenditore e fondatore della Settimana Enigmistica, l’ingegner Francesco Sisini, sassarese, è arrivato all’edizione numero 30. Dall’iniziale cadenza biennale è dimagrito per passare al dosaggio triennale e nell’ultima occasione addirittura quinquennale: carenza di nomi, di personalità. La crisi culturale ed economica ha reso ulteriormente prezioso un premio che ha il merito di non dover essere assegnato ad ogni costo, e che per via dell’avarizia sassarese è stato esteso all’intera isola.
Anche per questo i meriti dell’azienda informatica Abinsula e dell’azienda sportiva Dinamo assumono una rilevanza particolare, insieme sintomo e simbolo di ripresa, oltre che esempio di come Sassari sia ancora capace di produrre economia, idee, vittorie.
«E’ un premio che mi inorgoglisce, ancora di più da sassarese – dice Stefano Sardara –. E ancora di più perché non è un premio per lo scudetto ma viene assegnato al modello aziendale Dinamo, al nostro modo di fare economia anche nello sport. E’ un premio per tutte le 40 persone dell’azienda, che ogni giorno cresce e ora viene imitato anche a livello nazionale. Ed è uno stimolo per continuare. A crescere, e nell’essere esempio».
Soddisfazione anche da Abinsula, avviata con 10.000 euro di capitale e arrivata a un fatturato (in crescita) di 6 milioni di euro l’anno. Andrea Sanna, uno dei cinque soci: «E’ un premio alla sassareseria e ne siamo orgogliosi – spiega –, perché fa piacere che un riconoscimento così arrivi da casa nostra. Ci piace pensare che sia un premio alla capacità di innovare della città, di cercare nuovi mercati. Ora ci piacerebbe poter essere un esempio, e soprattutto non essere più soli». La sintesi nelle parole di Giovanni Conoci, coordinatore del premio curato dal Rotary: «La giuria ha voluto valutare due aspetti – spiega –: l’innovazione nella information tecnology e l’intrapresa in campo sportivo, che ha reso la Dinamo vincente anche fuori dal campo. Sassari vive una crisi profonda, anche di identità, ma abbiamo queste due realtà emergenti che ci raccontano della capacità di reagire del territorio, di rispondere alla sofferenza andando in controtendenza». Un segnale positivo in una statuetta simbolo, il Parajo dei gremi, le corporazioni delle arti e dei mestieri che oggi con Dinamo e Abinsula tornano attuali, vive, e vincenti.
Il premio, nato 50 anni fa nel nome dell’imprenditore e fondatore della Settimana Enigmistica, l’ingegner Francesco Sisini, sassarese, è arrivato all’edizione numero 30. Dall’iniziale cadenza biennale è dimagrito per passare al dosaggio triennale e nell’ultima occasione addirittura quinquennale: carenza di nomi, di personalità. La crisi culturale ed economica ha reso ulteriormente prezioso un premio che ha il merito di non dover essere assegnato ad ogni costo, e che per via dell’avarizia sassarese è stato esteso all’intera isola.
Anche per questo i meriti dell’azienda informatica Abinsula e dell’azienda sportiva Dinamo assumono una rilevanza particolare, insieme sintomo e simbolo di ripresa, oltre che esempio di come Sassari sia ancora capace di produrre economia, idee, vittorie.
«E’ un premio che mi inorgoglisce, ancora di più da sassarese – dice Stefano Sardara –. E ancora di più perché non è un premio per lo scudetto ma viene assegnato al modello aziendale Dinamo, al nostro modo di fare economia anche nello sport. E’ un premio per tutte le 40 persone dell’azienda, che ogni giorno cresce e ora viene imitato anche a livello nazionale. Ed è uno stimolo per continuare. A crescere, e nell’essere esempio».
Soddisfazione anche da Abinsula, avviata con 10.000 euro di capitale e arrivata a un fatturato (in crescita) di 6 milioni di euro l’anno. Andrea Sanna, uno dei cinque soci: «E’ un premio alla sassareseria e ne siamo orgogliosi – spiega –, perché fa piacere che un riconoscimento così arrivi da casa nostra. Ci piace pensare che sia un premio alla capacità di innovare della città, di cercare nuovi mercati. Ora ci piacerebbe poter essere un esempio, e soprattutto non essere più soli». La sintesi nelle parole di Giovanni Conoci, coordinatore del premio curato dal Rotary: «La giuria ha voluto valutare due aspetti – spiega –: l’innovazione nella information tecnology e l’intrapresa in campo sportivo, che ha reso la Dinamo vincente anche fuori dal campo. Sassari vive una crisi profonda, anche di identità, ma abbiamo queste due realtà emergenti che ci raccontano della capacità di reagire del territorio, di rispondere alla sofferenza andando in controtendenza». Un segnale positivo in una statuetta simbolo, il Parajo dei gremi, le corporazioni delle arti e dei mestieri che oggi con Dinamo e Abinsula tornano attuali, vive, e vincenti.