santa teresa di gallura
Cinema, ambiente e diritti Al via il festival Life after oil
di Antonio Mannu
SANTA TERESA DI GALLURA. È in programma da oggi la quinta edizione di “Life After Oil”, festival internazionale di cinema indipendente diretto da Massimiliano Mazzotta. Un evento essenzialmente...
19 settembre 2018
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SANTA TERESA DI GALLURA. È in programma da oggi la quinta edizione di “Life After Oil”, festival internazionale di cinema indipendente diretto da Massimiliano Mazzotta. Un evento essenzialmente dedicato a lavori che si occupano di tematiche di tutela ambientale e a proposte alternative a un modello di sviluppo basato in massima parte sul profitto e la produzione di energia da fonti fossili. Ma che è anche attento agli sguardi sui diritti umani, con una sezione sulle opere che si occupano di questo argomento. Oltre alle proiezioni il festival prevede, anche per questa edizione, momenti di approfondimento di particolari temi trattati nei film più significativi, con un evento finale dedicato alla musica dal vivo.
Le opere in concorso si contenderanno la vittoria nelle diverse sezioni del festival: verranno premiati il miglior documentario, il miglior cortometraggio, la migliore animazione e il contributo, ritenuto più significativo, presentato nella sezione diritti umani. Saranno anche attribuite diverse menzioni speciali. Ogni sezione in concorso avrà una propria giuria.
Diverse le opere in concorso per la sezione Documentari, che come di consueto ospita lavori d'inchiesta e approfondimento su temi che riguardano l'ambiente e la sua sostenibilità. Tra questi “Bye Bye Bakken” di Federico Salvetti (Italia-Usa, 2016), filmato di 73 minuti in cui il regista indaga metodi e conseguenze del rapido e tumultuoso aumento dell’estrazione di petrolio in Nord Dakota, dove la produzione del prezioso liquido è aumentata dal 2005 in maniera esponenziale. “Complicit” di Heather White e Lynn Zhang (Cina, 2017) si occupa di sostanze tossiche utilizzate nell'industria. Secondo alcuni dati, ogni cinque ore un lavoratore dell’industria si ammala a causa del contatto prolungato con materiali nocivi. “The Empire of red gold” di Jean-Baptiste Malet & Xavier Deleu (Francia, 2017) è un'inchiesta sulla produzione di pomodoro nel mondo. Un'industria globalizzata che si muove tra il sud della Francia, l’Italia, la Cina, l’Africa e gli Stati Uniti, che vede vincenti capitalismo e agromafie a scapito degli anelli più deboli della catena: lavoratori e consumatori.
Sempre nell'ambito di problematiche legate al settore alimentare “Il Sistema Latte” di Andreas Pichler (Italia, 2017). Infine “Flouride: a friend who wants to harm you” di Audrey Gloaguen (Francia, 2016), documentario di 58 minuti che svela la pericolosità del fluoruro, largamente utilizzato dall'industria e pubblicizzato come benefico per denti e ossa. Dal 2010 l’Organizzazione mondiale della Sanità lo ha inserito in una lista di sostanze chimiche che comportano rischi per la salute.
Le opere in concorso si contenderanno la vittoria nelle diverse sezioni del festival: verranno premiati il miglior documentario, il miglior cortometraggio, la migliore animazione e il contributo, ritenuto più significativo, presentato nella sezione diritti umani. Saranno anche attribuite diverse menzioni speciali. Ogni sezione in concorso avrà una propria giuria.
Diverse le opere in concorso per la sezione Documentari, che come di consueto ospita lavori d'inchiesta e approfondimento su temi che riguardano l'ambiente e la sua sostenibilità. Tra questi “Bye Bye Bakken” di Federico Salvetti (Italia-Usa, 2016), filmato di 73 minuti in cui il regista indaga metodi e conseguenze del rapido e tumultuoso aumento dell’estrazione di petrolio in Nord Dakota, dove la produzione del prezioso liquido è aumentata dal 2005 in maniera esponenziale. “Complicit” di Heather White e Lynn Zhang (Cina, 2017) si occupa di sostanze tossiche utilizzate nell'industria. Secondo alcuni dati, ogni cinque ore un lavoratore dell’industria si ammala a causa del contatto prolungato con materiali nocivi. “The Empire of red gold” di Jean-Baptiste Malet & Xavier Deleu (Francia, 2017) è un'inchiesta sulla produzione di pomodoro nel mondo. Un'industria globalizzata che si muove tra il sud della Francia, l’Italia, la Cina, l’Africa e gli Stati Uniti, che vede vincenti capitalismo e agromafie a scapito degli anelli più deboli della catena: lavoratori e consumatori.
Sempre nell'ambito di problematiche legate al settore alimentare “Il Sistema Latte” di Andreas Pichler (Italia, 2017). Infine “Flouride: a friend who wants to harm you” di Audrey Gloaguen (Francia, 2016), documentario di 58 minuti che svela la pericolosità del fluoruro, largamente utilizzato dall'industria e pubblicizzato come benefico per denti e ossa. Dal 2010 l’Organizzazione mondiale della Sanità lo ha inserito in una lista di sostanze chimiche che comportano rischi per la salute.