La Nuova Sardegna

I segreti dei cognomi sardi: Achenza, viaggio dalla Corsica al Nord Sardegna

di Mauro Maxia *
La navicella nuragica ritrovata nel nuraghe Spiena di Erula
La navicella nuragica ritrovata nel nuraghe Spiena di Erula

Al via la rubrica settimanale dedicata all'origine dei cognomi più diffusi nella nostra isola

27 ottobre 2018
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Il cognome Achenza (pronuncia Achèntza) è diffuso con media frequenza nella provincia di Sassari e in Gallura con epicentro tra Sassari e Tempio e discreti nuclei a Berchidda, Oschiri e Ploaghe. È raro nel sud (San Giovanni Suergiu) mentre nelle altre province è quasi assente. Un tempo si pensava che fosse originario del basso Campidano. Le fonti scritte invece indicano che molto probabilmente giunse dalla Corsica. Il cognome è ricordato dal 1200 nel Condaghe di S. Michele di Salvennor con la forma De Aquenclas. Dal 1555 è attestato a Sassari con la forma Daquenza e a Castelsardo come Aquenza, De Aquensa, De Aquessa e De Aquenja. Nel 1594 a Perfugas è registrato come De Aquenza, Aquencia, Aquença. Nel 1655 si rileva a Chiaramonti come Aquenzia e Aquençia. La forma Aquenza è documentata a Bortigiadas (1780) e Oschiri (1794). La variante Achenza è presente nel 1693 a Berchidda e nel 1810 anche a Barì Sardo. Tra il 1557 e il 1597 a Castelsardo è attestata la forma De Quenza che si ritrova nel 1746 a Tempio con la variante De Quença. Durante il 1600 è attestato anche a Sedini e nell’antico villaggio di Speluncas come Aquenza e Aquenzia mentre nei registri parrocchiali di Aggius si rilevano De Aquença, De Aquenza, De Aquencha, Aquencha. Nello stesso secolo a Tempio prevale la forma De Aquenza accanto a De Aquensa. Nel 1660 è presente a Sanluri con la grafia Quentza, attestata pure a Sassari nel 1691. Tra il 1500 e il 1600 la forma Quenza è documentata anche a Cagliari come variante di Aquenza.

C’è chi ritiene che Achenza derivi dal nome di un villaggio nei pressi di Villasor nella località di Aquesa. Le due forme somigliano dal punto di vista grafico ma divergono sul piano semantico. Infatti, Aquesa ha alla base il campidanese acua “acqua” e manca della consonante n. Al contrario, la stragrande maggioranza dei dati proviene dagli archivi della Gallura, dell’Anglona e di Sassari, cioè dall’estremo nord dell’isola. Anche nei casi in cui il cognome è attestato a Cagliari si tratta di persone giunte dal nord Sardegna. Bisogna anche considerare che accanto alle forme Achenza e Aquenza sono attestate, negli stessi documenti, le forme Quenza e De Quenza. Queste corrispondono precisamente al nome di Quenza, centro abitato della Corsica meridionale. Non a caso De Quenza è citato per la prima volta nel 1200 a Bonifacio in un atto notarile che ricorda una Maria De Quenza.

Il confronto dei dati documentari autorizza a ritenere che Achenza o De Quenza sia giunto dalla Corsica e questo spiegherebbe perché sia così diffuso in provincia di Sassari e in Gallura. Il passaggio da Quenza ad Aquenza si deve a un’errata divisione del nesso Da Quenza che nel parlato diventa D’Aquenza. In ambiente sardo, poi, la grafia Aquenza viene percepita come spagnola e passa ad Achenza così come nelle coppie Falchi e Falqui, Sechi e Sequi o nel toponimo Chirra e Quirra. Varianti storiche: Aquença, Aquencha, Aquencia, Aquenclas, Aquenja, Aquensa, Aquessa, Daquenza, De Quença, De Quenza, Quentza, Quenza.



* Mauro Maxia è abilitato come docente universitario di linguistica e filologia italiana di II fascia e ha insegnato negli atenei di Cagliari e Sassari. Specializzato in lingua e cultura sarda, ha all’attivo circa 150 pubblicazioni. Ha pubblicato un Dizionario dei cognomi sardo-corsi e ha in preparazione un Dizionario storico ed etimologico dei cognomi di Sardegna con oltre 100mila dati documentari.

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